SCHEDA FILM

Ovunque nel tempo

Anno: 1980 Durata: 98 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE, TECHNICOLOR

Tratto da:romanzo "Bid Time Return" di Richard Matheson

Produzione:STEPHEN DEUTSCH PER RASTAR PICTURES, UNIVERSAL PICTURES

Distribuzione:IGOR FILM (1983)

TRAMA

Nel maggio 1972 lo studente Richard Collier festeggia al College il felice esito di una sua commedia. Sente dentro di sé di poter diventare un bravo e famoso autore teatrale. Mentre è circondato dagli amici, una vecchia gli si avvicina, gli porge un orologio e poi si allontana. Passano otto anni, Richard ha già scritto testi di successo ma non è riuscito a dimenticare quella vecchietta, il suo volto. Mentre corre nervosamente in macchina, passa davanti al Grand Hotel sul lago di Chicago, si ferma, entra, cerca con ansia indirizzi e chiarimenti. L'hotel possiede un teatro; in una stanza accanto, alla parete, c'è il ritratto di un'attrice che aveva recitato lì nel 1912. Richard è sicuro che lei e la vecchia siano la stessa persona. Indaga ancora, interroga persone, sfoglia registri, finalmente la scoperta: la donna si chiama Elise McKenna, ha recitato in quel teatro il 27 giugno 1912 e quel giorno sui registri dell'albergo era segnato anche un altro nome, Richard Collier. Richard è come ipnotizzato, vuole recuperare quel tempo, rivedere quel volto, rivivere una storia d'amore che sente essergli già appartenuta. Si veste con abiti del primo novecento, e, forzando la propria volontà, riesce a compiere un balzo indietro di 70 anni. Ecco la vita animata dell'albergo, ecco Elise con un accompagnatore più anziano di lei. Richard le parla, passeggia con lei, i due si innamorano di un amore disperato e infelice perché lei deve seguire la carriera di attrice. Quando si ritrovano, giurano di non separarsi mai più, lui le regala un orologio, si toglie il gilet e dal taschino cade una moneta: è del 1980... L'incantesimo si rompe. Richard Collier torna ai nostri giorni, ma non è più lo stesso. Quel viso lo ha prostrato; ormai vive solo col ricordo di Elise, cerca di tornare ancora indietro nel tempo, ma è tutto inutile. Stanco, sfinito, debilitato, si lascia andare ad una morte lenta ma voluta: nella speranza di ritrovare, al di fuori del tempo, la sua amata Elise.

CRITICA

"Il regista (di cui in Italia si è visto 'Lo squalo 2') ha detto che il suo è un film di fantascienza. L'etichetta però rimane tale, poiché i caratteri tipici del genere sono tutt'altro che predominanti. Ciò che risalta invece è costituito dai passaggi a vuoto di una sceneggiatura che mostra i suoi limiti proprio nei momenti cruciali della storia (l'apparizione della donna, l'accanita ricerca del giovane, il rapporto tra i due) e abbassa fortemente la tensione e i ritmi del film. Se qualche interesse rimane, lo si deve ricercare nei contributi tecnici, presi singolarmente (la sapiente ricostruzione d'epoca, la suggestione della fotografia, il bel respiro delle musiche) e nel loro insieme quando in certe pagine creano un'apprezzabile clima decadente e atmosfere di forte romanticismo. Ma ciò che manca è appunto una reale motivazione della vicenda e, quando scompare la spinta emotiva, ci si accorge di quanto il sogno di quell'amore impossibile sia vacuo e un po' pretestuoso. Siamo di fronte insomma a due fasi ben distinte, che si riflettono nei due interpreti principali: a Jane Seymour, enigmatica e piena di fascino, si contrappone Christopher Reeve, improbabile e inespressivo." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 95, 1983) "Commedia con ambizioni di fantascienza senza vere motivazioni. La situazione è presuntuosa e ingenua, i dialoghi spesso sdolcinati, le scene graziose, buona la ricostruzione dell'ambiente." (Laura e Morando Morandini, Telesette) "Bella sceneggiatura." (Teletutto) "Una bella storia fantastica che unisce con disinvoltura il tema classico del viaggio nel tempo a quello più 'a la mode' della reincarnazione. Peccato che Szwarc non sia un gran regista e, soprattutto, che Reeve sia un attore poco espressivo. Ma nonostante ciò è un film che fa tenerezza". (Francesco Mininni, Magazine italiano tv)

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