Senza destino2005

SCHEDA FILM

Senza destino

Anno: 2005 Durata: 133 Origine: UNGHERIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Lajos Koltai

Specifiche tecniche:35 MM, PANAVISION

Tratto da:romanzo autobiografico "Essere senza destino" (1975) di Imre Kertész (Ed. Feltrinelli)

Produzione:ANDRAS HAMORI PRODUCTION, HUNGARIAN MOTION PICTURES, EUROARTS MEDIEN, MAGIC MEDIA INC., RENEGADE FILMS, HUNGARIAN TELEVISION, MITTELDEUTSCHER RUNDFUNK, MEDUSA FILM

Distribuzione:MEDUSA (2006)

ATTORI

Marcell Nagy nel ruolo di Gyuri Koves
Áron Dimény nel ruolo di Bandi Citrom
András M. Kecskés nel ruolo di Finn
Jozsef Gyabronka nel ruolo di Uomo sfortunato
Endre Harkanyi nel ruolo di Vecchio Kollmann
Zsolt Der nel ruolo di Rozi
Dani Szabó nel ruolo di Moskovich
Tibor Mertz nel ruolo di Fodor
Péter Vida nel ruolo di Lenart
Zoltan Bukovszki nel ruolo di Zoli
Gabor Nyiri nel ruolo di Hedge
Jeno Nagy nel ruolo di Jeno
Bence Bihari nel ruolo di Bence
Patrik Holzmuller nel ruolo di Patrik
Jakab Pilaszanovich nel ruolo di Jakab
Marta Bakó nel ruolo di Nonna
Géza Balkay nel ruolo di Soldato ubriaco
János Bán nel ruolo di Padre
Gyorgy Barkó nel ruolo di Sig. Fleischmann
Miklos Benedek nel ruolo di Zio Vili
Zoltan Bereczky nel ruolo di Darazs
Denes Bernath nel ruolo di Szegedi
Krisztina Biró nel ruolo di Donna alla finestra
Gyorgy Bosze nel ruolo di Goz
Peter Bryja nel ruolo di Peter
Maciej Chichocki nel ruolo di Pjetka
Daniel Craig nel ruolo di Sergente americano
Antal Cserna nel ruolo di Uomo rispettabile
Mari Csomos nel ruolo di Madre di Bandi Citrom
Attila Dolmany nel ruolo di Capo
Zoltan Dozsa nel ruolo di Sergente
Tamas Dunai nel ruolo di Dottore Francese
Béla Dóra nel ruolo di Fumatrice
György Gazsó nel ruolo di Sig. Suto
Csaba Gieler nel ruolo di Interprete
Istvan Goz nel ruolo di Esperto
Aniko' Gruiz nel ruolo di Donna straniera
Sandor Halmagyi nel ruolo di Rabbino
Mate' Haumann nel ruolo di Soldato SS
Peter Haumann nel ruolo di Zio Lajos
Sara Herrer nel ruolo di Annamaria
Gyorgy Hunyadkurthy nel ruolo di Uomo alla finestra
László Jambor nel ruolo di Controllore
Laszlo' Ifj. Jaszai nel ruolo di Ufficiale
László Joó nel ruolo di Anziano
József Kelemen nel ruolo di Szabň
Zoltán Barabás Kis nel ruolo di Sergente SS a Buchenwald
Ildiko' Kishonti nel ruolo di Moglie di zio Vili
Jeno Kiss nel ruolo di Soldato SS
Krisztian Koles nel ruolo di Krisztian
Krisztian Kolovratnik nel ruolo di Tenente
Sándor Ifj. Komives nel ruolo di Fazekas
Vilmos Kun nel ruolo di Nonno
Andrea Ladanyi nel ruolo di Prigioniero
Ferenc Lengyel nel ruolo di Insegnante di geografia
Jozsef Lukacs nel ruolo di Sergente SS
Andor Lukáts nel ruolo di Reporter
Zsolt László nel ruolo di Balogh
Kati Lázár nel ruolo di Sig.ra Fleischmann
Attila Magyar nel ruolo di Gyulai
László Mehes nel ruolo di Sandor
Gaspar Meses nel ruolo di Fratello minore di Annamaria
Ildiko' Molnar nel ruolo di Madre della ragazza
Piroska Molnár nel ruolo di Terka
Gábor Máté nel ruolo di Miklos
Pál Oberfrank nel ruolo di Dottore ungherese
Agnes Olasz nel ruolo di Sorella di Bandi Citrom
Aron Oze nel ruolo di Sergente
Bela Paudits nel ruolo di Uomo che protesta
Bálint Péntek nel ruolo di Ragazzo carino
Ádám Rajhona nel ruolo di Sig. Steiner
Istvan Rimoczy nel ruolo di Sergente SS
Judith Schell nel ruolo di Matrigna
Geza Schramek nel ruolo di Boda
David Szanitter nel ruolo di Kapitany
Andras Szego nel ruolo di Uomo di cultura
Adrien Tancos nel ruolo di Erika
Szabolcs Thuroczy nel ruolo di Soldato SS
Geza Toth nel ruolo di Prigioniero
Ildiko' Toth nel ruolo di Madre
Zoltan Toth nel ruolo di Zoltan
Orsolya Tóth nel ruolo di Zoltan
Istvan Uri nel ruolo di Csarnai
Peter Vallai nel ruolo di Uomo dei negoziati
Eva Vandor nel ruolo di Donna dai lineamenti delicati
Zoltan Varga nel ruolo di Berei
Sandor Zsoter nel ruolo di Ufficiale SS
Andras Salamon
Andras Suranyi
Andrea Szotak
Anita Tóth
Attila Beszterczei
Béla Spindler
Erno Fekete
Frank-Michael Kobe
Gabor Ferenczi
Gergely Kocsis
Gergely Meszaros
Istvan Komlos
Istvan Meszaros
Jozsef Szarvas
Judit Meszlery
Jusztin Balassi
Karoly Nemcsak
Lajos Kovács
Lajos Kulcsar
László Baranyai
László Kovesdi
Luca Seres
Marton Brezina
Miklos Szekely B.
Olga Koos
Péter Fancsikai
Peter Szokolay
Richard Peter
Zoltan Bezeredy
Zsolt Kovács
 

