SCHEDA FILM

Salsa rosa

Anno: 1991 Durata: 85 Origine: SPAGNA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:-

Produzione:CARLOS ORENGO, CESAR BENITEZ - AUDIOVISUALES NEBLI'/CRISTAL PC (SPAGNA)

Distribuzione:VISIONI ORIGINALI (1993) - COLUMBIA TRISTAR (SPAGNA) - MONDADORI VIDEO

TRAMA

Due donne conosciutesi per puro caso fanno una scommessa: Kero, giovanissima e bruna, moglie di Rosario (cuoco in un ristorante) e sorella di Loren (un bisex che si produce in un localino insieme ad altri spogliarellisti maschili, tra i gridolini estasiati di spettatrici spagnole) sfida la bionda Ana matura moglie di Tomàs un noto chirugo e scrittrice di ricettari a mettere alla prova la fedeltà dei coniugi rispettivi in uno scambio di incontri cercati durante alcuni giorni, mentre per loro si tratterà anche di una sapida occasione, perchè Kero è una assatanata nel sesso ed Ana ha un partner di scarso vigore.

CRITICA

Al di là del risultato espressivo e delle dosi di divertimento somministrate (Almodovar, dove sei?), il film va segnalato perchè è la prima, singolare proposta d'una iniziativa dal titolo significativo, "Visioni originali", e patrocinata - tra gli altri - da Giuseppe Tornatore. Il rabbioso e testardo obiettivo di questi mecenati del cinema piccolo ma meritevole è quello di presentare pellicole di qualità, trascurate dalle distribuzioni, in versione originale con sottotitoli italiani e di diffonderle tramite tre "media" della comunicazione, non più in concorrenza tra loro. Ciascuno degli otto film sarà infatti presentato su Telepiù (dove Salsa rosa è passato la scorsa estate), in sala e in videocassetta, grazie alla Mondadori. Tra i titoli a venire, provenienti da tre continenti, alcuni gioielli per amatori come Ashik Kerib di Sergej Paradjanov e David Abashidze, Gaspard e Robinson di Tony Gatlif e Galaxies are colliding di John Ryman. (Il Messaggero, Fabio Bo 07-10-93) Una commedia libertina, dunque, in linea con quello che sta ormai diventando il nuovo cinema spagnolo dedito al culto della "movida". L'avvio è un pò stentato, dopo, però, fra equivoci, contrattempi ed anche qualche colpo di scena, l'azione acquista un movimento sufficiente per divertire: senza gli sberleffi sulfurei di Almodovar, senza i graffi di Bigas Luna, ma con tutto il brio necessario, specie quando le situazioni riescono a tenersi sul filo del rasoio di una pochade iberica ammiccante solo quel tanto che basta a far sorridere. Gli interpreti seguono, spesso anche con estro. A convincere è soprattutto Maribel Verdù, nelle spigliate furbizie di Koro, ma non vanno sottovalutati i modi saldi di Juanjio Puigcorbè, nei panni un pò yuppie del chirurgo, e le grazie bionde di Veronica Forquè, una moglie dimessa pronta però, di fronte alla prova, ad infiammarsi. Li ascoltiamo e li apprezziamo tutti con le loro voci, perchè il film, anzichè doppiato, è sottotitolato, come lo saranno anche gli altri della serie ideata da Tornatore. Da lodare anche per questo. (Il Tempo, Gian Luigi Rondi 07-10-93)

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