NON TUTTI HANNO LA FORTUNA DI AVER AVUTO I GENITORI COMUNISTI1993

SCHEDA FILM

NON TUTTI HANNO LA FORTUNA DI AVER AVUTO I GENITORI COMUNISTI

Anno: 1993 Durata: 89 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:-

Produzione:MAURICE BERNARDT - ALLIANCE FILM - BAC FILMS

Distribuzione:FILMAURO (1996) - CDE HOME VIDEO

TRAMA

A Parigi nel 1958, Irène, una donna abbastanza giovane, moglie di un modesto commerciante di calzature e mamma del piccolo Léon, si applica con slancio al proprio compito di popolana casalinga, pur coltivando il sogno di diventare cantante: è infatti membro di una corale ed ha una bella voce. Bernard, il marito innamorato e fedele, le lascia fare la militante comunista con altre donne sue amiche, e occasionalmente l'assistente sociale e "l'angelo" rincuoratore di qualche vicino in necessità. Irène mette in tutto quello che fa una gran carica di ottimismo e d'entusiasmo, anche nel donare ora all'uno ora all'altro le calzature del negozio di Bernard. Persino il piccolo Léon è coinvolto, e corre di porta in porta a distribuire il giornale comunista l'Humanité e ad infilare sotto gli usci i volantini del Partito. Finché un giorno arriva a Parigi il coro dell'Armata Rossa: c'è un fortuito incontro di Irène col solista del coro, l'aitante e cordiale Ivan, che la riempie di ammirazione, suscitando la gelosia di Bernard. Frattanto De Gaulle si prepara a un referendum popolare sulla Costituzione della Quinta Repubblica. Il Partito e i "compagni" si danno da fare per convincere i francesi a votare "NO", che ritengono essenziale per il trionfo completo della loro ideologia. Mentre l'attivismo di Irène si fa frenetico, il marito è costretto a chiudere il negozio (ammucchiando in casa le scatole di calzature residue, non riuscendo più a condurre avanti il suo piccolo commercio) ed accetta un posto di lavoro come fattorino. Poi per distogliere Irène dall'infatuazione per il cosacco del coro, non esita a svendere quanto gli rimane del deposito di calzature, per acquistare un cappotto dal collo di pelliccia e farne dono alla moglie. Dopo che il referendum si conchiude con la sconfitta dei "NO", la corale dell'Armata Rossa prosegue la propria tournée e nella famiglia di Bernard ritorna la pace.

CRITICA

"Commedia retrò e minimalista nella cifra di una affettuosa ironia, il film dell'esordiente Zilbermann non manca di garbo, umorismo sorridente, cura dei particolari e nemmeno qua e là di un'inventiva scrittura registica. Ha due interpreti simpatici, la tonda e radiosa Balasko e il bassetto Bénichou, non possiede però una vera ragione d'essere e se ne esce con qualche domanda: e allora? Che senso ha, che vuol dire, è un frivolo de profundis sul tempo che fu? Il nostalgico elogio di una razza estinta? C'è infine un piccolo mistero produttivo. Come e perché un film di basso costo - se si tolgono le sequenze di teatro col coro dell'Armata, forse girate a Budapest - ha avuto bisogno del concorso finanziario di dodici società (con un contributo italiano) e di due fondi culturali europei?" (Morando Morandini, 'Il Giorno', 23 Maggio 1996) "Sbaglia chi rimprovera al film di non spiegare adeguatamente i motivi della disastrosa sconfitta subita dal Pcf di Thorez, anche perché - come si diceva - 'Non tutti hanno la fortuna di avere avuto i genitori comunisti' utilizza quel momento cruciale della recente storia francese per restituire un'emozione, un ricordo familiare reso più amabile dal confronto con il cinismo odierno, un bozzetto di vita squisitamente parigino; lasciando da parte ogni ottica realistica, in favore di una ricostruzione d'ambiente, precisa negli interni casalinghi, nei costumi, nelle acconciature, che noi italiani ce la sogniamo. E se talvolta un sospetto di furbizia dolciastra si fa strada nell'orchestrazione della commedia la tenuta del film è garantita dalla perizia con la quale il giovane Zilbermann cura la recitazione dei suoi interpreti. Tutti intonatissimi: con una menzione particolare per l'irriconoscibile Josiane Balasko nei panni della tenera devota Irène e lo straordinario Maurice Benichou in quelli del marito qualunquista che si converte al Pcf per riconquistare la moglie, doppiati con la giusta adesione vocale da Susanna Javicoli e Piero Tiberi." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 4 Maggio 1996) "Chi vuol fare un bagno svelenante contro le false ideologie non perda questo film delizioso. Siamo a Parigi, nel 1958, e i comunisti perdono clamorosamente il referendum contro il generale De Gaulle che torna al potere. ?? la Quinta Repubblica, ma qualcuno non ha smarrito la fede nella dottrina marxiana. Una militante irriducibile è Irene, madre di famiglia, sposata ad un commerciante piuttosto apatico, attivissima, sempre grata all'Armata Rossa che, tredici anni prima, la salvò dalla morte ad Auschwitz. Un giorno, il coro dell'Armata Rossa giunge nella capitale francese e... Film delicato e amabile, sceneggiato e diretto con arguzia dal trentottenne Jean-Jacques Zilbermarm. Senza partigianerie, ormai inutili, l'autore guida gli interpreti in un gioco intriso di bonomia; ed attinge risultati notevolissimi con la protagonista Josiane Balasko." (Antonella Ely, 'Il Giornale di Sicilia', 15 Luglio 1996)

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