Anno: 1961 Durata: 125 Origine: ITALIA Colore: B/N
Genere:DRAMMATICO, POLIZIESCO
Regia:Francesco Rosi
Specifiche tecniche:PANORAMICA
Tratto da:-
Produzione:FRANCO CRISTALDI PER LUX FILM, VIDES CINEMATOGRAFICA, LIONELLO SANTI PER GALATEA FILM
Distribuzione:LUX FILM - RICORDI VIDEO, VIVIVIDEO, GRUPPO EDITORIALE BRAMANTE, PANARECORD, L' UNITA' VIDEO (CINECITTA', CLASSICI DEL CINEMA ITALIANO) - DVD: DOLMEN HOME VIDEO (2010)
Frank Wolff | nel ruolo di | Gaspare Pisciotta |
Salvo Randone | nel ruolo di | Presidente della Corte d'Assise |
Federico Zardi | nel ruolo di | Avvocato di Pisciotta |
Pietro Cammarata | nel ruolo di | Salvatore Giuliano |
Nando Cicero | nel ruolo di | Un bandito |
Giuseppe Teti | nel ruolo di | Giovane pastore |
Cosimo Torino | nel ruolo di | Frank Mannino |
Giuseppe Calandra | nel ruolo di | Sottufficiale dei Carabinieri in borghese |
Pietro Franzone | nel ruolo di | Declamatore dell'inno separatista |
Renato Pinciroli | nel ruolo di | Pinciroli |
Max Cartier | nel ruolo di | Francesco |
Bruno Ukmar | nel ruolo di | Confidente |
Giovanni Gallina | nel ruolo di | Picciotto |
Vincenzo Norvese | nel ruolo di | Picciotto |
Sennuccio Benelli | nel ruolo di | Giornalista |
Nino Sorgi | ||
Ugo Torrente |
Subito dopo la liberazione della Sicilia, Salvatore Giuliano, già fuorilegge per aver ucciso un carabiniere, costituisce una banda ed entra a far parte dell'esercito separatista, sostenendo conflitti a fuoco con soldati e carabinieri. Quando questo esercito viene sciolto, Giuliano rimane isolato con la sua banda ed è costretto a riprendere la sua attività di fuorilegge. Uno dei fatti più gravi di questa attività è costituito dall'episodio di Portella della Ginestra, nel quale numerosi uomini, donne e bambini furono uccisi dalla banda. A questo punto viene decisa dalle autorità una guerra senza quartiere contro Giuliano. Uno dopo l'altro cedono i capisaldi della sua difesa e la mattina del 5 luglio 1950 il suo corpo inanimato viene ritrovato nel cortile di una casa di Castel Vetrano. Ma la storia non è conclusa. Gaspare Pisciotta viene avvelenato in carcere e altri mafiosi che hanno compiuto con lui i misfatti sono colpiti da mani misteriose.
"(Il film) rappresenta in realtà un brano di storia italiana che pone al centro del suo discorso il fenomeno della mafia, fenomeno del quale il bandito è uno degli episodi più o meno oscuri, forse neppure il più importante anche se il più vistoso. A Rosi Giuliano serve esclusivamente (...) come punto di riferimento. La logicità storica e la funzionalità espressiva del linguaggio anticronologico dell'opera non si capiscono a fondo se non si tien conto che quel cadavere che nella prima scena appare dall'alto, schiacciato nell'assolato cortile di Castelvetrano (...) è uno dei tanti di una catena da spiegare." (G. Ferrara, 'Francesco Rosi', Canesi Editore, 1965)
Incasso in euro