Animali notturni2016

SCHEDA FILM

Animali notturni

Anno: 2016 Durata: 116 Origine: USA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:Tom Ford

Specifiche tecniche:PANAVISION PANAFLEX MILLENNIUM XL2, 35 MM

Tratto da:romanzo "Tony & Susan" di Austin Wright (ed. Adelphi, coll. Fabula)

Produzione:TOM FORD, ROBERT SALERNO PER FADE TO BLACK

Distribuzione:UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY

ATTORI

Amy Adams nel ruolo di Susan Morrow
Jake Gyllenhaal nel ruolo di Tony Hastings/Edward Sheffield
Michael Shannon nel ruolo di Bobby Andes
Aaron Taylor-Johnson nel ruolo di Ray Marcus
Isla Fisher nel ruolo di Laura Hastings
Karl Glusman nel ruolo di Lou
Armie Hammer nel ruolo di Hutton Morrow
Laura Linney nel ruolo di Anne Sutton
Andrea Riseborough nel ruolo di Alessia
Michael Sheen nel ruolo di Carlos
Ellie Bamber nel ruolo di India Hastings
Rob Aramayo nel ruolo di Turk
India Salvor Menuez nel ruolo di Samantha Morrow India Menuez
Imogen Waterhouse nel ruolo di Chloe
Zawe Ashton nel ruolo di Alex
Graham Beckel nel ruolo di Graves
Neil Jackson nel ruolo di Christopher
Jena Malone nel ruolo di Sage Ross
Kristin Bauer nel ruolo di Samantha Van Helsing Kristin Bauer van Straten
Franco Vega nel ruolo di Autista
Sydney Schafer nel ruolo di Hostess
Evan Bittencourt
Janet Song
Lee Benton
 

SOGGETTO

Wright, Austin
 

SCENEGGIATORE

Ford, Tom
 
 

MONTAGGIO

Sobel, Joan
 

SCENOGRAFIA

Valentino, Shane
 

COSTUMISTA

Phillips, Arianne

TRAMA

Susan Morrow riceve il manoscritto intitolato "Nocturnal Animals" dal suo ex marito Edward Sheffield, con cui si era separata vent'anni prima, in cui sono raccontate le tragiche disavventure di Tony Hastings, un uomo in vacanza con la famiglia. Sentendosi chiamata in causa dal manoscritto, Susan sarà costretta a riflettere sul proprio passato e su alcuni lati oscuri della sua personalità.

