SCHEDA FILM

Partitura incompiuta per pianola meccanica

Anno: 1976 Durata: 106 Origine: URSS Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Nikita Mikhalkov

Specifiche tecniche:SOVSCOPE, 35 MM (1:1.37)

Tratto da:opera teatrale "Platonov" di Anton Cechov

Produzione:MOSFILM, SATRA, SOVEXPORTFILM

Distribuzione:ISTITUTO LUCE, ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1985) - MULTIVISION

ATTORI

Aleksandr Kalyagin nel ruolo di Mikhail Platonov Vassiljevic
Elena Solovej nel ruolo di Sofia Jegorovna
Evgenja Glusenko nel ruolo di Sashenka
Ksenja Minina nel ruolo di Liza
Sergej Nikonenko nel ruolo di Jacov, il servitore
Jurij Bogatyryov nel ruolo di Sergej Pavlovic Vojnicev
Antonina Suranova nel ruolo di Anna Petrovna Vojniceva
Sereza Gur'Ev nel ruolo di Petechka
Oleg Tabakov nel ruolo di Pavel Petrovic Serbuk
Nikolaj Pastukhov nel ruolo di Porfirij Semjonovic Glagoljev
Pavel Kadocnikov nel ruolo di Ivan Ivanovic Trileckij
Nikita Mikhalkov nel ruolo di Nikolai Ivanovic Trileckij
Anatolij Romasin nel ruolo di Gerasim Kuz'mic Petrin
Natalja Nazarova nel ruolo di Vera
 
 

MONTAGGIO

Yelyan, Lyudmila
 

TRAMA

Anna Petrovna, vedova di un ufficiale russo e proprietaria di una grande villa, pensa di riunire un gruppo di amici e di vicini e prepara per loro balletti di zingari, la sorpresa di una pianola e fuochi di artificio. Si incontrano così persone tra loro già legate o da parentela o da conoscenza, tutte del ceto borghese, più o meno deluse dalla vita ed eternamente annoiate: tra di esse Platonov Mikhail, Sofia (la nuora di Anna) con il fragile marito Sasha, la timida e giovanissima moglie dello stesso Platonov, un medico sfiduciato ed altri ancora. Tutta la cornice e tutti i conversari appaiono frivoli e forzatamente gai, ma Platonov, che è maestro nel vicino villaggio, ritrova in Sofia la donna, solo pochi anni prima, profondamente amata. Egli si aggrappa ai più toccanti e dolci ricordi, per ravvivare in lei una fiamma che era più che vivida. Ma la sua azione, a cui Sofia non è insensibile, perché anche lei amava l'uomo, finisce con il determinare inquietudini e disordine nell'eterogeneo gruppo degli invitati, venendo con ciò a galla le frustrazioni, i risentimenti e le reazioni di tutti, malgrado la giornata che voleva fornire solo una occasione di spensierata evasione, mentre ora non vi sono che irritazione e lacrime. Platonov tenterà di suicidarsi, lanciandosi disperato nel fiume che lambisce la proprietà, ma il suo corpo non incontra a riva che pochi centimetri di acqua. Dovrà continuare a vivere, nella mediocrità e nella noia, come gli altri, amato però ed accettato dalla trepida sua sposa. Sullo sfondo domina sempre, scettica e sarcastica, Anna, la padrona di casa, che tranquillizza gli ospiti, assicurandoli che "tutto tornerà come prima. E tutto andrà bene". Così le accensioni, i turbamenti e le prese di coscienza si attenueranno di nuovo, fino a spengersi e seppellirsi sotto la eterna, soffocante coltre della delusione e della noia.

CRITICA

"Questo di Nikita Mikalkov (fratello di altro regista) è un miracolo, è opera di mirabile equilibrio, di straordinaria fluidità, di finissima penetrazione psicologica. Vi sono registi che si impadroniscono delle loro creature e le vivisezionano. Mikalkov fa alcunché di ben più difficile: egli le lascia vivere, nel corso di un vero 'temporale d'estate', vivere e soffrire, in un inferno chiuso, nelle sconfinate paludi della noia come nelle spirali delle illusioni infrante. Splendido film (è del 1976), accuratissimo, senza una sola smagliatura nella sceneggiatura (cui il regista stesso ha partecipato), di robuste radici letterarie e di saldissimo impianto teatrale. Un film dove l'aria si direbbe che circoli liberamente, investendo ed avvolgendo i personaggi prigionieri delle loro stesse piccole vite, per tentare - almeno tentare - di farne cadere le incrostazioni ataviche e spingerli verso la luminosità e bellezza di orizzonti illimitati. La leggerezza di tocco di N. Mikalkov è eccezionale, eppure non sconfina mai nel virtuosismo, né mai il suo stile impeccabile si ammanta di preziosità calligrafiche o di intellettualismi sofisticati. Ispirato ad un celebre dramma giovanile di Cechov (scritto nel 1880, più tardi ripreso e conosciuto come 'Platonov'), il film è una perfetta sintesi di tutto ciò che di più russo può esservi in personaggi della borghesia dell'epoca. (...) Fotografia superba, dove dal gusto per il dagherrotipo a tutte le risorse e seduzioni del colore gli 'aficionados' avranno modo di che saziarsi. Movimenti di macchina intelligenti e producenti. Eccellente la interpretazione (alcuni volti li abbiamo già visti per esempio in 'Obiomov'), dosatissima, da veri professionisti." ('Segnalazioni Cinematograiche', vol. 99, 1985)

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