Anno: 1984 Durata: 100 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:COMMEDIA
Regia:Lina Wertmüller
Specifiche tecniche:PANORAMICO, COLORE CINECITTA'
Tratto da:-
Produzione:INTERCAPITAL
Distribuzione:CEIAD (1984) - GENERAL VIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO
Enrico Montesano | nel ruolo di | Oscar |
Veronica Lario | nel ruolo di | Ester |
Luisa De Santis | nel ruolo di | Adele |
Lella Fabrizi | nel ruolo di | Sora Ines |
Isa Danieli | nel ruolo di | Rosa |
Mario Scarpetta | nel ruolo di | Amilcare |
Massimo Wertmüller | nel ruolo di | Ginetto |
Alfredo Bianchini | nel ruolo di | Il sacerdote |
Renato D'Amore | nel ruolo di | Mario |
Antonia Dell'Atte | ||
Dario Cantarelli | ||
Giuseppe Cederna | ||
Jole Silvani | ||
Sergio Solli | ||
Simone Giannitti |
Oscar, giovane falegname tradizionalista romano, ha un giorno la sorpresa di sentirsi dire dalla moglie che mentre è fra le sue braccia pensa a un'altra persona. Il brav'uomo reagisce nella maniera più violenta e irrazionale, supponendo a tutta prima che il rivale sia un parrucchiere di Cinecittà. In realtà tutto è cominciato durante una gita ai Mostri di Bomarzo, mentre Oscar - distratto dall'apparizione di una sofisticatissima signora aspirante suicida e impegnato a salvarla - non fa caso all'interesse della moglie Ester e dell'amica di lei Adele verso la finestra della "casetta storta", nel cui interno si intravvedono due donne che si scambiano effusioni di dubbia natura. Le due spettatrici popolane - fra reticenze e goffaggini - finiscono col fantasticare platonicamente sulla possibilità e le immaginifiche meraviglie di tale anomalia, scatenando la furia spropositata di Oscar, in una seconda ondata di ancor più frenetiche reazioni. Il ritorno alla "normalità" sarà per Ester più inevitabile che convinto, e comunque carico di inconfessate nostalgie.
"L''immaginario' femminile che la regista dichiara di aver presente in questo film è tutt'altro che 'immaginato', se si pensa al successo delle 'telenovelas' sui nostri schermi e a quello editoriale dei 'bluemoon' nonché al massiccio lancio pubblicitario di Liala, riesumata dalle ceneri degli anni '30. Romanzi d'appendice allora, fotoromanzi subito dopo, telenovelas e serials 'per sognare' oggi, sono il fragile rifugio di un tipo di donna - per niente raro - assolutamente povera di interessi e di valori, ed esasperata dal ritmo frenetico di un vivere meccanico e inesorabilmente ripetitivo. La regista affronta, però, il tema in chiave di commedia, accennandolo senza alcuna intenzione di approfondirlo. Il film, infatti, è tutto giocato sulle frenesie schizoidi di un falegname Oscar-Montesano, iperbolicamente esagitato, che ha pure qualche felice momento espressivo nelle sue reazioni caotiche (forse rivelatore di insospettate attitudini drammatiche) e qualche boccaccesco guizzo di comicità. Per il resto il film è narrativamente abbastanza sconnesso (...) E' pure palese l'indugio compiaciuto sulle belle immagini di una Roma suggestiva che l'operatore Dante Spinotti sa cogliere con bravura. La recitazione di Veronica Lario e di Luisa De Santis non è banale, e alcune caratterizzazioni popolane sono felicemente azzeccate." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 96, 1984)
Incasso in euro