SOGGETTO

Kertész, Imre
 

SCENEGGIATORE

Kertész, Imre
 
 

MONTAGGIO

Sello, Hajnal
 

SCENOGRAFIA

Lazar, Tibor
 

COSTUMISTA

Szakács, Györgyi

TRAMA

Racconto doloroso e dettagliato dell'esistenza in un campo di concentramento attraverso lo sguardo di Gyuri, un giovane ebreo ungherese. Dopo la deportazione del padre in quelli che sono creduti semplicemente campi di lavoro, anche Gyuri viene rastrellato sull'autobus che lo sta portando a scuola. Dopo un periodo passato ad Auschwitz, viene poi spostato a Buchenwald, dove viene perseguitato da un kapň ungherese e dove inizia la sua routine di fatica, dolore, sottomissione e degrado: perde i lunghi riccioli neri, dimagrisce progressivamente, spala sassi, trasporta sacchi pesantissimi, si lava di rado, contrae la scabbia, gli va in cancrena un ginocchio, č costretto a dormire vicino ai moribondi e a passare intere giornate in piedi, al freddo o sotto la pioggia. Eppure non "perde se stesso" - come dirŕ una volta uscito dal lager, prelevato per miracolo da una fossa comune dalle truppe alleate - né il contatto con la realtŕ. Una realtŕ fatta anche di piccole e necessarie astuzie per sopravvivere e di momenti che senza imbarazzo definisce "piacevoli"...

CRITICA

"Un ragazzino di buona famiglia che non sa niente della vita la scopre nel posto piů lontano dalla vita che si possa immaginare: un lager nazista. E' il soggetto solo apparentemente paradossale di questo film tratto dal romanzo autobiografico del premio Nobel ungherese Imre Kertész. 'Tutti mi chiedono soltanto dell'orrore', dice il giovanissimo György quando torna a Budapest miracolosamente scampato alla morte, 'ma č della felicitŕ dei campi di concentramento che dovrei parlare'. Nel film naturalmente questa felicitŕ non c'č, non si vede, ma la si intuisce nei vuoti che il grande cineoperatore Lajos Koltaj, qui regista, lascia sapientemente fra le immagini studiatissime di un film fatto non solo di momenti forti ma di sguardi, silenzi, interstizi. (...) E' un modo del tutto diverso di affrontare la questione Shoah (lo stesso Kertész, che preferisce di gran lunga 'La vita č bella' al troppo fittizio 'Schindler's List', ha esitato a lungo prima di adattare il suo romanzo per lo schermo). Peccato che la musica di Morricone, cosě sentimentale, sia per una volta del tutto inadeguata. Ma il film č una vera sorpresa. Un viaggio al termine della notte che si chiude su una luce fioca e insieme penetrante. Per chi sappia e voglia vederla, naturalmente." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 gennaio 2006) "Dal romanzo dell'ungherese Imre Kertész, premio Nobel che ha dedicato la vita alla Shoah, diretto dal candidato all'Oscar Lajos Koltai, direttore di fotografia di Szabň e Tornatore, musicato con ardore da Morricone, interpretato da un giovane, Marcell Nagy, trovato sulla via Paal televisiva, il film č una testimonianza sugli orrori dell'Olocausto. Oleografico perché non sempre arriva nel fondo dell'angoscia ma si ferma alla sua rappresentazione, č diverso: la vittima, nonostante gli orrori, sopravvive e cerca di ricordare il "positivo" di quella mostruositŕ. Č sempre utile ricordare, ci vorrebbe, di questi tempi, non un giorno, ma un anno di molte Memorie." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 27 gennaio 2006) "Il film di Lajos Koltai (debuttante come regista, giŕ direttore della fotografia di grande livello: per esempio di Tornatore per 'La leggenda del pianista sull'Oceano') sceglie uno sguardo giustamente attonito, impassibile perché le cose, i volti, le situazioni parlano da soli, per trasferire sullo schermo l'autobiografica odissea di Gyuri: tra i rituali familiari anteguerra di un tradizionalismo ebraico indifeso e inconsapevole, quelli della quotidiana sopravvivenza nel lager, e l'infastidita indifferenza che il ragazzo con la divisa a strisce e il marchio sulla pelle trova tornando a casa." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 27 gennaio 2006) "'Senza destino' ('Fateless'), in concorso un anno fa a Berlino, ritorna sul tema dell'Olocausto in coincidenza con le celebrazioni della Giornata della memoria. Purtroppo, preso da un punto di vista specifico, il film č solo un'ennesima illustrazione enfatizzata dalle musiche di Morricone e funestata da una regia senza scatti degni di nota. Stabilendo che la nobiltŕ del tema procuri a prescindere un salvacondotto d'autore, ci sarebbe poco da disquisire: ma siccome esistono decine e decine di precedenti - tra cui 'Schindler's List' e il recente 'Il pianista' - era lecito attendersi una visione meno stereotipata, prevedibile e pretenziosa. Fotocopiata dal romanzo autobiografico del premio Nobel Imre Kertész ('Essere senza destino', Feltrinelli ed.), la superproduzione europea si č affidata a Lajos Koltai che, peraltro, non fa molto per dimostrarsi degno della promozione ossia maturato rispetto all'onorata carriera di direttore della fotografia." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 28 gennaio 2006)

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