SCHEDA FILM

Richie Rich - Il più ricco del mondo

Anno: 1994 Durata: 99 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE

Tratto da:Basato sui personaggi Harvey Comics

Produzione:JOEL SILVER, JOHN DAVIS

Distribuzione:WARNER BROS ITALIA (1995) - WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI)

TRAMA

Unico erede del multimiliardario Mr. Rich, il dodicenne Richie cresce nella reggia paterna adorato dai genitori e accudito dal fedele precettore Cadbury. Noiosa è la formazione multidisciplinare che lo deve forgiare come futuro magnate, ma questa viene interrotta bruscamente dalle losche trame di Lawrence Van Dough, dirigente dell'impero paterno che, complice il capo della sicurezza Ferguson, sabota l'aereo dove crede sia in viaggio la famiglia. Mentre papà e mamma precipitano in mare, Rich scampa perché Cadbury gli aveva organizzato una giornata di giochi con alcuni ragazzi. Alla notizia del disastro Richie attiva il "cercapadre", dispositivo che localizza il genitore, ma invano. Van Dough, smanioso di impadronirsi del nascosto e favoloso caveau di famiglia, cerca di assumere il controllo della compagnia, ma Cadbury, essendo tutore, fa insediare il ragazzo come presidente che si serve dei suoi amici per migliorare la qualità dei prodotto per l'infanzia. Mentre Cadbury viene mandato in galera con un inghippo da Van Dough, il chimico Keenbean registra una compromettente conversazione di costui con Ferguson. Scampato ad un attentato in carcere, Cadbury evade aiutato da Richie. I genitori di Richie si sono salvati ma Ferguson li localizza e li sequestra. Assalendo il proprio palazzo con l'aiuto dei ragazzi e di Cadbury e del liberato Keenbean, imbavagliato da Ferguson, Richie ritrova i suoi genitori. Il caveau, sito sotto una montagna di marmo con le fattezze dei tre Rich, è pieno soltanto di ricordi di famiglia e cimeli, ma senza alcun valore commerciale. Van Dough è furioso, ma Richie e Cadbury reagiscono, e dopo una strenua lotta, su e giù per il monumento, Van Dough precipita e viene arrestato. Finirà, col complice, a fare il giardiniere sotto sorveglianza, mentre la famiglia festeggia la travagliata riunificazione.

CRITICA

"La favoletta, basata sugli Harvey Comics, è ben agitata prima dell'uso e dopo un inizio socialmente melenso, dove il ragazzino vive l'emarginazione del miliardario, più avanti il racconto si fa thriller, con ripetute citazioni hitchcockiane, perché malvagi manager organizzano una loro strategia della tensione per uccidere il papà capitalista illuminato disperso in mare con la moglie e una bottiglia di Dom Perignon. Richie Rich fa venire in mente Topolino con la Banda Bassotti e ha un coro di bravi caratteristi (ineffabile il maggiordomo deus ex machina di Jonathan Hyde, mentre Michael McShane fa il solito inventore picchiatello) intorno al non simpaticissimo Culkin che ha già perso la dolce ala dell'adolescenza e guarda in platea con una certa arroganza." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 21 Aprile 1995) "Quasi un'autobiografia per l'enfant prodige del cinema americano condannato a non crescere mai (ma ormai quindicenne), forse uno degli ultimi film in cui avremo modo di vederlo 'truccato' da bambino-androide. Poi, sarà interessante verificare quali ruoli Hollywood ha in mente per il Macaulay Culkin più grandicello, quando al ragazzo crescerà la barba o se il suo destino sarà quello di morire (cinematograficamente) alle soglie dell'adolescenza. (...) Tra Frank Capra e Walt Disney con un pizzico di Alfred Hitchcock citato nella famosa scena delle montagne Rushmore di 'Intrigo internazionale', il film è abbastanza divertente, grottesco, surreale pieno di piccole trovate ma, certo, non s'innalza dalla media dei prodotti americani tipici. A dirigerlo è Donald Petrie, a suo agio nei territori della commedia, già autore di 'Mystic Pizza' e di 'Due irresistibili imbroglioni'." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 22 Aprile 1995) "Tutto festoso e, allo stesso tempo, avventuroso, qua con il gusto sempre sopra le righe tipico appunto dei fumetti, là con felici accenti di cronaca abilmente pervasi da fiotti di comicità spensierata in grado di farsi avanti anche nei momenti più tesi. Si aggiunga la cornice, quella Bilmore House, dimora dall'Ottocento dei Vanderbilt che, pur dichiarata monumento nazionale e riprodotta su tutti i libri americani d'arte, è diventata qui la casa con 255 stanze dove, coccolato e festeggiato prima delle sue disavventure abita il piccolo Richie, conscio che tanti tesori gli appartengono. In mezzo, come Richie, c'è Macaulay Culkin che, attore-bambino strapagato, mostra di essere del tutto abituato sia al fasto sia ai dollari: con una carica di simpatia, però, come sempre irresistibile. Il cattivo che tenta di ridurlo in povertà è John Larroquette, che una volta faceva parte dei plotoni di Star Trek." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 23 Aprile 1995)

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