SCHEDA FILM

REGOLE D'ONORE

Anno: 2000 Durata: 128 Origine: CANADA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:UNA STORIA DI JAMES WEBB

Produzione:SEVEN ARTS PRODUCTIONS - PARAMOUNT PICTURES - MFP MUNICH FILM PARTNERS GMBH & COMPANY I. PRODUKTIONS KG - ROE PRODUCTIONS KG

Distribuzione:EAGLE PICTURES (2000)

TRAMA

TRAMA BREVE "Rules of engagement - Regole per i combattimenti" sono le direttive emanate dalle autorità competenti in merito alle circostanze per iniziare e condurre un combattimento contro forze militari nemiche. Il colonnello Terry Chilxers è un veterano dei Marines che ha combattuto con onore in Vietnam, a Beirut e nell'operazione Desert Storm. Ora è sotto processo per il fallimento della missione di soccorso dell'ambasciata americana nello Yemen in cui sono morti tre suoi uomini e circa ottanta civili disarmati. Sceglie come avvocato il colonnello Hays Hodges, che non è il migliore ma è un commilitone cui ha salvato la vita in Vietnam e che sa cosa vuol dire combattere. Hays ha accettato un po' riluttante perchè non si ritiene un grande avvocato e, forse, comincia a dubitare dell'uomo cui deve la vita. Davanti alla Corte Marziale, Childers dichiara che sono stati i i civili ad aprire il fuoco ma forse il governo vuole usarlo come capro espiatorio per uscire fuori da una delicata situazione diplomatica. Le regole di combattimento che i burocrati stabiliscono a tavolino, non sempre si adattano a situazioni di emergenza in cui le decisioni vanno prese all'istante. Anche se tutti sono in buona fede e vogliono il bene del proprio Paese, gli Stati Uniti, i comportamenti possono divergere. TRAMA LUNGA Il colonnello Terry Childers è un veterano dei Marines con trenta anni di carriera alle spalle: ha combattuto in Vietnam, a Beirut e nell'operazione Desert Storm. Si trova a San'a, nello Yemen, quando la folla minaccia l'ambasciata statunitense. Dall'elicottero riesce a salvare l'ambasciatore con la moglie e il figlio. Dal tetto del palazzo vede tre suoi soldati uccisi da cecchini confusi nella massa vociante. Allora dà l'ordine di sparare sulla folla: muoiono 83 persone. L'episodio mette in grave crisi il governo americano, soprattutto nel rapporto con i Paesi arabi alleati. Dopo qualche incertezza, non resta alle autorità che mettere Childers sotto processo davanti alla corte marziale. Il colonnello affida la difesa ad un suo pari grado, Hays Hodges, un compagno d'armi al quale ai tempi del Vietnam aveva salvato la vita. Hodges accetta l'incarico con una certa riluttanza ma poi comincia il lavoro. Va sui luoghi dei fatti e ne torna con la sensazione che non ci siano prove per difendere Childers. Nel corso del processo appare però una videocassetta dove si vedono i manifestanti che sparano contro l'ambasciata e che era stata sottratta dal consigliere della sicurezza nazionale per far cadere la colpa su un uomo solo. Vengono rievocati altri episodi e alcuni ufficiali testimoniano sul fatto che in quella situazione avrebbero agito allo stesso modo. Al termine del processo, le vere colpe risultano ben individuate e Childers è dichiarato non colpevole di omicidio. Ora può continuare a indossare la divisa e a camminare a testa alta.

CRITICA

"Ispirandosi a un episodio non immaginario, William Friedkin, uno che conosce bene il braccio violento della legge, non dimentica la tensione patriottica (ombre e gloria sulla bandiera a stelle e strisce), ma punta specie su un meccanismo da thriller. Però il film ha fatto infuriare lo Yemen e altri Paesi arabi, che ne hanno proibito la diffusione, accusandolo di xenofobia e razzismo. In compenso agli spettatori americani è molto piaciuto, forse per le frasi pronunciate con fierezza dai due protagonisti: 'Onore, Patria e Dovere' o, a scelta, 'Coraggio, valore e sacrificio'. Le regole dell'io, appunto". ('Carnet', settembre 2000) "Il cinema classico è un cinema 'di destra'? Grande prova di regia per William Friedkin in un film d'altri tempi, molto provocatorio e (fintamente) patriottico". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 17 novembre 2000) "La morale è quella che è, ma lo spettacolo è costruito con tali impeti che l'impone. Vi concorrono gli interpreti. Tommy Lee Jones è, con maschera forte e segnata, il difensore. Samuel Jackson e l'accusato. C'è anche Ben Kingsley. Come ambasciatore prima codardo poi pronto a mentire non poteva essere più laido". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 10 novembre 2000) "Fa tristezza trovare il nome di William Friedkin associato a un film come 'Regole d'onore'. Non perché sia diretto male. Il motivo della tristezza è nel modo in cui Friedkin difende l'indifendibile, agitando la bandiera a stelle e strisce come in un film di propaganda dei tempi di John Wayne. Il garante della libertà è l'esercito americano; gli islamici sono infidi e assassini; l'istituzione militare va difesa ad ogni costo. 'Regole d'onore' è un inno alla paranoia di una nazione che continua a prendersi per il gendarme del mondo". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 novembre 2000) "Film furbo, del tutto scorretto politicamente, efficace alla maniera di William Friedkin, recitato molto bene: classico conflitto giudiziario, classica amicizia virile". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 10 novembre 2000)

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