Piovono pietre1993

SCHEDA FILM

Piovono pietre

Anno: 1993 Durata: 90 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Ken Loach

Specifiche tecniche:PANORAMICA, 35 MM

Tratto da:-

Produzione:SALLY HIBBIN PER PARALLAX PICTURES (CHANNEL FOUR)

Distribuzione:ISTITUTO LUCE - VIDEO CLUB LUCE

ATTORI

Bruce Jones nel ruolo di Bob
Julie Brown nel ruolo di Anne
Gemma Phoenix nel ruolo di Coleen
Ricky Tomlinson nel ruolo di Tommy
Tom Hickey nel ruolo di Padre Barry
Mike Fallon nel ruolo di Jimmy
Ronnie Ravey nel ruolo di Macellaio
Lee Brennan nel ruolo di Irlandese
Karen Henthorn nel ruolo di Giovane madre
Christine Abbott nel ruolo di May
Geraldine Ward nel ruolo di Tracey
William Ash nel ruolo di Joe
Matthew Clucas nel ruolo di Sean
Anna Jaskolka nel ruolo di Commessa
Jonathan James nel ruolo di Tansey
Anthony Bodell nel ruolo di Ted
Bob Mullane nel ruolo di Compagno di Ted
Drek Alleyn nel ruolo di Proprietario della fabbrica
George Moss nel ruolo di Dean
Jack Marsden nel ruolo di Mike
Jackie Richmond nel ruolo di Gestore del club
Jim R. Coleman (II) nel ruolo di Dixie
Little Tony nel ruolo di Cliff
 

SOGGETTO

Allen, Jim
 

SCENEGGIATORE

Allen, Jim
 
 

MONTAGGIO

Morris, Jonathan
 

SCENOGRAFIA

Johnson, Martin
 

COSTUMISTA

Sinclair, Anne

TRAMA

Bob Williams ha grinta e vive alla giornata. Per integrare l'assegno di disoccupazione si adatta a svolgere qualunque mansione gli viene offerta, dal furto di pecore alla riparazione delle fogne. Qualunque cosa per dare da mangiare alla propria famiglia. Ma ora la sorte gli ha giocato un bruttissimo scherzo. Gli hanno rubato il furgoncino, e fra poco la figlia Coleen deve fare la prima comunione. Ha bisogno del tradizionale abito bianco da sposina, delle scarpe, del velo e dei guanti. Ma dove trovare i soldi?

CRITICA

"Per rappresentare i 'poveri e indifesi' degli anni Novanta, Loach dà alla sua rabbia la forma di un percorso narrativo austero che cerca di alleggerire ogni tanto con situazioni da commedia. La lotta per la sopravvivenza di Bob si consuma in uno spazio circoscritto e tutte le necessarie tipologie dialettiche sono lasciate programmaticamente fuori campo. Nel cinema la metonimia non è sempre applicabile e quando manca una dimensione metaforica o simbolica, si riduce a una visione parziale o, come in questo caso, a un settarismo ideologico". (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 30 ottobre 1993) "Questo film picaresco e allarmante, bizzarro e puntuto è un piccolo capolavoro della commedia neopopulista: di nuovo, rispetto ai classici del veteromarxismo, ha che non teme di sposare la causa di quel tipico eroe sottoproletario e mascalzoncello che ai tempi di Stalin sarebbe finito fra i reprobi in omaggio al mito dell'operaio cosciente. Nè Loach si tira indietro nel riconoscere che spesso il prete (proprio il prete, non la religione) diventa per forza, nelle situazioni di emarginazione, l'unico difensore degli ultimi. In questo senso non credo si sia mai visto sullo schermo un sacerdote come padre Barry che si assume la responsabilità di coprire un omicidio per la pace di tutti. In comune con il neorealismo d'epoca i film di Ken Loach hanno l'ostilità dei governanti e l'antipatia che gli dimostra il pubblico: proprio come accadeva da noi ai tempi di Andreotti sottosegretario e delle campagne dei bempensanti contro i 'panni sporchi'. Però la presenza di una produzione televisiva d'avanguardia come Channel Four e il radicale abbattimento dei costi rendono possibile la realizzazione di un prodotto che ha valori sufficienti per affermarsi e ripagarsi sui mercati internazionali. Il miracolo sarebbe possibile anche in Viale Mazzini se avessimo Jim Allen, se avessimo Ken Loach e soprattutto se avessimo una direzione televisiva che anzichè gestire vetusti gattopardeschi cambi della guardia trovasse finalmente la volontà, la capacità e il coraggio di entrare nel vivo del discorso culturale riguardante la funzionalità artistica e sociale del cinema". (Tullio Kezich,"Il Corriere della Sera", 25 ottobre 1993)

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