CRITICA

"Non sono per nulla fantastici, ma molto notturni e feroci gli ani mali di Tom Ford. Alla seconda prova di cinema, lo stilista americano mantiene la predilezione per i toni drammatici e affonda ancora una volta il dito nelle piaghe delle solitudini e degli abbandoni, come aveva fatto nel precedente 'A Single Man'." (Luca Pellegrini, 'Avvenire', 18 novembre 2016) "Tom Ford, secondo film, si inerpica su un sentiero scosceso, che dà sul baratro (...). Non è il solito match tra finzione e realtà in due narrazioni sovrapposte, è qualcosa di più sottile su come l'affabulazione di un libro entri dentro, annullando le protezioni estetiche. Tom Ford è uno stilista regista che ha davvero stile, gioca con thriller e noir. Non è solo indubbia eleganza formale, tra luci e tenebre (...) ma un'eleganza narrativa sostanziale, rimpiattino di sogni e incubi che offre lampi di tensione e un cinico finale. Maestro di rimpianti e atmosfere torbide, raggelate nel lusso o nel sudore notturno on the road (memorabile lo sceriffo malato Michael Shannon), tra spezzoni borghesi alla Trump (memorabile Laura Linney) e solitarie ambizioni, Ford scava nella forma fino a trovarne la radice malata. E offre due occasioni superlative a Amy Adams e Jake Gyllenhaal, in un film tutto fatto di deviazioni, scorciatoie, strade senza uscita." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 17 novembre 2016) "A noi, e non solo a noi, sembra un centone di luoghi comuni filmati con linguaggio a dir poco basico e attori mal diretti, che però si sostiene su una trama a sicura presa. (...) Tema eterno e certo non nuovo, specie per il cinema Usa, qui sviluppato in maniera elementare. Lo salva il grande Michael Shannon nei panni dello sceriffo che dà man forte a Gyllenhaal. Ma è davvero un po' poco." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 novembre 2016) "Sette anni dopo 'A Single Man', lo stilista Tom Ford torna alla regia dimostrando di essere un cineasta vero e non occasionale, perfettamente in grado di padroneggiare un'opera di complicata struttura narrativa quale questo 'Animali notturni' (...) costruito a spirale come un racconto nel racconto; ovvero, nel trasferimento sullo schermo, come un film nel film. (...) Amore e vendetta, rimorso e presa di coscienza; presente e passato; la Los Angeles dei quartieri alti e le brade praterie dell'Ovest con il loro branco di sanguinari stupratori: Ford orchestra l'eterogena materia con raffinata coerenza formale, in una rapinosa chiave di melò noir su cui la musica del polacco Abel Korzeniowski stempera allarmanti atmosfere hitchcockiane. In un'interpretazione che potrebbe valerle una candidatura all'Oscar, la Adams incide un inquieto e inquietante ritratto di signora; e Gyllenhaal si conferma attore di densa carica emozionale." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 17 novembre 2016) "Titoli di testa scioccanti (...) Amy Adams: più che attrice, qui, corpo vestito e truccato dallo stilista prima che regista (...). Ammesso che Hitchcok incomba sullo sfondo come modello, sir Alfred non avrebbe approvato un'impresa tanto macchinosa e pretestuosa." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 17 novembre 2016) "I titoli di testa e l'ultima sequenza colpiscono e sconcertano particolarmente, facendo in modo di polarizzare nei momenti cruciali le dispute che tutti i thriller aspirano a suscitare tra gli spettatori. In esse, in effetti, possono cogliersi sia il gusto provocatorio sia il sincretismo narrativo che caratterizzano «Animali notturni»: (...) il film è tratto dal romanzo noir di Austin Wright (...) e rappresenta un deciso passo avanti per Tom Ford, lo stilista passato alla regia con l'esangue «A Single Man» nel 2009. Il leitmotiv di fondo è accanitamente hitchcockiano, ma Ford non assomiglia per nulla ai discepoli del re del brivido (come il veterano De Palma) interessati soprattutto allo svariare dei meccanismi della suspense; la gamma di sfumature che gli piace perfezionare sino alla mania attiene al terrore represso che a un certo punto prorompe dai precordi di un ceto e un ambiente votati al culto asettico e coatto dell'arte, il corpo e la bellezza. (...) In fondo, cerca di convincerci lo stile affilato della regia e quello superelegante della confezione, nell'oscurità della notte gli animali col ghigno della ferinità primordiale non fanno altro che aderire, affrancati dall'ipocrisia buonista societaria, all'odio e alla disperazione che alla luce del sole dilagano nelle nostre fedi, certezze e regole più beneducate e razionali. Ancorché gremito di sottomotivi e diramazioni a tratti ridondanti (...), il climax della letteratura che «produce» quasi suo malgrado un'altra realtà, e la concatenazione dei desideri di vendetta che - aggiungendo al quadro la straordinaria figura dello sceriffo malato scolpito da un memorabile Shannon - bruceranno il destino di tutti i personaggi, s'insediano nella mente dello spettatore promettendogli una serie d'incubi che non svaniranno affatto al riaccendersi delle luci in sala." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 17 novembre 2016) "(...) Tom Ford organizza con la consueta eleganza il suo secondo lungometraggio, dopo il premiato 'A Single Man'. Ancora una volta alla base giace un best-seller (...) e ancora una volta al centro si pone l'ontologica ambiguità dell'essere umano, con la spiccata intenzione a farne emergere il lato oscuro e - al caso - bestiale. (...) 'Animali notturni' porta all'estremo la meta-narrazione con il vertiginoso 'in&out' da un libro che diviene nemesi per i protagonisti." