SCHEDA FILM

Serce na dloni

Anno: 2008 Durata: 96 Origine: POLONIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Krzysztof Zanussi

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:MONOLITH FILMS, STUDIO FILMOWE TOR, WFDIF, SOTA CINEMA GROUP

Distribuzione:-

ATTORI

Bogdan Stupka nel ruolo di Konstanty
Szymon Bobrowski nel ruolo di Angelo
Marek Kudelko nel ruolo di Stefan
Marta Zmuda Trzebiatowska nel ruolo di Malgorzata
Krzysztof Kowalewski nel ruolo di Chirurgo
Borys Szyc nel ruolo di Avvocato
Maciej Zakoscielny nel ruolo di Segretaria
Agnieszka Dygant
Dorota 'Doda' Rabczewska
Nina Andrycz
Stanislawa Celinska
Tomasz Sapryk
Wojciech Mann
 

SCENEGGIATORE

Zanussi, Krzysztof
 

MUSICHE

Kilar, Wojciech
 

SCENOGRAFIA

Macha, Joanna
 

TRAMA

Un uomo di potere polacco, ricco e corrotto, scopre di soffrire di una grave malattia al cuore. L'unica salvezza per lui è un immediato trapianto. Durante la sua degenza in ospedale conosce un giovane che, a causa di una delusione d'amore e della perdita del lavoro, non ha più voglia di vivere. Insomma si tratterebbe proprio del donatore ideale, quello che fa proprio al caso suo. Basterebbe soltanto aiutarlo a morire...

CRITICA

"Lo spirito della sopravvivenza tocca anche le coscienze migliori: chi fa il male vuole continuare a farlo. Ma Krzysztof Zanussi ci ha spesso dimostrato, nella sua ampia cinematografia, che conversione, perdono, penitenza e salvezza sono imprevedibili e alla portata di tutti. 'A Warm Heart', affronta ancora una volta questi temi, ma con humour sottile, inaspettato. Sembra tornare alla sua prima trilogia degli anni Settanta ('L'illuminazione', 'La spirale', 'Constans') nella quale il più famoso tra i registi polacchi indicava come a interessarlo fossero la scienza e la precarietà della vita, la sofferenza e la mancanza di senso, la corruzione del male e del potere, la responsabilità morale e sociale, lo spirito e la materia, la passione e il desiderio, il rapporto col mondo e con Dio." (Luca Pellegrini, 'Osservatore Romano', 30 ottobre 2008) "Coprodotto da Polonia e Ucraina, 'Col cuore in mano' è dominato dal monumentale Bohdan Stupka, un grande attore ucraino capace di recitare in tre lingue diverse, che per il polacco Zanussi incarna il fascino e la furfanteria dei vecchi oligarchi, contrapposti a quelli non meno infami ma scipiti e globalizzati della Polonia attuale. È lui il potente dal cuore matto che tratta e corrompe, premia e bacchetta senza mai perdere il buonumore, da vero demagogo. Lui che domina tutti col sorriso e il terrore, fuma in sala operatoria, firma assegni scoperti all'ex-moglie che gli corre sempre dietro in scooter, lui che ordina un tremendo gigolò gay al suo segretario omofobo per fargli passare la voglia di derubarlo e alla fine, miracolo, si converte, diventa buono anzi buonissimo, aiuta il giovane povero, finanzia rifugi per animali abbandonati. Mentre perfino la squillo tutta cuoio e piercing anziché ancheggiare sui canali porno ora canta 'Casta diva' in tv. Divertente, ingenuo, sfacciato, imperfetto, molto attuale e insieme del tutto démodé: una scommessa per un regista fin troppo consacrato e ansioso di rimettersi in gioco." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 30 ottobre 2008) "Si tratta di una commedia, inedita nella sua filmografia. I suoi film non mancano certo di umorismo, E' stata una delle caratteristiche del suo cinema fin dai tempi di 'Struttura di cristallo' o 'Vita di famiglia' l'osservazione impietosa della nuova borghesia socialista. Oggi che la realtà omologata si presta alla costante presa in giro torna, dopo film più legati a tematiche politiche ('Persona non grata') filosofiche o teologiche (come 'Il Sole nero'), con un film che dire lieve forse sarebbe esagerato, ma certo sfiora con leggerezza e toccando solo in superficie il senso della vita e della morte alcuni dei nodi cruciali del mondo contemporaneo, un catalogo dei misfatti del potere del denaro contrapposto alla mancanza di coraggio di molti nell'affrontare le difficoltà della vita." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 30 ottobre 2008) "Zanussi satireggia i troppo ricchi dell'Europa ex comunista: e benché l'umorismo non sia il suo forte, il film è buono, divertente e insieme spietato. Naturalmente l'aneddoto è una metafora dell'attuale società mittleuropea: secondo il regista, tanto ripugnante da essere insopportabile per il giovane che non vuole più viverci. L'intento critico è quello de 'Il boom' di Vittorio De Sica, 1963, (...) L'idea forse più seria è la condanna del relativismo tanto deplorato dai cattolici. Ma lo sgomento del protagonista di fronte al fatto di non poter controllare il proprio destino diventa più comico che tragico: e gli interpeti Bodham Stupka, Marel Kadelka, Szymon Bobrowski sono molto bravi." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 39 ottobre 2008) "Krzysztof Zanussi protesta contro il relativismo in auge nei paesi ex-comunisti con la commedia nera 'Col cuore in mano', in cui un giovane polacco umiliato e offeso si rivela il donatore ideale per il capitalista cardiopatico Konstanty, ricoverato nello stesso ospedale perché in attesa di trapianto. Bisognerà solo convincere il mancato suicida a ripetere con più efficacia l'insano gesto... Buona la qualità del sarcasmo, ma lo stile è vecchiotto e la dose di moralismo davvero esagerata." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 30 ottobre 2008) "Una coproduzione polacco-ucraìna non commuoverà il botteghino italiano, anche se la dirige un regista come Krzysztof Zanussi. Ma 'Col cuore in mano' merita attenzione come insolito caso di commedia-nera che giunga da noi, dove le cinematografie dell'Est sono state ammesse solo in quota drammi, privati o storici. Ma una componente di dramma resta anche nel 'Cuore in mano'. (...) Non si ride, ma talora si sorride. Manca la cattiveria: Zanussi deve aver pensato che la situazione del suo Paese è già abbastanza brutta così." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 30 ottobre 2008) "Ironico anche nel titolo il film di Krzysztof Zanussi. 'Col cuore in mano' ricorda la generosità che dovrebbe ispirare ciascuno, ma anche il cuore che un oligarca dell'Est, incontinente e debosciato, sta cercando per farselo trapiantare. Siamo nel perimetro di una commedia, in cui il regista si diverte a spiazzare continuamente i suoi personaggi (e noi) e a distendere una trama che vive a ogni passo di sorprese e paradossi. Stefan mollato dalla ragazza e spiantato, vorrebbe farla finita e procede da un tentativo di suicidio all'altro. Ogni volta fallimentare." (Guido Barlozzetti, 'E Polis', 30 ottobre 2008)

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