SCHEDA FILM

Non dite a mamma che la babysitter è morta

Anno: 1991 Durata: 103 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:-

Produzione:ROBERT NEWMYER, BRIAN REILLY, JEFFREY SILVER

Distribuzione:LIFE INTERNATIONAL (1992) - PANARECORD

TRAMA

La diciassettenne Swell ed i suoi quattro fratelli, quando la madre parte per una vacanza di due mesi in Australia, vengono affidati ad una bisbetica babysitter molto anziana, la quale muore improvvisamente. Liberatisi della salma con uno stratagemma, per evitare sia la polizia che il ritorno della mamma, e poiché il padre si è sempre disinteressato di loro, i ragazzi capiscono che debbono cavarsela da soli, e tocca appunto a Swell di trovarsi un lavoro, perché sono rimasti anche senza soldi. Lasciato presto un fast-food, dove svolge mansioni faticose e avvilenti, ma dove ha conosciuto Brian, un simpatico ragazzo che lavora per pagarsi l'università, la ragazza si presenta in una casa di moda, fabbricandosi un curriculum pieno di frottole, e attribuendosi ventisette anni, con l'aiuto del trucco e del vestiario. Aspirerebbe ad un posto di centralinista, ma per un equivoco fortunato viene invece assunta dalla direttrice, Rose, come vice-direttrice, e subito si conquista la fiducia e la simpatia di lei. Poiché Rose parte per un week end, insieme a Gus, l'uomo di cui è innamorata, ma che vuole solo divertirsi con tutte (infatti ci prova subito anche con Swell, che lo respinge), la direttrice affida alla neo assunta la completa responsabilità della ditta. Poiché in casa non ci sono soldi per mangiare, Swell pensa di usare un po' del denaro della cassa, che le è stata affidata, per sfamare i fratelli, i quali, però, trovato il danaro, si comprano anche altre cose. Swell pensa di restituire tutto col suo primo stipendio, ma questo tarda anche perché gli affari della ditta vanno male. Dopo una serata sulla spiaggia con Brian, durante la quale i due giovani si dichiarano il loro amore, Swell riesce a far diventare efficienti tutti i suoi fratelli, soprattutto il maggiore, Kenny, che si rivela un ottimo cuoco. Cosicché, quando la ragazza organizza in casa una festa per la sfilata di modelli di divise, moderne e capricciose, inventate da lei, tutti i ragazzi collaborano validamente e la festa ottiene un grande successo presso i compratori, risolvendo i problemi della ditta. Ma Swell, che ha accumulato ormai una serie di enormi bugie, fingendosi sposata e madre dei suoi fratellini minori, finisce col confessare a tutti le sue colpe, venendo prontamente perdonata da Rose, felice del successo. La donna offre alla ragazza un buon lavoro, ma lei decide di tornare all'università a studiare, magari per un corso da stilista.

CRITICA

Si tratta di una commedia degli equivoci priva dello spirito e del brio, che sarebbe necessari per renderla divertente. La vicenda è non solo incredibile, ma è sostenuta da una sceneggiatura assai carente, che contiene delle soluzioni illogiche anche per una farsa, cosicchè l'insieme finisce con l'annoiare. La regia di Stephen Herek è debole, e le interpretazioni degli attori non riescono a dare un carattere ai personaggi loro affidati. Anche la protagonista Joanna Cassidy (Swell) è inefficace, e si dimostra inadatta ad un ruolo da protagonisti. (Segnalazioni Cinematografiche, vol.114, p.70)

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