Phenomena1984

SCHEDA FILM

Phenomena

Anno: 1984 Durata: 110 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:HORROR

Regia:Dario Argento

Specifiche tecniche:PANAVISION, TECHNICOLOR

Tratto da:-

Produzione:DARIO ARGENTO PER DAC FILM ROMA

Distribuzione:TITANUS (1985) - CREAZIONI HOME VIDEO, MONDADORI VIDEO, DVD: 01 DISTRIBUTION HOME VIDEO (2009)

ATTORI

Jennifer Connelly nel ruolo di Jennifer Corvino
Daria Nicolodi nel ruolo di Sig.Ra Bruckner
Donald Pleasence nel ruolo di Prof. John Mc Gregor
Dalila Di Lazzaro nel ruolo di La Direttrice
Davide Marotta nel ruolo di Il Bimbo-Mostro
Patrick Bauchau nel ruolo di Ispettore Geiger
Fiore Argento nel ruolo di Vera Gebuhr
Fiorenza Tessari nel ruolo di Seconda Vittima
Federica Mastroianni nel ruolo di Sophie
Francesca Ottaviani nel ruolo di Studentessa
Franca Bendini nel ruolo di Studentessa
Fausta Avelli nel ruolo di Gisela Sulser
Fulvio Mingozzi nel ruolo di Signor Sulzer
Franco Trevisi nel ruolo di Agente Immobiliare
Mario Donatone nel ruolo di Morris Shapiro
Alberto Cracco nel ruolo di Medico
Michele Soavi nel ruolo di Detective
Antonio Maimone
Gaspare Capparoni
 

SOGGETTO

Argento, Dario
 
 

MUSICHE

Goblin
 

MONTAGGIO

Fraticelli, Franco

TRAMA

Una giovane turista perde il contatto con il gruppo in una vallata svizzera non lontano da Zurigo, si rifugia in uno chalet isolato e viene misteriosamente assassinata. Inutili le ricerche della polizia. Non molto dopo Jennifer, adolescente americana, figlia di un noto attore abbandonato dalla moglie, viene affidata per gli studi a un Collegio di Zurigo, diretto da acide educatrici e ascolta da Sophie, la compagna di camera, storie di bambine scomparse nei pressi del Collegio e mai più ritrovate. La notte stessa Jennifer ricade nel sonnambulismo, da cui si riteneva guarita, e per sfuggire al misterioso assassino intravisto nel buio, si rifugia nell'abitazione di un anziano entomologo paralitico, assistito da una scimmietta, dove scopre di poter comunicare con gli insetti. La notte seguente, in una crisi di sonnambulismo, una lucciola la guida presso il cadavere di Sophie, che, uscita con le vesti di Jennifer per incontrare il suo ragazzo, è rimasta vittima del mostro. Sottoposta ad alcuni accertamenti clinici, Jennifer rischia di essere ricoverata in manicomio. Fugge dal collegio e ripara nuovamente dall'entomologo, il quale, sperimentate le sue misteriose affinità con gli insetti, le consegna, in una gabbietta, la "mosca sarprofaga", consigliandola di farsi guidare dall'insetto alla ricerca dell'assassino. Da quel momento Jennifer corre una serie di orripilanti avventure, fra resti di cadaveri e larve ripugnanti di insetti, fino all'ultima sua notte a Zurigo, durante la quale orridi fatti si susseguono con ritmo incalzante, senza lasciarle respiro. Chi la salverà dal misterioso assassino?

CRITICA

"Quando il vistoso e il banale si intrecciano, l'effetto non va sotto la pelle, il ribrezzo dà qualche impressione ma non emoziona. E' ciò che accade soprattutto con l'accumulo di colpi di scena del finale, al quale è preferibile l'inquietante fantastico della prima parte. Senza dire che un po' più d'ironia non avrebbe guastato, anche per pagare con qualche strizzata d'occhio i debiti che 'Phenomena' ha verso film del passato (il più ovvio, 'Gli uccelli'). Venuta da 'C'era una volta in America' (era il primo amore De Niro), Jennifer Connelly è un'interprete diligente ma non dà un sensibile contributo al terrore. In parti minori la sopravanzano Darla Nicolodi e Dalila Di Lazzaro. Chi recita meglio è comunque Donald Pleasance, insettologo in carrozzella. Né sono scarsi i meriti dei vari musicisti, a cominciare dai Goblins e Claudio Simonetti (fra gli altri c'è anche Bill Wyman, il bassista dei Rolling Stones). La buona fotografia è di Romano Albani, la sede del collegio è nella villa in cui Wagner scrisse il Tannhauser. Le schifosissime larve, buon pro vi faccia, sono delle mosche saprofaghe..." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 9 Febbraio 1985). "Nonostante certe sbandate deliranti e qualche effetto gratuito, la prima parte di 'Phenomena' mi aveva fatto sospettare che finalmente, grazie anche al contributo di Franco Ferrini alla sceneggiatura, Argento si fosse deciso a dare un consistente traliccio alla sua ultima mystery-story, e a preoccuparsi un po' dei personaggi. Ho anch'io occhi per vedere, e ammirare le sue invenzioni narrative e visive: l'entomologo paralizzato (Donald Pleasence) che ha scritto un libro sulle comunicazioni tra gli insetti; la fragile Jennifer che li ama, gli insetti, e ha con loro un rapporto parapsicologico; inventare una coppia di investigatori, formata da una mosca sarcofaga e da una ragazzina, probabile prossima vittima dello psicopatico assassino; le inquadrature soggettive degli insetti divise in sei parti; certe immagini, minacciose e notturne, della campagna svizzera. Era tutta un'illusione, un pretesto per arrivare all'ultima mezz'ora dove, infilando quattro o cinque finali l'uno dentro l'altro, il film esplode in fuoco d'artificio di macelleria sanguinolenta, di ribrezzo, di angoscia verminosa. Quelle due o tre belle idee narrative sono buttate via, sacrificate agli effetti più ripugnanti. Non si contano i prestiti (Hitchcock, Tourneur, De Palma), e nemmeno la carica martellante del rock duro dei Goblin nella colonna sonora. Non si contano le trasgressioni spudorate alla logica e alla verosimiglianza. Tutto è sacrificato all'effetto e a una misoginia dilagante." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 10 Febbraio 1985) "Qui Argento è stato, magari, tradito dallo scrupolo di pianificare, la prima parte come preparazione all'orrore, come finzione didascalica (tutto quel discorrere di sonnambulismo, di doppia personalità, di poteri paranormali, di schizofrenia); la seconda parte come licenza di sfogo e di ribrezzo secondo un accumulo che sembra rifare il verso alle peggiori inclinazioni del genere, apposta per far saltare lo spettatore nella poltrona, anche quello che s'era difeso in qualche nervosa risata protettiva. E' chiaro che le vecchie regole del giallo cedono alle esigenze dell'horror. In mezzo a una polizia necessariamente inefficiente, in un collegio di insegnanti tradizionalmente crudeli (la pacata Svizzera è stata scelta apposta) ha rilievo la sola Jennifer Connelly. Come vogliamo chiamarla? Cappuccetto Rosso nel Paese dei Cannibali oppure la Piccola Signora degli insetti? Comunque una giovanissima attrice molto coraggiosa, pensate che in fondo deve fare il bagno in uno stagno poltiglioso di cadaveri e non può neppure, come voi, distogliere lo sguardo o ripetere la sua solita litania: 'Sono sonnambula e devo svegliarmi'." (Stefano Reggiani, 'La Stampa', 2 Febbraio 1985).

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