Anno: 1995 Durata: 117 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:-
Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI
Tratto da:BASATO SULL'OMONIMO ROMANZO DI ROSE TREIMAN
Produzione:CARY BROKAW, SARAH RYAN BLACK, ANDY PATERSON
Distribuzione:CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1997) - CECCHI GORI HOME VIDEO
Nella Londra del 1600, il giovane Robert, studente di medicina, viene chiamato a corte per curare uno dei cani di Sua Maestà Carlo II. Casualmente il cane guarisce, Robert viene chiamato a far parte della corte, si lascia andare ad una vita lussuosa e abbandona gli studi. Quando il Re gli chiede di diventare il marito di facciata della sua amante Celia in cambio di un titolo e di una proprietà, Robert sul momento accetta ma poi si innamora della ragazza. Subito il re gli toglie terreno e titolo, Robert senza lavoro e senza dimora, si rifugia dal vecchio compagno di studi John, che si occupa di una casa per malati di mente. Qui conosce Katharine, una paziente, insieme vanno a Londra dove infuria la peste e Robert ritrova lo slancio per impegnarsi come medico. Katharine muore, dando alla luce una bambina, mentre il prodigarsi di Robert lo fa di nuovo convocare a corte, dove, in incognito, riesce a guarire Celia. Convinto che la propria figlioletta sia morta in un incendio, Robert sviene. Quando si risveglia è di nuovo nella sua terra. Il re arriva con la bambina in braccio e lo informa di avergli restituito titolo e proprietà.
A dispetto del titolo storicamente impegnato, la pellicola è una sontuosa stupidaggine che racconta le disavventure di un medico elevato al rango di cortigiano per aver guarito il cocker spaniel di Carlo II, detto "l'allegro monarca". Divenuto una specie di buffone di corte, il dottor Merivel viene costretto a sposare (naturalmente in bianco) Celia, la favorita del re, e confinato con lei nel Suffolk. (Corriere della Sera, Tullio Kezich, 19/5/1997) Riscrivendolo (con la collaborazione di Rupert Walters) e portandolo in scena, l'americano Hoffman pur avendo studiato a Oxford e pur avendo favorito gli esordi di Hugh Grant (presente anche qui in una piccola parte decisamente antipatica), è parso ignorare quasi del tutto il peso della storia aulica inglese e ha impostato il film quasi come una "soap opera" (pur avendo tempo fa preso in giro proprio quel genere in Bolle di sapone. (Il Tempo, Gian Luigi Rondi, 1/6/1997)
Incasso in euro