SCHEDA FILM

Ribelli per caso

Anno: 2001 Durata: 100 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO, METAFORA

Regia:Vincenzo Terracciano

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:UMBERTO MASSA PER KUBLA KHAN - MEDIATRADE

Distribuzione:ISTITUTO LUCE

ATTORI

Antonio Catania nel ruolo di Adriano
Giovanni Esposito nel ruolo di Professore
Franco Javarone nel ruolo di Don Ciro
Renato Scarpa nel ruolo di Armando
Tiberio Murgia nel ruolo di Vincenzo
Antonio Petrocelli nel ruolo di Sorvino
Gea Martire nel ruolo di Maria
Gianni Ferreri nel ruolo di Ispettore Lettieri
Maria Pia Calzone nel ruolo di D.ssa Del Giudice
Giancarlo Casentino nel ruolo di Giorgio
Claudio Patierno nel ruolo di Fabio
Dora Romano nel ruolo di Carla
Ivan Polidoro nel ruolo di Tonino
Peppe Iodice nel ruolo di Enzo
Silvia Tortarolo nel ruolo di Luisa
 

MONTAGGIO

Spoletini, Marco
 

SCENOGRAFIA

De Martino, Carlo
 

COSTUMISTA

Guidotti, Gaia

TRAMA

TRAMA CORTA Nella stanza 104 di un pittoresco ospedale napoletano convivono cinque uomini di mezza età. Vengono da esperienze diverse ma il comune amore per il cibo, che per le loro condizioni di salute è diventato il frutto proibito, li ha resi amici. Il bancario, il professore, l'impiegato, il fruttivendolo e il vinaio, per passare il tempo, decidono di organizzare una grande cena il sabato sera, quando la sorveglianza è allentata. Scoperti, non rinunciano, anzi si barricano nella stanza rivendicando il diritto di scegliere. Molte cose accadranno prima del sorgere di un nuovo giorno. TRAMA LUNGA Adriano, un impiegato, viene ricoverato nel reparto di gastroenterologia di un ospedale napoletano. Nella stanza con lui, la numero 104, ci sono altri pazienti: Ciro, fruttivendolo, Guido, professore, Armando, bancario, Vincenzo, venditore di vino. Quest'ultimo, che è in stato comatoso, è assistito dai due figli. Uniti dalla comune attesa di conoscere gli esiti delle analisi, i pazienti stringono amicizia. Così nella frustrazione dei pranzi poco gustosi e della mancanza di libertà, i cinque degenti decidono, di nascosto, di organizzare una cena con tutti gli alimenti che è loro vietato mangiare. La cena, fatta il sabato sera quando il personale è ridotto, diventa il momento della loro ribellione. Barricatisi in stanza, i pazienti si intrattengono a lungo a tavola, sordi a qualsiasi richiamo o minaccia che si stanno concretizzando dall'esterno. Interviene anche un commissario di Polizia che, esasperato, arriva a sfondare il muro della stanza accanto per raggiungerli. Un malore, non letale, di Ciro pone tuttavia fine alla grande abbuffata. A seguito di quest'esperienza Adriano trova la forza per farsi dire con chiarezza dal medico di avere un cancro, mentre Guido trova il coraggio per dichiararsi a Maria, l'infermiera più premurosa. Dopo la grande mangiata, Vincenzo, risvegliatosi proprio con l'odore del cibo, cade di nuovo nel suo stato comatoso. L'avventura nella stanza 104 si conclude con una danza liberatoria che coinvolge tutto il reparto e fa infine comparire un sorriso sull'arcigno volto del primario Sorvino.

CRITICA

"Dopo il mélo giudiziario ('Per tutto il tempo che ci resta') Vincenzo Terracciano tenta la commedia partenopea con 'Ribelli per caso'. Cast affiatato (Antonio Catania, Giovanni Esposito, Franco Javarone, Antonio Petrocelli, Renato Scarpa, Tiberio Murgia), ambizioni più alte di quanto sembri, perché in questa commedia da camera c'è molta Italia di oggi. E il dosaggio dei sentimenti e dei colpi di scena (niente happy end) non è affatto scontato". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 dicembre 2001) "Curiosa, divertente combinazione tra il film di denuncia sociale e la commedia di ribellione generazionale. Tra Amelio, Monicelli e Salvatores, ma invece di una nave dei disperati o di un puerto escondito c'è una corsia di ospedale dove la zingarata è una cena segreta per ritrovare l'entusiasmo che la sanità spegne. (...) Terraciano ha colto nel cast l'energia, la lieve comicità e l'equilibrio sociale della sceneggiatura. La luce fredda, laminata di Paolo Carnera suggerisce gli odori delle nostre giornate di nosocomio. Il finale, con la videocassetta della prova di colonscopia del primario, ha come sfondo uno sfumato incontro d'amore e la prospettiva della morte. Ma così è la vita". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 21 dicembre 2001) "La prima buona idea di Terraciano e della sceneggiatrice Laura Sabatino è di assumere la gastronomia come simbolo di qualcosa d'altro. Un po' come accadeva nel 'Pranzo di Babette' il cibo rappresenta la dignità e il rispetto di se stessi (...) La seconda idea è di mantenere un tono amichevole con un sottofondo serio, calibrando le note divertenti con momenti (realisticamente) tristi. La terza è di assortire un cast di bravi attori, preoccupandosi più del lavoro di gruppo che del nome di richiamo popolare. (...) Con l'augurio che 'Ribelli per caso' non sia penalizzato dalla diffusa disattenzione che, anche quest'anno, sta facendo strage delle piccole produzioni italiane". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 28 dicembre 2001)

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