Sacrificio1986

SCHEDA FILM

Sacrificio

Anno: 1986 Durata: 143 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA EASTMANCOLOR, 35 MM

Tratto da:-

Produzione:SWENSKA FILMINSTITUTE (STOCKHOLM), ARGOS FILM, IN COLLABORAZIONE CON FILM FOUR INTERNATIONAL, JOSEPHSON & NYKVIST HB, SVERIGES TELEVISION (SVT), SANDREWS

Distribuzione:ISTITUTO LUCE - I.N.C. (1987) - DELTAVIDEO, VIDEO CLUB LUCE, SAN PAOLO AUDIOVISIVI

TRAMA

La cinepresa scorre sopra l'"Adorazione dei Magi" di Leonardo da Vinci, partendo dal Bambino per arrivare alla scura chioma dell'albero. Sulla riva del mare ci sono Aleksander e suo figlio, il piccolo Ometto: stanno piantando un albero secco, riprendendo l'antica leggenda giapponese secondo la quale uno analogo, annaffiato scrupolosamente per tre anni, alla fine rifiorì. Aleksander è un ex attore di teatro che ora si è ritirato in una splendida e isolata villa, dedicandosi all'insegnamento e alla ricerca. Questo è il giorno del suo compleanno: prima Otto, il postino della zona, poi Adelaide, la moglie del protagonista, assieme a Viktor, il medico di famiglia, raggiungono i due e fanno gli auguri ad Aleksander. Costui s'attarda in compagnia del figlio: è il solo a parlare, giacché Ometto ha appena subito un'operazione alla gola. Aleksander è pessimista nei confronti del futuro dell'umanità: "L'uomo ha costantemente violentato la natura". Inavvertitamente, Aleksander colpisce Ometto al volto: perde i sensi ed ha una visione catastrofica. In casa, dopo aver ammirato il libro d'icone regalatogli dal dottore, Aleksander discorre con questi, con la figlia Marta e la moglie. Arriva Otto: il suo regalo è una splendida carta geografica della fine del Seicento. Ma il regalo più sconvolgente Aleksander lo scopre all'esterno: una perfetta miniaturizzazione della sua villa; la serva Maria gli spiega che quello è un regalo di Ometto, costruito assieme ad Otto. La casa trema, si odono degli aerei sfrecciare in cielo. La televisione trasmette il comunicato di un ministro: si rischia una guerra atomica. Adelaide ha una crisi, Aleksander sale al piano di sopra e, dopo aver recitato il Padre Nostro, promette a Dio che, se la sua famiglia verrà risparmiata, egli gli offrirà tutto ciò che ha di più caro. Addormentatosi, sogna. Il postino lo sveglia, e gli comunica che c'è una possibilità che tutto ritorni come prima: Aleksander dovrà recarsi a casa di Maria, e fare l'amore con lei. Quella è una strega dotata di poteri straordinari. Dopo l'iniziale incredulità, il protagonista accetta e, non visto dai suoi cari, raggiunge la serva. Dopo averle confessato un caro ricordo, le chiede il suo amore. Maria lo abbraccia, e i due lievitano. E' mattina. Aleksander si sveglia: è nel suo studio, al piano di sopra, e tutto pare tornato alla normalità. I suoi familiari, riuniti all'esterno per il pranzo, leggono un biglietto del protagonista, che li invita a fare una passeggiata. Una volta lontani, Aleksander adempie alla promessa e dà fuoco alla casa. Giunta un'ambulanza, egli, dopo un'iniziale resistenza, vi entra spontaneamente. L'automobile si allontana, passando accanto all'albero secco in riva al mare: Ometto, come se nulla fosse successo, lo sta innaffiando diligentemente. Sdraiatosi ai piedi dell'albero, il bambino pronuncia le sue prime parole: "'In principio era il Verbo'. Perché, papà?". La cinepresa s'innalza, ad inquadrare i rami secchi contro la scintillante superficie del mare. Compare la scritta con cui il regista dedica il film al proprio figlio, "con speranza e fiducia".

CRITICA

"I film di Tarkovskij sono sovraccarichi di motivazioni: il destino dell'uomo; la violenza dell'uomo contro la natura; i difficili rapporti fra padri e figli e familiari; l'essenza dell'arte e le responsabilità dell'artista; i limiti della scienza e la sua violenza sull'uomo e, per ultimo, il pericolo atomico. Sono soltanto alcune tematiche, che si amalgamano meravigliosamente in questo film. Ci troviamo di fronte alla storia di un sacrificio, non materiale, ma spirituale. (...) Il film è cupo, ma ricco di ottimismo per il futuro. Il regista descrive con forza l'assedio costante che deve sopportare l'uomo, ma indica anche una via di salvezza. 'Sacrificio' si conclude con una dedica al figlio, ma anche le ultime immagini sono intrise di speranza, con il bambino intento ad innaffiare l'albero, che riacquista la parola per dire 'Papà, perché'. Il film spendidamente fotografato da Sven Nykvist è recitato con grande professionismo." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 103, 1987)

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