Anno: 1995 Durata: 107 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Claudio Fragasso
Specifiche tecniche:PANORAMICA
Tratto da:-
Produzione:PIETRO INNOCENZI E ROBERTO DI GIROLAMO PER GLOBE FILMS - PRODUCTION GROUP
Distribuzione:20TH CENTURY FOX (1996) - 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT
Giancarlo Giannini | nel ruolo di | Turi Leofonte |
Stefania Sandrelli | nel ruolo di | Franca Leofonte |
Raoul Bova | nel ruolo di | Nino Di Venanzio |
Ricky Memphis | nel ruolo di | Remo Matteotti |
Romina Mondello | nel ruolo di | Chiara Leofonte |
Tony Sperandeo | nel ruolo di | Marinnà |
Francesco Benigno | nel ruolo di | Saro Ligresti |
Valerio Mastandrea | nel ruolo di | Tarcisio Proietti |
Rosalinda Celentano | nel ruolo di | Paola Terenzi |
Paolo Calissano | ||
Stefania Rocca | ||
Pasquale Anselmo |
A Palermo un pentito della mafia, Marinnà, fa il nome dell'insospettabile ragioniere Turi Arcangelo Leofonte, e il giudice decide di estradarlo a Milano dove si celebra il processo contro il potente boss Scalìa. Il comando della scorta di polizia viene affidato all'esperto Nino Di Venanzio, calabrese, ma gli altri agenti sono tutti al primo incarico del genere. Prelevato Leofonte con la moglie Franca e il figlioletto, la scorta incappa nel suo viaggio verso l'aereoporto in un agguato, dove la donna ed il bimbo perdono la vita assieme a due agenti. Frattanto Chiara, la figlia maggiore di Leofonte, è stata prelevata a una festa da due agenti romani della scorta, Remo Matteotti e Tarcisio Proietti, preoccupati per il ritardo. Successivamente Nino telefona con il cellulare informandoli degli ultimi avvenimenti, ma essi nascondono alla ragazza la sorte della madre e del fratello. Nino, comprendendo di essere, insieme a Saro Ligresti e Paola Terenzi, gli altri due agenti, un bersaglio per i killer che il boss furioso ha scatenato, d'accordo col giudice decide di far sostituire la scorta da uomini più esperti. L'appuntamento è in un hotel sul mare, ma anche qui scatta un altro agguato in cui perde la vita, sacrificandosi per gli altri, Tarcisio, che frattanto aveva intrecciato un idillio con la figlia di Leofonte, che, come l'amico Remo e gli altri della scorta, piange disperata per la sua morte. Lasciate le automobili, prese a noleggio, a far da esca davanti ad un hotel di Lucca, i componenti del gruppo prendono un autobus di linea e giunti a Milano vengono scortati da un sempre crescente drappello di forze dell'ordine di varie armi fino al palazzo di Giustizia.
"Anche se certe caratterizzazioni esasperate sfiorano il macchiettismo, complice la tendenza di molti autori italiani a ingabbiare in stereotipi interpreti dalla forte connotazione regionale, 'Palermo Milano solo andata' appartiene a quel collaudato cinema impegnato per il grande pubblico, ma per il giusto dosaggio di azione e spessore psicologico dei personaggi, spettacolarizzazione della cronaca e imperativi etici, c'è ancora molto da imparare da Damiano Damiani." (Il Mattino, Alberto Castellano, 29 gennaio 1996) "Questa avventura tutta effetti viscerali l'ha diretta Claudio Fragasso che una certa stima se l'era meritata anni fa con 'Teste rasate'. Qui, però, i difetti comunque già presenti nell'altro film - il frastuono, la sovrabbondanza di colpi nello stomaco, una certa propensione alla declamazione - sono a dir poco raddoppiati, con lo scopo preciso di ottenere, con un cinema violento alla maniera appunto delle varie "Piovre", gli stessi consensi che il pubblico televisivo dedica a quegli sceneggiati. Ma è fatica vana; che dà il via senza i conseguenti risultati, solo alle esasperazioni più gratuite e volute: sia nell'evolversi sempre cruento dei fatti, sia nella loro esagitata ed esasperata rappresentazione, non aliena nemmeno dalle scene madri, a cominciare da quella che oppone al padre in odor di mafia una figlia fino a quel momento all'oscuro di tutto." (Il Tempo, Gian Luigi Rondi, 4 febbraio 1996) "I personaggi sono figurine, ma schizzate abbastanza bene. Li interpretano giovani attori dai mezzi più o meno acerbi (della squadra di Bova fanno parte Ricky Memphis, Francesco Benigno, Rosalinda Celentano) che vanno meglio nelle parti dinamiche, peggio in quelle dialogate. Di buono c'è il ritmo, è rapido e non ci si annoia. Basta non prendere (il film, del resto, non ne fa richiesta) per una storia impegnata sulla mafia quello che è, con ogni evidenza, un altro episodio della Piovra: anche se destinato in prima battuta al grande schermo e non accreditato nella serie." (La Repubblica, Roberto Nepoti, 3 febbraio 1996)
Incasso in euro