SCHEDA FILM

South central - zona a rischio

Anno: 1993 Durata: 100 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:romanzo "Crips" di Donald Baker

Produzione:JANET YANG E WILLIAM B. STEAKLEY

Distribuzione:WARNER BROS ITALIA - WARNER HOME VIDEO

TRAMA

Bobby (Glenn Plummer), un giovane gangster appena uscito da un soggiorno di un anno dietro le sbarre, apprende di avere un figlioletto di nome Jimmie. Benchè profondamente toccato da questa sua paternità, Bobby non dimentica la propria lealtà nei confronti dell'ambizioso Ray Ray (Bryon Keith Minns), il suo migliore amico, e della banda che hanno formato insieme, i Deuces. Ray Ray convince Bobby a commettere un omicidio per il quale Bobby viene rispedito in prigione, stavolta per 10 lunghi anni. Durante il secondo periodo di detenzione, Bobby subisce una profonda trasformazione grazie alla guida di un detenuto più anziano di lui di nome Ali (Carl Lumbly). Quando Bobby viene scarcerato scopre che nel frattempo Jimmie è diventato un ragazzo di strada e ha vissuto compiendo piccoli crimini per conto di Ray Ray, che è ormai divenuto il suo idolo.

CRITICA

"'South Central' nonostante gli ottimi propositi civili risulta, tuttavia, una ripetizione di ripetizioni. Nella vicenda d'un padre che ha ucciso uno spacciatore e che vorrebbe salvare il figlio dalle minacce della criminalità, si percepiscono tentativi di sfuggire al cliché. Ma le incursioni nel neorealismo americano (dialoghi rappati dalle imprecazioni), nel melodramma (il bimbo, ferito durante un furterello, finisce in ospedale), nel film carcerario (il papà, chiuso in galera, se la deve vedere con gli immancabili brutti ceffi ariani e si converte all'Islam grazie alla propaganda del solito Alì) non bastano a risollevare le sorti d'un prodotto concepito nell'omologazione e, forse, nella sommarietà ideologica." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 28 dicembre 1993) "Sentimenti nobili, trovati da Anderson in un libro molto realistico sui ghetti neri di Los Angeles, sugli stessi ambienti; qui, però, pur badando molto alle cornici, alle guerriglie urbane e alle fosche condizioni di quelle bande composte spesso da minori mossi dalla fame o dal desiderio di liberarsi da un'infinità di costrizioni, ha preferito dar rilievo soprattutto al rapporto padre-figlio e alla conversione al bene ottenuta a prezzo di molte lotte, solo un po' felice quando segue abbastanza da vicino l'itinerario psicologico del protagonista, la sua acquisizione in carcere di sani principi. il Suo desiderio tutto paterno di trasmetterli al figlio. Il resto è retorica e maniera, tutto gridato e, a tratti, con scivolate nel melodramma. Gli interpreti, comunque, possono convincere: Glenn Plummer è un giovane papà con modi spesso accorati, il mentore che lo converte è, plausibile e serio, il giamaicano Carl Lumbly, il figlio è l'esordiente dodicenne Christian Coleman: sempre con una faccetta giusta." ('Il Tempo',18 dicembre 1993) "Come tanti altri film sociali americani sui ghetti e le bande, anche 'South Central' (opera prima del regista Steve Anderson), che copre gli anni '80, è un atto d'accusa, non a caso prodotto dal regista liberal dei Vietnam movie Oliver Stone e basato su un libro di denuncia, 'Crips', scritto nell'87 da Donald Bakeer. (...) Sostiene la morale: 'il nero o è in prigione o è ricercato, la nostra rabbia ci tiene divisi nel cerchio dell'odio'. Potrà il cinema migliorare le cose? Certo ha una funzione civile, anche se rischia la maniera, utilizza ottimi tecnici e attori incisivi, tenendo tutto al diapason, senza mezzitoni. Bravo il ragazzino deb che fa Jimmie Rock: col suo sguardo il film si chiude su una specie di speranza che domani possa davvero essere un altro giorno." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 13 dicembre 1993)

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