Orgoglio e pregiudizio2005

SCHEDA FILM

Orgoglio e pregiudizio

Anno: 2005 Durata: 127 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:COMMEDIA, SENTIMENTALE

Regia:Joe Wright

Specifiche tecniche:-

Tratto da:romanzo omonimo di Jane Austen

Produzione:UNIVERSAL PICTURES, WORKING TITLE FILMS

Distribuzione:UIP (2006)

ATTORI

Keira Knightley nel ruolo di Elizabeth Bennet
Matthew Macfadyen nel ruolo di Sig. Darcy
Rosamund Pike nel ruolo di Jane Bennet
Donald Sutherland nel ruolo di Sig. Bennet
Brenda Blethyn nel ruolo di Sig.ra Bennet
Judi Dench nel ruolo di Lady Catherine de Bourgh
Jena Malone nel ruolo di Lydia Bennet
Simon Woods nel ruolo di Charles Bingley
Tom Hollander nel ruolo di Sig. Collins
Rupert Friend nel ruolo di Sig. Wickham
Carey Mulligan nel ruolo di Kitty Bennet
Talulah Riley nel ruolo di Mary Bennet
Kelly Reilly nel ruolo di Caroline Bingley
Penelope Wilton nel ruolo di Sig.ra Gardiner
Peter Wright nel ruolo di Sig. Gardiner
Tamzin Merchant nel ruolo di Georgiana Darcy
Cornelius Booth nel ruolo di Colonnello Fitzwilliam
Claudie Blakley nel ruolo di Charlotte Lucas
Janet Whiteside nel ruolo di Sig.ra Hill
Jay Simpson nel ruolo di Meryton Milliner
Meg Wynn Owen nel ruolo di Sig.ra Reynolds
Moya Brady nel ruolo di Cameriera
Pip Torrens nel ruolo di Maggiordomo
Rosamund Stephen nel ruolo di Sig.na de Bourg
Roy Holder nel ruolo di Sig. Hill
Samantha Bloom nel ruolo di Istitutrice
Sinéad Matthews nel ruolo di Betsy
Sylvester Morand nel ruolo di Sir William Lucas
 

SOGGETTO

Austen, Jane
 
 
 

MONTAGGIO

Tothill, Paul
 

SCENOGRAFIA

Greenwood, Sarah
 

COSTUMISTA

Durran, Jacqueline

TRAMA

Il sig. Bennett vive nella sua tenuta, a Longburn, con la severa moglie e le cinque figlie: la bella Jane, Elizabeth, molto intelligente, Mary, assai studiosa, l'immatura Kitty e la selvaggia Lydia. La vita scorre tranquilla e serena ma quando la casa viene ereditata da un lontano cugino, il sig. Collins, per ognuna delle ragazze l'unico modo per assicurarsi un futuro è quella di realizzare un buon matrimonio. L'occasione sembra arrivare quando un facoltoso scapolo, il sig. Bingley, giunge nella tenuta di Netherfield per soggiornare insieme ad alcuni eleganti e sofisticati amici, tra cui il misterioso signor Darcy...

