SCHEDA FILM

Sposi

Anno: 1987 Durata: 95 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMA, TECHNOVISION, TELECOLOR

Tratto da:-

Produzione:ANTONIO AVATI PER DUEA FILM, CLAUDIO BONIVENTO PER NUMERO UNO CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:CIDIF (1988) - PANARECORD

TRAMA

E' il Ferragosto 1987. In un grande albergo, Mario, maturo uomo d'affari, si incontra con la fidanzata ventenne Silvia. Lui non è ancora libero da un'altra donna, e anche lei di tanto in tanto non può fare a meno di incontrarsi con un coetaneo. I due sembrano amarsi, ma i sospetti, le insofferenze e le gelosie rispettive si susseguono tra battibecchi e rappacificazioni. Davide, un ragazzo ventenne, ha messo incinta Giovanna, cassiera del cinema in cui lui lavora come maschera. Tra lui, timido e assai inesperto, e lei, più grande, paziente e seduttrice, le nozze riparatrici, non potranno mancare. Luca è un presentatore di programmi televisivi assolutamente in declino, la sua audience ha toccato un livello fallimentare. A detta di chi lo circonda, solo un colpo clamoroso, con relativo battage, può rilanciare le sorti: si sposerà con Assunta, una giovane in cerca di lavoro come segretaria, molto nota all'opinione pubblica, avendo in passato subito violenza da teppisti. Una coppia di promessi sposi - Giacomo e Tatiana - arriva in una cittadina romagnola, perché lui vuole assolutamente far conoscere alla ragazza il proprio futuro testimone, Nerone, suo amico d'infanzia carissimo, un tipo bizzarro, per non dire ambiguo. Ricordando i tempi dell'adolescenza, Giacomo e Nerone passano chiacchierando e dormendo su due sedie a sdraio all'aperto una notte, ma Nerone all'alba sarà trovato morto. Robby, un appassionato di cavalli, ritrova a Fiumicino, a bordo di una bella barca da diporto, Federica, dalla quale è separato da un decennio e che ora vive con un marinaio. Un po' di disagio reciproco, anche lui qualche ricordo tenero che affiora e qualche lacrima di lei, evidentemente non felice della sua nuova vita.

CRITICA

"Pupi Avati ci ha offerto una gradevole ghirlanda di curiosi accidenti che si suppongono tutti collocati nel Ferragosto '87, qua e là amarognoli come conviene ai cronisti disincantati ma riferiti con la giusta dose di ottimismo, tenerezza e ironia che d'altronde caratterizza il prologo e l'epilogo del film - non perdete i titoli di coda - girati in 16 mm. da Luciano Emmer, al quale diamo un caloroso bentornato dopo un quarto di secolo." (Giovanni Grazzini, "Corriere della Sera", 18 maggio 1988)

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