OCCHIOPINOCCHIO1995

SCHEDA FILM

OCCHIOPINOCCHIO

Anno: 1995 Durata: 132 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:ALLEGORICO

Regia:-

Specifiche tecniche:SCOPE

Tratto da:-

Produzione:CECCHI GORI GROUP TIGER CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:CECCHI GORI GROUP (1994) - CECCHI GORI HOME VIDEO

TRAMA

Il potente banchiere Brando Della Valle viene a conoscenza, attraverso una lettera dell'odiato fratello sepolto, che ha avuto un figlio illegittimo dalla relazione con una servetta. Il giovane, soprannominato Pinocchio, è tenuto in un ospizio per anziani: assiste i vecchietti e li seppellisce una volta morti. L'incontro con il padre e il mondo dell'alta finanza è traumatico per Pinocchio - nel frattempo chiamato Leonardo - che alla sua presentazione ufficiale improvvisa un discorso strampalato, che fa consigliare, dallo psichiatra di Brando, il suo ricovero. Ma il giovane scappa e incontra Lucy Light, una malavitosa in succinte vesti, ricercata per omicidio. Lucy, per depistare i poliziotti, bacia Pinocchio, quindi lo fa salire su un'automobile rubata, e dopo una rocambolesca fuga, in cui la ragazza viene ferita, si rifugia in uno scalo ferroviario. In treno i due raggiungono la campagna, e lei decide di andarsene. Ma vedendola rubare un'automobile Pinocchio tenta di imitarla incorrendo nelle furie del proprietario che viene colpito da Lucy. Insieme i due proseguono la fuga, mentre Brando convince il capo della polizia che Lucy, accusata di aver ucciso in un albergo un falsario, ha rapito il proprio sempliciotto figlio. Giunti presso il confine, Lucy, che in realtà è innocente del delitto, deve procurarsi un passaporto, che un losco figuro le fa avere costringendola alle sue voglie: il fatto scatena l'ira di Pinocchio con conseguente rissa da cui, come sempre, lo salva la ragazza. Giunti al fiume che delimita il confine, i due fanno l'amore in una vecchia baracca in lamiera, ma il mattino la polizia circonda il luogo e uccide Lucy. Non resta a Brando che internare Pinocchio nell'ospizio, dal quale però egli fugge: una barchetta gli permetterà di attraversare quel fiume che Lucy considerava come la grande frontiera per ambedue. Lontano da tutto e da tutti, Pinocchio sarà solo ma libero.

CRITICA

"Accattivante e intenso nei momenti in cui vuol sembrare un duro, Nuti si direbbe davvero un Pinocchio impersonato da Humphrey Bogart, se la sua programmata impassibilità non si sciogliesse in sguardi e sorrisi di irresistibile tenerezza. Graziosa e ardita, la sua compagna Chiara Caselli è all'altezza del compito, tanto che se fosse americana la vedremmo bene in corsa per l'Oscar. E fra gli altri cammei disseminati in questo film pletorico ma non antipatico, permettetemi di inviare un bacio a Pina Cei, classe 1904: 90 anni portati con la pungente bellezza, il sommesso brio e l'implacabile tempismo che hanno sempre contraddistinto questa meravigliosa caratterista." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 24 Dicembre 1994) "Naturalmente i modi di rappresentazione sono corretti - Nuti ama giocare con le luci, dosare i ritmi, prefabbricare con attenzione colpi di scena e sorprese -ma in definitiva la favola, che non è più tale, non tarda a risolversi in un'avventura già vista e narrativamente scontata, non priva, grazie al mutamento di sesso di Lucignolo, di pagine mezzo erotiche e che almeno lo spettatore senza pretese, cui piacciono le gesta con affanni e con cattivi truci alla caccia dell'innocente, può accogliere, anche con un po' d'interesse. Il resto lo si dimentica e il critico che, in ossequio al diktat, è andato a sorbirselo in sala, volta pagina, rimpiangendo il Nuti anni Ottanta, pur riconoscendogli anche oggi, come attore, delle virtù spesso inimitabili: quella sua perenne adolescenza intristita, ad esempio, quella sua malinconia illuminata, quel tentativo, anche nelle pagine più votate all'azione, di comporsi, dall'interno, una maschera quasi surreale... Attorno, però, purtroppo, c'è il vuoto, e senza rimedio. Una citazione per Chiara Caselli nelle vesti (spesso scarse) di Lucy Light: seduce, non solo Pinocchio ma noi, con un fascino non soltanto esteriore." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 30 Dicembre 1994) "Dati i costi, è facile elogiare i contributi tecnici come la fotografia di Calvesi, le invenzioni scenografiche di Ricceri, il brio di alcune scene d'azione, la bravura degli 'stunt-man' nei catastrofici inseguimenti in auto. Ma c'è qualcuno che merita il 110 e lode: Chiara Caselli. Il suo personaggio dà l'acqua della vita a un film squinternato che, forse, gioverà soltanto a lei e alla sua carriera." (Morando Morandini, "Il Giorno", 29 Dicembre 1994)

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