Anno: 1978 Durata: 125 Origine: GERMANIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO, SOCIALE
Regia:Werner Schroeter
Specifiche tecniche:35 MM, PANORAMICA, EASTMANCOLOR
Tratto da:-
Produzione:DIETER GEISSLER (MONACO) - PBC (ROMA)
Distribuzione:PBC DRAI (1979) - SAN PAOLO AUDIOVISIVI
Romeo Giro | nel ruolo di | Il piccolo Massimiliano |
Antonio Orlando | nel ruolo di | Massimo Pagano |
Tiziana Ambretti | nel ruolo di | La piccola Vittoria |
Maria Antonietta Riegel | nel ruolo di | Vittoria, adolescente |
Cristina Donadio | nel ruolo di | Vittoria, ragazza |
Dino Mele | nel ruolo di | Padre Pagano |
Renata Zamengo | nel ruolo di | La madre |
Liana Trouché | nel ruolo di | Valeria |
Laura Sodano | nel ruolo di | Rosa |
Raúl Jiménez | nel ruolo di | Simonetti |
Margareth Clémenti | nel ruolo di | Rosaria, la francese |
Gerardo D'Andrea | nel ruolo di | Avv. Palumbo |
Ida Di Benedetto | nel ruolo di | Pupetta Ferrante |
Percy Hogan | nel ruolo di | Soldato americano |
Nella Napoli che per prima è riuscita a liberarsi dal Fascismo, esiste un miserabile quartiere, vicino al porto. Le vicende delle famiglie Cavioli e Pagano sono, tra il 1942 e il 1972, uno specchio dei drammi di tutta quella sofferente umanità. Maria Pagano, moglie di un uomo disoccupato e inetto, dà la vita a Vittoria e Massimo e morirà alle soglie di un boom che per Napoli suonerà ironico. D'altra parte, Vittoria, entrata in una ditta, rischierà di essere venduta come "prostituta" e lascerà l'impiego. Raggiunto faticosamente il diploma di hostess dovrà pensare al padre e al fratello. Questi, Massimo, si lascerà attrarre dalle demagogiche parole di Alessandro Simonetti, un esule spagnolo, e seguirà il Partito Comunista dal quale riceverà inizialmente l'incarico di fare le pulizie nella sede e, in seguito, soltanto parole e parole. Valeria Cavioli, prostituitasi ai militari USA durante l'occupazione per un sacchetto di farina, sposerà il Simonetti e genererà la povera Rosa, che morirà nel 1964 per mancanza di cure adeguate. Valeria, impazzita dal dolore, sparerà al marito Alessandro mentre tiene un comizio.
"E' stato fatto giustamente notare come "Nel regno di Napoli" sia molto più vicino a "Carosello Napoletano" di Ettore Giannini che non ad altre opere che hanno cercato di fornire una visione più meditata ed analitica dei mali di Napoli. (...) Il film di Schroeter è infatti un susseguirsi di luoghi comuni, quei luoghi comuni che ritroviamo puntualmente in certe raffigurazioni stereotipe e populiste di una Napoli, che ormai sa un po' troppo di letteratura e di teatro". ("Carlo Tagliabue, "Rivista del Cinematografo", 3, marzo 1979)
Incasso in euro