Pensavo fosse amore invece era un calesse1991

SCHEDA FILM

Pensavo fosse amore invece era un calesse

Anno: 1991 Durata: 115 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:ROMANTICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICO A COLORI

Tratto da:-

Produzione:ESTERNO MEDITERRANEO FILM, CECCHI GORI GROUP TIGER CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:PENTA FILM - PENTAVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO

TRAMA

Gestore lui di un ristorante, lei di una libreria nei pressi, Tommaso e Cecilia convivono e, a quanto si direbbe, si amano. Ma alla vigilia delle nozze, per le quali si è occupato Amedeo, un intellettuale amico di Tommaso, la donna rifiuta la cerimonia, accusando Tommaso di pigrizia e tradimenti. Quel matrimonio non si ha da fare. Sgomento e gelosia del giovanotto, in una città come Napoli dove tutto e tutti - a cominciare dai posteggiatori ciechi - secondo un vecchio luogo comune sembrano ritenere l'amore come lo scopo della vita. Il mancato sposo si macera nella sofferenza; sproloquia con Amedeo (in attesa di sposare Flora); ignora del tutto la passione di una ragazzetta (Chiara, sorella dell'amico), la quale tenta per amore di avvelenarlo e, quando apprende che la sua ex-compagna ha un innamorato, Enea, consulta una fattucchiera. Enea è un tipo solare e bizzarro, quanto Tommaso è pigro ed introverso e ciò ha come ipnotizzato la bella Cecilia. Ad un certo momento Enea si rivela anche generoso: ha capito che in fondo la donna ama ancora il fidanzato ed a questi la lascia, purchè - a quanto dice - sappia renderla felice. E scompare partendo per l'Africa. Mentre si preparano per la seconda volta le nozze, Tommaso si accorge con rinnovati timori che, ad essere sinceri, l'amore è latitante. Non va al rito nuziale, come se ne fosse terrorizzato: lei lo cerca dopo la sua vana attesa di sposa davanti all'altare e lo ritrova in un bar. Tommaso afferma "che un uomo e una donna sono in realtà i meno adatti a contrarre il matrimonio".

CRITICA

Troisi continua ad esprimere, oltre ad una ricca vitalità artistica che si esemplifica soprattutto nei suoi celebri monologhi, la cultura del popolo napoletano, qui confermata dalla presenza di Pino Daniele. Solo entrando in quest'ottica si può capire sino in fondo il suo cinema, che è basato sul gusto del paradosso e della diversità che sono propri di Napoli e del Mezzogiorno (Segnocinema).

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