Anno: 2002 Durata: 100 Origine: SPAGNA Colore: C
Genere:DRAMMATICO, POLITICO
Regia:Luis Sepúlveda
Specifiche tecniche:-
Tratto da:romanzo "Incontro d'amore in un paese in guerra" di Luis Sepùlveda
Produzione:MASSIMO VIGLAR, JULIO FERNANDEZ PER SURF FILM E RAI CINEMA
Distribuzione:01 DISTRIBUTION - DVD 01 HOME ENTERTAINMENT
Harvey Keitel | nel ruolo di | El Gringo |
Jorge Perugorría | nel ruolo di | Pedro Riquelme |
Luigi Maria Burruano | nel ruolo di | Salomon Goldman |
Leonardo Sbaraglia | nel ruolo di | Paolo Brandi |
Daniel Fanego | nel ruolo di | Aurelio Gonzales |
Andrea Prodan | nel ruolo di | Rodrigo Hidalgo |
Ángela Molina | nel ruolo di | Leticia |
Manolo Banderas | nel ruolo di | Ricardo Glenz |
Caterina Murino | nel ruolo di | Helga/Estrella |
Laura Mañá | nel ruolo di | Edelmira |
Antonio Hugo | nel ruolo di | Moren |
Ariel Casas | nel ruolo di | Sergente Perez |
Fernando Guillén Cuervo | nel ruolo di | Benavente |
Martin Seefeld | nel ruolo di | Espinoza |
Oscar Castro | nel ruolo di | Cabo Mamani |
Roberto Vallejos | nel ruolo di | Soldato Alberto |
TRAMA BREVE In un paese dell'America Latina un dittatore ha escogitato un diabolico piano per giustificare la permanenza dei militari al potere. Per questo decide di far rinchiudere in pieno deserto - in una vecchia stazione ferroviaria chiamata 'Nessun posto' - un gruppo di oppositori formato da un cuoco omosessuale, un professore disilluso, un operaio appassionato di bolero, uno studente patito per la boxe ed un barbiere amante del tango. Con l'aiuto di un avventuriero americano, un militante della resistenza e la sua compagna progettano un piano di fuga. TRAMA LUNGA Il dittatore di una nazione non precisata dell'America Latina ordina ai suoi soldati di sequestrare cinque oppositori del suo governo: un cuoco omosessuale, un amareggiato professore di storia, un operaio delle ferrovie appassionato di bolero, uno studente dedito alla boxe ed un barbiere ebreo amante del tango. I cinque vengono condotti in una stazione abbandonata nel deserto, chiamata Nessun posto, controllata da un manipolo di militari. Qui il professore di storia, nel tentativo di fuggire, viene ucciso. Nel frattempo il compagno del cuoco e la moglie dell'operaio si adoperano per avere notizie su di loro, mentre un avventuriero americano, el Gringo, un militante della resistenza ed una giovane patriota cercano il modo di liberarli. Nella stazione, dopo una iniziale reciproca diffidenza, i prigionieri riescono ad instaurare un rapporto quasi amichevole con i soldati. Così, una volta ottenuta dopo grandi bevute di vodka la fiducia dei carcerieri, e grazie all'aiuto degli uomini della resistenza, i quattro superstiti si danno alla fuga. Quando arrivano i militari dei reparti speciali, sul posto si sono già installati venditori e bancarelle: c'è da ammirare una vecchia locomotiva a vapore rimasta a testimoniare il passato.
"Lo scrittore cileno cinquantaduenne Luis Sepùlveda debutta come regista con una storia ispirata a un proprio racconto contenuto nel volume 'Incontro d'amore in un Paese in guerra'. Anni Ottanta, una dittatura latinoamericana, un gruppo di oppositori sequestrato in una vecchia stazione ferroviaria, una fuga indimenticabile, lo spirito della libertà, 'un lungo viaggio nel cuore della più meravigliosa utopia': e la coerenza di un autore che ama narrare vicende piene di ottimismo". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 1 marzo 2002) "Il primo film di Luis Sepùlveda, 'Nowhere', è diviso in due: metà tragedia, metà commedia. La parte tragica è pessima, convenzionale, pomposa malgrado nomi come Angela Molina e Harvey Keitel. La commedia, sorpresa, ha vari momenti spassosi. Basta accontentarsi". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 1 marzo 2002) "Luis Sepùlveda, autore amato della 'Gabbianella e il gatto', ispirandosi al suo libro 'Incontro d'amore in un paese di guerra', debutta nel cinema con un film politico anni '70, molto militante, 'Nowhere'. Il regista ha una gran voglia di metaforizzare la terra di nessuno, gli incubi di ieri ma soprattutto di oggi e va salvata la sua buona fede. Purtroppo l'operazione è nobile ma datata, retorica, un poco manichea, qua e là sostenuta da attori vitali e simpatici come Jorge Perrugorria, Burruano, Prodan e la Molina, ma dedita a slogan che, anche se sono eticamente ancora validi non vengono espressi da un cinema al passo coi tempi. Personaggi squadrati, gringos, inni alla libertà, offerta di stereotipi paghi uno prendi dieci, citazioni annunciate e ripetute, come quella di Van Gogh, anche quattro volte. Trattasi di vedere chi vince nel match fra Prepotenza e Ragione e Sepùlveda si permette anche un lieto fine. Speriamo porti bene". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 2 marzo 2002) "Il 'nessun posto' del titolo è il luogo, affogato nel deserto di un paese latinoamericano, nel quale vengono confinati alcuni oppositori del governo e affidati alla sorveglianza di un plotone di soldati. Alla loro storia e alla loro progressiva 'fraternizzazione' con i soldati, si mescolano quelle di altri oppositori, in città, e di un "gringo" che nel deserto vende birra e consulta maghe locali. Quello che nella narrazione letteraria può essere poesia ed epica quotidiana, nel cinema si scontra con la 'materia' dell'immagine, che non aumenta la libertà del narratore, ma se mai la limita. Luis Sepùlveda, esordiente nella regia, si scontra con un nuovo linguaggio e non ne domina le regole. 'Nowhere' è un racconto piatto e a rischio continuo del ridicolo, con una sceneggiatura troppo chiacchierata e troppe suggestioni affastellate e sprecate. Si rimpiange che una storia così, a loro tempo, non l'abbiano avuta per le mani un Aldrich o un Peckinpah". (Emanuela Martini, 'Film Tv', 6 marzo 2002)
Incasso in euro