CRITICA

"Se qualche nostalgico dell'antiquariato hollywoodiano vi vuol far credere che l''Orgoglio e pregiudizio' della Metro (1940) era meglio dell'attuale megaproduzione angloamericana, smentitelo. Forse l'avrei detto anch'io, basandomi sul ricordo, prima di ripescarlo in videocassetta. Visto oggi, l'effetto è disastroso: allestimento povero e costumi orribili, incredibile che abbiano strappato un Oscar. E se nel contesto della regìa di Robert Z. Leonard, smorta e convenzionale, Laurence Olivier incrementa il nascente culto della sua personalità, con i suoi evidenti 32 anni Greer Garson è del tutto fuori età come giovane protagonista. Quanto alla prestigiosa partecipazione di Aldous Huxley al copione, può aver esercitato la sua influenza nel conservare molti dialoghi del romanzo di Jane Austen, ma non è certo riuscito a impedire manomissioni sgraziate. (...) La Austen concede ai loro confusi sentimenti un approdo naturale, ma non garantisce sul futuro della coppia e tanto meno su quello di una società sclerotizzata dentro le barriere di classe. Keira Knightley offre del personaggio un'immagine attraente, ma forse hanno esagerato candidandola all'Oscar; quanto al compassato Matthew MacFadyen è un emergente del teatro e si vede. Non si vede, invece, che la sceneggiatrice Deborah Moggach e il regista Wright vengono dalla tv: questo loro esordio sfrutta tutte le possibilità che distinguono lo schermo dal video, valorizzando insieme con le musiche di Dario Marianelli, le sapienti ambientazioni di Sarah Greenwood e i piacevoli costumi di Jacqueline Durran (tutti candidati all'Oscar). È come dilatare un quadretto intimista nelle dimensioni di un affresco: troppa grazia, ma per gli occhi è una festa." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 3 febbraio 2006) "'Orgoglio e pregiudizio' è uno di quei film che, agli Oscar, finiscono sempre per andarci. Un po' da parenti poveri, magari, come la famiglia Bennett della storia, concorrendo in categorie generalmente considerate minori come l'art direction, i costumi, la musica. Però sono proprio le location (rigorosamente autentiche), gli arredi e gli abiti le cose più riuscite di questa trascrizione del celebre romanzo di Jane Austen, già portato ripetutamente sullo schermo. (...) La regia di Whright è scarsa di orgoglio, ma diligente, rispetta il contratto accontentandosi di allineare gli eventi come in un elegante libro illustrato: più pittorico che pittoresco, comune, questo è già un titolo di merito. Per sua fortuna ad aiutarlo ci sono molte cose, dalla bellezza dei luoghi a un cast di supporto al livello dell'edizione MGM: Donald Sutherland nella parte del bonario Mr. Bennet, Brenda Blethyn in quella di sua moglie, Judy Dench nei panni della cattivissima Lady Catherine. Enorme successo in Inghilterra, 'Orgoglio e pregiudizio' è firmato dai produttori di 'Bridget Jones'. Sui quali deve avere influito il banale, ma tenace, pregiudizio che la (psicologicamente) indipendente Elizabeth sia - nel remoto 1813 - un'eroina protofemminista." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 3 febbraio 2006) "In questo 'Orgoglio e pregiudizio' c'è fedeltà alla pagina scritta ma anche un ritmo più veloce rispetto agli storici adattamenti del passato, specie quello con Laurence Olivier. Cast brioso (perfetti Donald Sutherland e Brenda Blethyn come padre affettuoso e madre isterica) e una star che splende di luce propria: Keira Knightley, il maschiaccio più femminile di oggi, nei panni di Elizabeth Bennet, ragazza fiera attratta dall'uomo che amereste odiare: il tenebroso Signor Darcy. Quattro nomination agli Oscar, tra cui spiccano la Knightley come miglior attrice e la colonna sonora d'epoca del nostro Dario Marianelli. Film in costume per la mtv generation? Certo. E non c'è niente di male." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 3 febbraio 2006) "'Orgoglio e pregiudizio' procede bene finché la vicenda resta corale e un attore interviene sull'altro. Si arena quando la Knightley s'avvicina a MacFayden, versione economica di Hugh Grant vent'anni fa. Ad accentuare il disagio si aggiunge il doppiaggio: l'Inghilterra sarà anche il sud della Gran Bretagna, ma andrebbe evitato che l'inglese di ragazze campagnole, ma di buona famiglia, diventasse un italiano centro-meridionale, ridondante di doppie 'b' e doppie 'd'. Certo, non c'è qui lo scempio di 'My Fair Lady', dove Audrey Hepburn nell'edizione doppiata non parlava più il cockney ma il pugliese. Sarebbe opportuno distribuire nelle grandi città, dove certi film si proiettano in più sale, una copia in versione originale sottotitolata per rispetto di chi aborre la cattiva edizione." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 3 febbraio 2006) "A molti piace il critico arcigno. La parte non c'interessa, ma come si fa a imbastire un minuetto rispettoso con un film come 'Orgoglio e pregiudizio'? Premesso che è del tutto legittimo e anche auspicabile rimettere la cinepresa nel cuore dei classici, è chiaro che lo spirito dell'impianto narrativo e l'intesa con il senso interno al testo contano molto di più di un'opinabile fedeltà alla lettera. La sceneggiatrice Deborah Moggach e il regista Joe Wright hanno sbagliato, secondo noi, tutto quello che potevano sbagliare adattando per il grande schermo, sessantacinque anni dopo la versione con Laurence Olivier e Greer Garson, lo stupendo romanzo di Jane Austen (1813). Anche perché le musiche di Dario Marianelli, le scenografie di Sarah Greenwood e i costumi di Jacqueline Durran, sia pure sapienti, sontuosi e puntualmente candidati all'Oscar vanno un po' per la loro strada e riempiono gli occhi degli spettatori senza minimamente curarsi dell'intensità e della pertinenza della messinscena. Mentre la scrittrice inglese analizza con finissima ironia e implacabile psicologia il conflitto tra caratteri individuali e posizioni sociali che cova sotto l'idillico aplomb della vita di campagna e conferisce insondabili vertigini romantiche alla sottile prospettiva femminista, questo film sembra una specie di favola di Cenerentola in cui o non accade nulla o si scatena un isterico girotondo attorno ai due innamorati riluttanti. (...) In quanto ai protagonisti, Keira Knightley non sarebbe male, ma con quel musetto imbronciato recita lontana anni luce dalle originali ambientazioni tra Settecento e Ottocento; Matthew MacFadyen è un Darcy anonimo e imbalsamato; Donald Sutherland un papà sin troppo sornione e Brenda Blethyn una mamma che inclina incongruamente al farsesco. Consiglio finale: recuperare lo sceneggiato del '57 della nostra tv con gli impareggiabili Virna Lisi, Vira Silenti, Franco Volpi ed Enrico Maria Salerno." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 4 febbraio 2006)

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