Anno: 1973 Durata: 115 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:COMMEDIA
Regia:Franco Brusati
Specifiche tecniche:PANORAMICA, 35 MM (1:1.85) - EASTMANCOLOR
Tratto da:-
Produzione:MAURIZIO LODI FÈ PER VERONA PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE
Distribuzione:C.I.C.
Nino Manfredi | nel ruolo di | Giovanni/Nino Garofalo |
Anna Karina | nel ruolo di | Elena |
Johnny Dorelli | nel ruolo di | Industriale italiano |
Paolo Turco | nel ruolo di | Gianni |
Ugo D'Alessio | nel ruolo di | Pietro |
Tano Cimarosa | nel ruolo di | Gigi |
Gianfranco Barra | nel ruolo di | Il Turco |
Giorgio Cerioni | nel ruolo di | Ispettore di Polizia |
Francesco D'Adda | nel ruolo di | Rudiger |
Geoffrey Copleston | nel ruolo di | Boegli |
Federico Scrobogna | nel ruolo di | Grigory, figlio di Elena |
Max Delys | nel ruolo di | Renzo |
Umberto Raho | nel ruolo di | Capo del personale Hotel |
Nelide Giammarco | nel ruolo di | Bionda |
Manfred Freyberger | nel ruolo di | Sportivo svizzero |
Cyrus Elias | nel ruolo di | Michele |
Un italiano emigrato in Svizzera perde il permesso di soggiorno. Viene salvato da un industriale che, in crisi economica e sentimentale, si suicida. Lo sfortunato emigrato decide allora di fingersi svizzero. Qualcosa andrà male.
"Il film esplora, narrando le vicissitudini di un lavoratore italiano all'estero, il dramma degli emigrati; vittime di una società ingiusta (quella che li ha costretti a partire); immersi in un'altra che non lo è meno, anche se per altre ragioni, tra cui non ultima l'egoismo dei privilegiati; essi finiscono per aggiungere, alle difficoltà di vivere in ambienti socio-culturali del tutto diversi da quelli di origine, quella provocata da una vera e propria crisi di identità; solo restando se stessi e accettando di vivere e di lottare si può sperare in una società più giusta. Sotto i modi e i toni della commedia all'italiana, la vicenda è pervasa da un'amarezza che, pur non sfociando mai nel pessimismo, le consente di esprimere con ricchezza di idee e sincera partecipazione le sofferenze che la solitudine e l'estraneità infliggono agli emigrati. Ricco di trovate, abile, (anche per merito del bravo interprete) nel passare senza stridenti contrasti dalla commedia al grottesco al dramma, il film soffre tuttavia di alcuni squilibri, di qualche dispersione e di spunti meno felici." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 76, 1974) "Rivisto ad alcuni anni di distanza, questo film accentua l'aliquota di paternità dovuta a Nino Manfredi (il quale, indicato tra i responsabili della sceneggiatura, come si sa dalle cronache del tempo di realizzazione, ebbe diverse dispute con il regista-scrittore), ma non sfigura nella filmografia dello stesso Franco Brusati (...). Alcune cadute di buon gusto, superate dagli eccessi di trivialità tipici della commedia degli ultimi tempi, oggi recano minore fastidio e permettono di porre maggiore attenzione agli aspetti migliori e dei temi e della realizzazione tecnico-artistica. (...) In definitiva, anche questa riedizione è da considerarsi molto opportuna nei confronti dello studio di Brusati o di Manfredi, e non del tutto inutile per un risveglio d'attenzione nei confronti di problemi umani e sociali che sono sempre di attualità." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 89, 1980) "Grande Manfredi, convincente rappresentazione del dramma degli emigrati, credibile immagine della "perfezione" svizzera". ('Magazine tv').
Incasso in euro