Pasolini, un delitto italiano1995

SCHEDA FILM

Pasolini, un delitto italiano

Anno: 1995 Durata: 94 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DOCUMENTARIO, MUSICALE

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:romanzo "Vita di Pasolini" di Enzo Siciliano

Produzione:CLAUDIO BONIVENTO PER NUMERO CINQUE E VITTORIO E RITA CECCHI GORI PER C.G.G. TIGER CIN.CA

Distribuzione:CECCHI GORI DISTRIBUZIONE - CECCHI GORI HOME VIDEO

TRAMA

Il 2 novembre 1975, su di uno sterro ad Ostia vicino al mare, viene assassinato lo scrittore omosessuale Pier Paolo Pasolini. Poco prima della morte aveva invitato a salire sulla sua automobile un giovane balordo Pino Pelosi - incontrato alla stazione Termini di Roma, come afferma questi presto arrestato. Dalle prime, convulse indagini e sulla base delle dichiarazioni di Pelosi, sembrò chiaro che l'assassino era solo: Pasolini fu ucciso per i numerosi colpi infertigli con una rudimentale tavoletta raccolta sulla sabbia dello squallido luogo. Impadronitosi dell'automobile del morto, Pelosi passò sul corpo di questi fuggendo a Roma. In seguito, sulla versione sorsero non pochi dubbi: a parte l'eccesso di reazione da parte del giovane (richiesto di una prestazione particolare, a suo dire subito rifiutata), e l'arma usata (un legno sconnesso e fradicio), alcuni dettagli poco chiari o addirittura disattesi dagli inquirenti, fecero emergere gradualmente l'ipotesi che l'assassino non fosse affatto solo. L'ispettore Pigna indagò su amici (altri balordi di borgata): vennero interrogate le famiglie interessate (la cugina del poeta, Graziella Chiarcossi, e i genitori di Pino, i coniugi Rosa ed Antonio Pelosi), mentre si pensò pure al criminale intervento di estremisti violenti e alla eventualità di mandanti politici, poichè Pasolini si era fatto molti nemici e, forse, poteva essere diventato un individuo scomodo. In realtà nei suoi scritti più recenti aveva affermato che, pur non essendo in possesso di prove, "sapeva molte cose" nel campo della politica e del Potere. In sede di processo gli avvocati di Pelosi si basarono sulla minore età dell'imputato e sulla provocazione attuata dal poeta, ben noto omosessuale. Il Tribunale sentenziò una condanna "ridotta" confermata in Appello e in Cassazione, poichè le due istanze superiori evidenziarono che una complicità di terzi nel delitto era apparsa "improbabile", malgrado la scrupolosa ed attendibile perizia del professor Cancrini.

CRITICA

"Nel film tragico, sobrio, commovente e incalzante che racconta la morte, le pessime indagini e il primo processo a Pelosi, Pasolini appare soltanto nelle immagini del massacro, in fotografie o materiali televisivi d'epoca, nella lettura dei suoi versi o dei suoi articoli che processavano e condannavano con oltre vent'anni di anticipo quella leadership partitico-governativa italiana ora politicamente disfatta e giudiziariamente sotto inchiesta: giusta soluzione, il far interpretare Pasolini da un attore sarebbe stato insopportabile. La ricostruzione dei fatti é affidata a un mix sapiente di messa in scena e documenti cinetelevisivi del 1975, di bianconero e colore, di personaggi reali e di attori molto bravi: Massimo De Francovich e Toni Bertorelli sono eccellenti nelle parti del perito professor Durante e d'un poliziotto che vorrebbe fare il suo mestiere d'investigatore e ne viene impedito." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa') "Il film segue la strada del semi-documentario, con autentici brani dell'epoca (in bianco e nero) e fiction (a colori). A volte, nella sua tensione verso un realismo che tuttavia sa sempre di ricostruito, riesce più televisivo che cinematografico e anche un po' stucchevole. Troppe sono le facce di attori noti, a volte anche in compiacente prestazione straordinaria, per raggiungere un effetto di realtà. Sarebbe stato sicuramente più efficace e più utile ricostruire il tutto con brani di documentari conducendo una vera e propria inchiesta (oppure scegliere la strada dello spettacolo tout court, con plot, suspense e tutto il resto, rinunciando a ogni pretesa di credibilità). Non per nulla la parte più autentica, e più toccante, è proprio l'ultima, con il volto affilato di Pier Paolo Pasolini in primo piano e con le sue accorate parole nelle quali affiora la sgomentante consapevolezza della sua prossima fine." (Franco Colombo, 'L'Eco di Bergamo', 10 Settembre 1995) "Stringato, incalzante, molto americano nell'impostazione narrativa 'Pasolini: un delitto italiano' è assai più sottile di 'JFK'. Se Oliver Stone affidava il suo teorema sull'assassinio di John Kennedy a una fantasiosa quanto improbabile dimostrazione, Giordana fonda la sua tesi su una serie di argomentazioni che, a parte alcune forzature, costituiscono i punti di forza degli atti del processo. A cominciare dalla lucida perizia di Faustino Durante, il momento più illuminante di indagini formali e affrettate. Probabilmente perché non si vedeva l'ora di chiudere quello scomodo capitolo su un ancor più scomodo personaggio." (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 4 Ottobre 1995)

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