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 17 novembre 2016) "Piacerà non a ogni spettatore domenicale (e come potrebbe? La storia si dirama su almeno tre piani narrativi), ma a parecchi nostalgici del grande cinema, sì. (...) lo stilista Tom Ford ci sa fare eccome con la decima musa. Era già evidente nell'opera prima 'A Single Man' (...). Qui mira più in alto, al conflitto che è in ognuno di noi, tra la vita che preferiamo vivere e quella che dovremmo. Racconta su tre piani e in ognuno fa meraviglie. Il thriller texano sarà pieno di stereotipi, ma funziona eccome, ti tiene in tensione fino all'ultima scena (centrata scelta di Michael Shannnon per il ruolo del duro tutto d'un pezzo). Poi c'è la 'love story' senza domani di Susan e Tony rievocata nei 'flashback' con una sontuosa fotografia da grande melodramma degli anni 50. Infine la genialata dell'incipit, prima e dopo i titoli di testa, che riassume i significati del film." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 novembre 2016) "Un film fin troppo complesso che, nonostante momenti notevoli, risulta, nel suo insieme, eccessivamente freddo. Ottimo il cast, mentre la regia di Ford risente, nei momenti chiave, della sua inesperienza. Nonostante questo, un Tom Ford vale dieci Malick." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 17 novembre 2016) "Il film è complesso, raffinato e si permette di non lisciare il pelo a quell'America fondativa che invece esaltano in tanti. Giocato su due piani (...) il film moltiplica poi i piani narrativi (...). Così la realtà del presente, l'atemporalità del romanzo e il passato dei ricordi creano da una parte il ritratto di una generazione che ha preferito il benessere all'amore - i «saggi» consigli della madre (una strepitosa Laura Linney) sono da antologia - e dall'altra scava nell'animo di una nazione che sembra non poter fare a meno della violenza e della vendetta. Che arriva a esaltare anche nelle sue opere d'arte. Sceneggiando il romanzo 'Tony e Susan' (...) Tom Ford mette in evidenza le fragilità di un ceto che non sopporta le «debolezze» ma che messo di fronte alla violenza vendicativa sembra vacillare. Forse tutto è un po' troppo perfetto, troppo «ben recitato» (...), troppo «atteso», ma Ford sa tenere lo spettatore stretto alla sua storia fino alla fine." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 3 settembre 2016) "Il gusto un po' gelido un po' glamour di Ford emerge solo nei titoli di testa (molto brutti) e nel montaggio con le posture, le movenze, le espressioni che si richiamano da una linea narrativa all'altra. Secondo un gusto dell'assonanza o, verrebbe da dire, del pendant. Ma se si può rimanere perplessi sulla denuncia dell'aridità di un mondo di apparenze, da parte di uno che in fondo su quel mondo continua a costruire le proprie fortune, la tenuta registica del film è indubbia, grazie anche all'apporto degli interpreti: ovviamente i protagonisti Amy Adams e Jake Gyllenhaal (...), ma anche la faccia di ghisa di Michael Shannon nel ruolo di un poliziotto disilluso e feroce." (Emiliano Morreale, "La Repubblica", 3 settembre 2016) "'Nocturnal Animals' (...) è il nuovo film di Tom Ford, stilista iperfashion e regista capace di sorprendere con intelligenza anche in questa sua seconda prova dopo il bell'esordio di 'A Single Man'. Le prime sequenze sono folgoranti: quattro donne si agitano in una danza sfrenata, nude a parte un cappello di strass, in mano la bandiera americana come cheersleaders invecchiate, i corpi grassissimi, sfatti, cadenti. Un segno al contrario. Ma l'intero film di Ford (...) si presenta come un «concept» punteggiato dai simboli di un paesaggio americano: generi, stereotipi, postmoderno, arte, pop. L'orizzonte western della caccia all'uomo e della vendetta, di una provincia americana scassata, di poliziotti che sputano i polmoni e sono pronti a farsi giustizia da sé tanto ormai l'appuntamento più vicino è quello con la morte - stupendo Michael Shannon. Della Los Angeles patinata con le sue ville design e vetri, le psicopilloline magiche per essere felici, i party e le piscine «Bigger Splash». Di padri e di madri, di figli spaventati. (...) Una storia d'amore mancata è in fondo "Nocturnal Animals" (...). E la scommessa di Ford è raccontarne i movimenti e le crepe in un immaginario «sentimentale» nel quale sa muoversi con intelligenza, leggerezza, umorismo. La messinscena del romanzo attraversa gli stati d'animo, la malinconia di qualcosa che si è perduto, la sofferenza di una rottura, tutto quanto significa una scelta. Quel «rewind» sempre impossibile, col suo gusto teneramente amaro." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 3 settembre 2016) "(...) film potente, dall'impianto complesso, capace di comunicare con le immagini quella specialissima sensazione che proviamo quando, leggendo un libro, riusciamo a mettere a fuoco e a comprendere snodi fondamentali della nostra vita. (...) In 'Nocturnal Animals' la passione estetizzante di Ford è funzionale allo sviluppo della narrazione, niente è gratuito, niente è solo bello (...)." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 3 settembre 2016) "(...) per restare nell'ambito di «questioni di stile» e di «passione di cinema», nel secondo lungometraggio Ford perde l'equilibrio della famosa bicicletta (l'hai voluta? adesso pedala!). (...) Ford riambienta nel jet set, fa di Susan (ancora ottima Amy Adams) una signora top woman in ambito museale, in una casa di vetrate, acciai e ombre alla De Palma (la musica hitchcockiana è di Abel Korzeniowski) e mette in scena il romanzo in lettura come un thriller efferato, privo di sfumature, dentro il quale si resta dimenticandosi completamente di Susan (con il fuorviante stratagemma di farlo interpretare dagli stessi attori), corretto se fosse un altro film, ma in realtà corrisponde al movimento intimo della lettura di Susan, e quanto è difficile raccordarsi. Leggere un romanzo non è vedere un film! Un vero pasticcio, proprio di stile & passione per il cinema." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 3 settembre 2016)

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