SCHEDA FILM

Sky Captain and the World of Tomorrow

Anno: 2004 Durata: 88 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:FANTASCIENZA, FANTASY, THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:JON AVNET, SADIE FROST, JUDE LAW E MARSHA OGLESBY PER PER NATURAL NYLON ENTERTAINMENT, BROOKLYN FILMS

Distribuzione:FILMAURO

TRAMA

A New York, la giornalista Polly Perkins si accorge dell'improvvisa e misteriosa sparizione di alcuni famosi scienziati. Quando la città viene invasa da giganti robot-killer, Polly decide di chiedere aiuto al suo ex fidanzato, Joseph "Sky Captain" Sullivan, per volare fino in Nepal e stanare il Dr Totenkopf, che ha progettato un piano di distruzione del mondo.

CRITICA

"Sulle orme del carismatico zio Dino, che nel 1980 lanciò 'Flash Gordon', Aurelio De Laurentiis in associazione con Jon Avnet ha scelto per il suo debutto produttivo in Usa un tema non lontano dai fumetti avventurosi di Alex Raymond: 'Sky Captain and the World of Tomorrow'. Ovvero un film in cui il geniale Kerry Conran, autore e regista, ha assemblato una quantità di suggestioni tratte da usi e costumi del 1939, inclusi il cinema, le musiche, l'abbigliamento e il revival della commedia sofisticata nei duetti dell'eroe volante Jude Law e della giornalista Gwyneth Paltrow. Interpreti di straordinaria professionalità, ai quali bisogna aggiungere almeno Angelina Jolie nelle insolite vesti di guerriero monocolo; e tutti insieme impegnati a recitare sullo sfondo anonimo del blue screen, riempito solo in un secondo momento, in chiave tecnologica, di ogni meraviglia del possibile. Il gusto fumettistico e retrò, che a momenti appare fin troppo raffinato e intellettualistico, viene riscattato nelle sequenza d'apertura da un evidente riferimento all'11 settembre. (...) E' un vero peccato che Sky Captain' dopo un inizio folgorante non mantenga in pieno le promesse quando i nostri eroi viaggiando a bordo di un aereo che diventa anche sommergibile, scoprono nel Nepal un'allucinante versione tecnologica di Shangri-La. Da un certo punto la drammaturgia non sembra all'altezza della visualità, il racconto ristagna e indulge a effetti discutibili. Vedi la trovata di resuscitare al computer Lord Laurence Olivier assegnandogli il ruolo del defunto Supercattivo Totenkopf, un tratto curioso che finisce per aumentare quel tanto di calcolata freddezza che nuoce al risultato emotivo. Si può comunque prevedere che il "mondo di domani", annunciato nel titolo di un film collocato in un mondo di ieri ormai lontano nel tempo, vedrà parecchie pellicole realizzate sul modello di questa che rappresenta una finestra aperta sul futuro della Settima arte." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 13 novembre 2004) "Il kolossal da 70 milioni di dollari dell'esordiente Kerry Conran, coprodotto da Jon Avnet e Aurelio De Laurentiis, mette ulteriormente in cortocircuito percezione e sensazione non solo perché si tratta di una insolita science fiction retrò, ma soprattutto perché le sofisticate citazioni dell'operazione scaturiscono dall'intenzione di riprodurre/ricreare/rigenerare modelli e stereotipi nell'ottica di una postmoderna, deleuziana trasformazione del rapporto dello spettatore con l'immagine. Se poi si sa che per il suo esordio alla grande nel cinema hollywoodiano, il produttore italiano ha scommesso su un film integralmente "virtuale" allora si ha anche la sensazione di trovarsi di fronte a un esempio di onnipotenza tecnologica che sfida l'immaginario e ne rielabora il percorso. (?) Tra passato e futuro, tra sogno e ricordo, la raffinata e visionaria opera prima di Conran cita il noir degli anni '40, i fumetti degli anni '30, i film di mostri degli anni '50, la commedia sofisticata degli anni d'oro, l'espressionismo tedesco, 'King Kong', i robot disegnati da Max Fleischer, i b-movies Sf. E le variazioni cromatiche hanno il sapore di un classico in bianco e nero colorizzato." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 20 novembre 2004) "Di fronte a un film come 'Sky Captain and the World of Tomorrow' viene da chiedersi se il futuro non è annidato nel passato. Perché questo film, prodotto da Aurelio de Laurentiis con Jon Avnet e presentato come pionieristico per le tecnologie con cui è stato realizzato, è un raffinato puzzle retrò che può essere un divertimento in sé decostruire per rivelarne la fitta trama citazionistica. L'ha realizzato interamente in computer graphic (2000 inquadrature e sei anni di lavoro) l'esordiente Kerry Conran, anche autore della schematica sceneggiatura, sulla base di disegni, materiali d'archivio, fotografie d'epoca suggestivamente montati e sovrapposti. Non un solo ambiente, non un solo paesaggio è reale. Di vero sullo schermo, con l

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