North Face - Una storia vera2008

SCHEDA FILM

North Face - Una storia vera

Anno: 2008 Durata: 121 Origine: AUSTRIA Colore: C

Genere:AVVENTURA, DRAMMATICO, SPORTIVO, STORICO

Regia:Philipp Stölzl

Specifiche tecniche:CINEMASCOPE, 35 MM (1:2.35)

Tratto da:una storia di Benedikt Roeskau

Produzione:DOR FILM-WEST PRODUKTION, MEDIENKONTOR MOVIE, TRILUNA FILM, MAJESTIC FILMPRODUKTION, LUNARIS FILM, BR, ARD/DEGETO, SCHWEIZER FERNSEHEN, SRG SSR

Distribuzione:ARCHIBALD ENTERPRISE FILM (2010)

ATTORI

Benno Fürmann nel ruolo di Toni Kurz
Johanna Wokalek nel ruolo di Luise Fellner
Florian Lukas nel ruolo di Andreas Hinterstoisser
Simon Schwarz nel ruolo di Willy Angerer
Georg Friedrich nel ruolo di Edi Rainer
Ulrich Tukur nel ruolo di Henry Arau
Erwin Steinhauer nel ruolo di Emil Landauer
Petra Morzé nel ruolo di Elisabeth Landauer
Hanspeter Müller nel ruolo di Hans Schlunegger
Branko Samarovski nel ruolo di Albert von Allmen
Peter Zumstein nel ruolo di Adolf Rubi
Martin Schick nel ruolo di Christian Rubi
Erni Mangold nel ruolo di Nonna Kurz
Johannes Thanheiser nel ruolo di Nonno Kurz
Traute Höss nel ruolo di Anna Fellner
 

MONTAGGIO

Budelmann, Sven
 

SCENOGRAFIA

Kramer, Udo
 

COSTUMISTA

Hutter, Birgit

TRAMA

Alpi bernesi, estate del 1936. Toni Kurz e Andi Hinterstoisser sono fermamente decisi a scalare la parete nord dell'Eiger, impresa che è già costata la vita ad altri alpinisti. Se vi riuscissero, i due uomini non sarebbero solo osannati come eroi del Terzo Reich ma guadagnarebbero anche una medaglia d'oro olimpica. Le loro gesta vengono osservate da un gruppo di giornalisti che comprende anche Luise, l'ex fidanzata di Toni, giunta sul posto con Arau, un suo collega fedele nazionalsocialista. Quando Toni ed Andi, con l'aiuto di due alpinisti austriaci - Edi Rainer e Willy Angerer - sembreranno sul punto di guadagnare la cima, la montagna e le forze della natura decideranno di rendere sempre più ardua la loro scalata verso la gloria...

CRITICA

"Meglio non consigliare 'North Face', del tedesco Philipp Stölz, a chi soffre di vertigini. Strapiombi, precipizi e burroni ghiacciati colonizzano la percezione dello spazio per parecchi minuti di pellicola. Colpa del maledetto Eiger, montagna svizzera da 3970 metri, piazzata possente tra le alpi bernesi. Scenario d'esagerata altitudine e pendenza, già teatro del thriller 'Assassinio sull'Eiger'(1975), con un costone nord scalato dal bel Clint Eastwood. Stölzl, che fino all'altro ieri girava videoclip, si è imbarcato (e parliamo di un passato quasi remoto, visto che il film ha avuto la sua prima nel 2008) in un'operazione di genere piuttosto curiosa. (...) Prevale comunque il realismo più esasperato in una sequenza finale effettivamente, accaduta e che richiama alla mente l'orribile fine dell'alpinista italiano Stefano Longhi, sempre sulla parete nord nel 1957." (Davide Turrini, 'Liberazione', 27 agosto 2010) "Almeno se dalla dimensione più o meno documentaristica si vuol salire di livello fino alla fiction vera e propria. Perché mai come nel filmare la fatica di un alpinista si nota la differenza tra riprese fatte dal vero, in parete e quelle ricostruite in teatro di posa. E soprattutto perché è davvero arduo trovare attori a loro agio sulla roccia quanto nella recitazione in faccia alla cinepresa. Docufilm esclusi, di pellicole capaci di restituire allo spettatore, almeno in parte, il brivido mozzafiato di una scalata se ne contano sulle dita di una mano. Su tutte 'Assassinio sull'Eiger', girato e interpretato nel 1975 da un Clint Eastwood in forma smagliante, più lodato dai critici per le scene di montagna che per la sgangherata trama spionistica." (Marizio Turrioni, 'Famiglia Cristiana', 27 agosto 2010) "Non importa se la montagna vi mette le vertigini, se amate solo paletta e secchiello, se a mille metri già boccheggiate: sarebbe come rifiutarsi di vedere 'Titanic' perché Leonardo Di Caprio e Kate Winslet stanno su un transatlantico e voi soffrite il mare. (...) Tra mille difficoltà tecniche (i classici bergfilm richiedevano anni di riprese, la montagna si doveva vedere in tutto il suo splendore, vietati i trasparenti dietro gli attori in studio), Philipp Stölzl non dimentica la sceneggiatura. Fa incontrare poco prima della partenza l'alpinista Toni con una sua vecchia fiamma, aspirante giornalista. Lei lo osserva dalla terrazza e quando tutto sembra perduto, con le scarpette da città, fa la sua parte." (Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio', 28 agosto 2010)

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