SCHEDA FILM

SHOCKING LOVE

Anno: 1985 Durata: 105 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:POLIZIESCO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:TRATTO DAL ROMANZO DI ROBIN COOK

Produzione:NORBERT SAADA PER SWANIE PRODUCTIONS; TF1 FILM PRODUCTIONS

Distribuzione:CECCHI GORI CLASSIC (1988) - VIVIVIDEO

TRAMA

Un uomo ancora semivivo viene scaricato dal bagagliaio di un'auto in un luogo deserto alla periferia di Parigi, da due individui eleganti, un uomo e una donna, che lo uccidono con un colpo di pistola e si allontanano. L'ispettore Robert Staniland della squadra omicidi, che ne scopre il cadavere, è sorpreso dal fatto che l'assassinato calza un paio di ghette "firmate", seminuove: non è di certo un vagabondo. Si tratta infatti di un noto pianista nella cui abitazione Staniland trova una serie di cassette registrate, che rivelano nei dettagli la passione del pianista per l'avvenente Barbara Chalon-Spark. D'improvviso Barbara in persona si presenta davanti all'ispettore, dichiarando si essere lei l'assassina. L'ispettore rimane turbato e incerto, ma prosegue puntigliosamente l'indagine, che gli dà per sospette varie persone. Più d'ogni altra cosa lo insospettisce un passaggio della registrazione del pianista, che accena a un certo Marc come un suo probabile futuro assassino. Il giallo appare intricatissimo e per dipanarlo Staniland - irrimediabilmente preso dal fascino ambiguo di Barbara - si installa nell'appartamento della vittima, ascolta e riascolta le registrazioni, ne indossa gli abiti, ne ripete i gesti, fino a identificarsi con lui e a diventare l'amante di Barbara. Finché, attirato in una trappola da Marc, fratello di Barbara, assiste a un rapporto incestuoso di lui con la sorella e si salva fortunosamente dall'essere a sua volta assassinato, perché Barbara spara sul fratello.

CRITICA

"Naturalmente le regole del poliziesco esigono che da quel punto in avanti i fatti s'ingarbuglino spaventosamente. Poiché la signora ha gli occhi incantevoli e il nudo disponibile di Charlotte Rampling, il commissario perde parecchie posizioni prima di riprendere il controllo. Non prima, per sua fortuna, di avere posseduto nel fresco della doccia la scontrosa rivale e di esserne addirittura salvato, in circostanze che però il rispetto dello spettatore induce a tacere. La dinamica regia di Jacques Deray stenta nel seguire i rallentati meandri della trama che i dialoghi di Michel Audiard vogliono a un tempo prevedibile e pazzesca oppure triviale e sofisticata. Michel Serrault e Charlotte Rampling riprendono con sapienza artigianale alcune precedenti caratterizzazioni." ('La Stampa') "Improbabile come indagine, 'Shocking Love' rivela quasi subito le sue vere intenzioni: l'intreccio è solo un pretesto per raccontare il personaggio di Serrault, funzionario stolido e iperteso che cela dietro la battuta pronta (ce ne sono molte nel film, opera dello scomparso Michel Audiard) una frustrazione latente. Baffetti ben tagliati, abiti di ottimo taglio, un sorriso sardonico che allude perennemente, il commissario è una carogna con qualche momento di sincerità: talvolta pare vulnerabile, addirittura innamorato, ma non sai mai dove finisce l'uomo della legge e dove comincia l'uomo in carne ed ossa. In questa ambivalenza istrionica Serrault ci sguazza a meraviglia, distillando sguardi sornioni, microgesti e tic nervosi. Charlotte Rampling si spoglia generosamente: ma esagera con le occhiatacce e fa rimpiangere acutamente il sex appeal di Marlowe il poliziotto privato." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 15 Agosto 1988) "Curioso film, fallimentare nel gestire la suspense, attraente invece in certi tic e divagazioni, accettabile a tratti per l'aria fredda e disingannata che circola fra le immagini. Forse Deray è stato il primo a stancarsi del poliziesco convenzionale (come non pochi spettatori). Ma la Rampling nel ruolo di superdonna supersexy appare solo una comparsa sgradevole, con quel ghignetto a prova di espressione, mentre certi errori di logica e struttura compromettono la tenuta di 'Shokinglove'. Qualche citazione erudita, come quando i clienti del Grand Hotel a Cabourg interrogano un giovane maitre su come fosse Proust, e lui risponde di non aver fatto in tempo a conoscerlo, pilota il film, molto à la francaise, verso la cultura. Curioso e strano film, se si vuole fallito nell'incongruità degli impasti e nella fatiscenza della struttura, però con qualcosa da vedere: tra cui quel blocco ghiacciato di Serrault." (Sergio Frosali, 'La Nazione', 18 Agosto 1988)

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