SCHEDA FILM

ORFEO

Anno: 1985 Durata: 94 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:FAVOLA

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:-

Produzione:ANTENNE 2 (PARIGI) - S.S.R. (GENEVE) ISTITUTO LUCE ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (ROMA)

Distribuzione:ISTITUTO LUCE ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1989)

TRAMA

Durante i festeggiamenti per le nozze di Orfeo ed Euridice, una messaggera reca la notizia della morte della sposa in seguito al morso di una serpe velenosa. Il giovane musico Orfeo non esita a recarsi nel regno dell'oltretomba per cercare di ottenere dagli Dei la restituzione dell'amata. Commossa dal fedele amore di Orfeo, Proserpina, regina dell'oltretomba, supplica Plutone di rendere Euridice al giovane.

CRITICA

"Nel totale rispetto della struttura teatrale dello spettacolo e delle sue scene esplicitamente stilizzate, dunque artificiose con una certa ricerca del naif, Goretta ha cercato, con lente carrellate e panoramiche e frequenti primi piani, di stare addosso ai personaggi e alle loro emozioni. Per dirla con Ermanno Comuzio, un amico critico che di musica è un appassionato esperto, quella di Goretta è un'operazione colta e raffinata, ma non creativa né innovatrice, che non propone alcunché di nuovo sul modo migliore di trasformare in cinema un'opera in musica. Il suo è un film utile per la conoscenza di un melodramma famoso e poco rappresentato. La sua destinazione naturale è il teleschermo, anzi la videocassetta." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 13 Giugno 1989) "L' 'Orfeo'da vedere e da sentire è tutto bello. Anche se gli addetti ai lavori trovarono (e troveranno) che i due interpreti principali (Gino Quilico e Audry Michael) non erano i migliori che si potessero desiderare (come difese la scelta, il Goretta? Con esigenze estetiche): i due fatali amanti dovevano reggere il costume (anche adamitico), erano inconcepibili maturi superstars imbustati). La storia (che è poi la vecchia favola pastorale, la discesa agli Inferi del cantore Orfeo alla ricerca della sua bella) è particolarmente esile (il libretto di Antonio Striggio è tra i più stitici della storia della lirica). Sui palcoscenici la cosa è poco avvertibile: la musica di Monteverdi la invade la sommerge, la riduce a puro pretesto. Ma il passaggio al cinema non è indolore. Per quanto grande, Rotunno non può fotografare la musica. Per quanto travolgente, la musica non può occupare le pause di racconto, le soste di cui un periodare cinematografico ha bisogno come un qualunque pasto dell'acqua e del vino. E aggiungiamo che Goretta non si dimostra, nell'occasione, regista di grandissima fantasia visiva. Per andare all'inferno con Orfeo e Euridice ci voleva lo splendore barocco di Visconti buonanima o, a un livello più goliardico, le birbonate kitsch di un Ken Russel." (Giorgio Carbone, 'La Notte', 14 Giugno 1989) "Noioso o conturbante a seconda dei punti di vista 'Orfeo' è un film-opera che cerca nella stilizzazione raffinata delle luci e degli ambienti (magistrale la fotografia di Giuseppe Rotunno, più discutibili le scenografie mentali di Jacques Bufnoir) un approccio moderno al mito ma senza le provocazioni di un Cocteau o di un Camus. Per la cronaca, all'operazione partecipò il nostro Istituto Luce il che avrebbe fatto sperare in un'uscita più pronta della pellicola. Ma questo è un altro discorso." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 22 Gennaio 1989)

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