Anno: 2014 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DOCUMENTARIO
Regia:Gianfranco Pannone
Specifiche tecniche:2K HQ, DCP (1:1.85)
Tratto da:-
Produzione:ALESSANDRO BONIFAZI E BRUNO TRIBBIOLI PER BLUE FILM CON RAI CINEMA, IN ASSOCIAZIONE CON LUCE CINECITTÀ, SOUL MOVIE
Distribuzione:ISTITUTO LUCE CINECITTÀ
Yole Loquercio | nel ruolo di | Se stessa |
Matteo Fraterno | nel ruolo di | Se stesso |
Maria Perfetto | nel ruolo di | Se stessa |
Raffaella Pernice | nel ruolo di | Se stessa |
Maria Del Porto | nel ruolo di | Se stessa |
Salvatore Di Gennaro | nel ruolo di | Se stesso |
Carmine Montella | nel ruolo di | Se stesso |
Antonio Perna | nel ruolo di | Se stesso |
Salvatore Perfetto | nel ruolo di | Se stesso |
Pasquale Persico | nel ruolo di | Se stesso |
Giovanni Ricciardi | nel ruolo di | Se stesso |
Roberto De Francesco | nel ruolo di | (da "La pelle", di Curzio Malaparte) |
Andrea Renzi | nel ruolo di | (da "La ginestra", di Giacomo Leopardi) |
Fabrizio Gifuni | nel ruolo di | (da "Napoli '44", di Norman Lewis) |
Iaia Forte | nel ruolo di | (da "Il Manifesto" del 27/5/2008: "Napoli. L'immondizia del mondo", di Fabrizia Ramondino) |
Aniello Arena | nel ruolo di | (da "L'origine del Monte Vesuvio", di P Sarnelli) |
Toni Servillo | nel ruolo di | (da "De Immenso", di Giordano Bruno) |
Donatella Finocchiaro | nel ruolo di | (da "La leggenda dell'avvenire", di Matilde Serao) |
Leo Gullotta | nel ruolo di | (da "Lettere a Tacito", di Plinio il giovane) |
Renato Carpentieri | nel ruolo di | (da "Scritti sui terremoti", di Immanuel Kant) |
Enzo Moscato | nel ruolo di | (da "Il sangue di San Gennaro", di Sándor Márai) |
Guenda Goria | nel ruolo di | (da "Juliette o la benedizione del vizio", di Donatien-Alphonse-François de Sade) |
Ciro Carlo Fico | nel ruolo di | (da "Struppio", di Jacovo Fenice) |
Maria, Matteo e Yole: tre vite ai piedi del Vesuvio, in un luogo unico al mondo, ricco di miti, storia ed evocazioni letterarie. Maria, che vive e lavora in un'azienda florovivaistica ai piedi di una villa vesuviana in abbandono, "coltiva" anche le proprie curiosità intellettuali ed è una custode discreta del vulcano. Matteo, pittore di talento, rimette in gioco le sue opere fatte con la lava, testimonianza di un legame profondo con la terra da cui non si è mai staccato. Yole, cantante "neomelodica", vive la propria libertà di giovane donna conciliandola con un'autentica devozione per la Madonna, espressione popolare di un sacro che ha sempre caratterizzato il Vesuvio, da Dioniso/Bacco a San Gennaro. E se il proverbiale fatalismo partenopeo, dietro cui vive ancora oggi una diffusa devozione religiosa, derivasse proprio dalla presenza del vulcano, che per ben due millenni ha dato e preso alla gente che vive sotto di lui? Ma oggi chi è più pericoloso? Il Vesuvio, che potrebbe risvegliarsi da un momento all'altro, o l'uomo, che in meno di cent'anni ha prodotto danni d'ogni genere? E sorge spontanea un'altra domanda: com'è stato possibile, tra case abusive e discariche d'ogni genere, produrre tanta bruttezza in così tanta bellezza? Tra storie di vite vissute, preziosi materiali d'archivio ed evocazioni letterarie che vanno da Giordano Bruno al Marchese De Sade, da Giacomo Leopardi a Curzio Malaparte, il film prova a dare un senso a una "terra pazza" che infine rappresenta tutti noi.
"La terra nera del Vesuvio, ricca di fosfati e minerali, fertile e odorosa, è la protagonista di 'Sul Vulcano', il film documentario di Gianfranco Pannone (...) che s'interroga sulla montagna che domina Napoli e i suoi dintorni. Un reportage con l'aiuto di suggestioni letterarie (da Malaparte a Lewis e tanti altri, letti e raccontati da voci note come Moscato, Carpentieri, Gifuni), d'immagini d'epoca (ritrovate negli archivi Luce compresa l'ultima eruzione, quella del '44, giusto settant'anni fa, con le truppe americane che si avventurano alle falde) e di testimonianze delle persone che vivono quotidianamente in quel luogo di suprema bellezza e natura rigogliosa, già apprezzato da Spartacus e dai suoi gladiatori ribelli, oggi sede di un parco nazionale assai malandato. Negli ultimi cinquanta anni c'è stata un'eruzione di cemento in quella congestionata zona rossa, il pericoloso territorio che potrebbe venire colpito da un prossimo risveglio del gigante dal cono turchino, un tempo il Miglio d'Oro, una strada statale dove s'aprivano incantevoli ville settecentesche. Oggi un agglomerato di cittadine, da Portici a Boscoreale (in tutto sono ventisette comuni dell'hinterland) con la densità abitativa più alta d'Europa (a dispetto della pericolosità del vulcano addormentato), che Francesco Saverio Nitti definì «la corona di spine che attorniano la città di Napoli e che la soffocano». (...) Per Pannone «l'allarme Vesuvio è un emblema in Italia dell'indifferenza ma anche dell'impotenza della politica nell'affrontare certe emergenze» ma istituzioni e amministrazioni locali sembrano voltassi dall'altra parte. Forse conviene condividere quello che s'auspica Matteo, «spero sempre che la catastrofe sia dolce, che non faccia molti danni anche se è un'utopia»." (Flaviano De Luca, 'Il Manifesto', 18 novembre 2014)
Incasso in euro