Anno: 1951 Durata: 89 Origine: ITALIA Colore: -
Genere:COMMEDIA
Regia:Carlo Borghesio
Specifiche tecniche:-
Tratto da:-
Produzione:LUIGI ROVERE PER LA P.D.C. (PALERMO)
Distribuzione:P.D.C
Renato Rascel | nel ruolo di | Napolenone |
Marisa Merlini | nel ruolo di | Giuseppina |
Carlo Ninchi | nel ruolo di | Murat |
Loris Gizzi | nel ruolo di | Ministro Barras |
Nico Pepe | nel ruolo di | Sergente |
Sergio Tofano | nel ruolo di | Generale Vignon |
Pietro Tordi | nel ruolo di | Zio Enrico |
Mario Siletti | nel ruolo di | Ambasciatore inglese |
Raimondo Vianello | nel ruolo di | Cambronne Raimondo Vian |
Corrado Annicelli | nel ruolo di | Ministro degli Esteri |
Gianni Cajafa | nel ruolo di | Ufficiale napoleonico |
Pierluigi Pelitti | nel ruolo di | Ufficiale napoleonico Pier Luigi Pelitti |
Salvo Libassi | nel ruolo di | Ufficiale napoleonico |
Mimo Billi | nel ruolo di | Professore di storia |
Lilia Silvi | nel ruolo di | Tamburina/Sanculotta Maria Luisa |
Ermanno Pavarino |
I professori d'una scuola media discutono vivacemente a proposito del manuale di storia da adottare. Nell'aula troneggiano le statue di Giulio Cesare e di Napoleone: quando l'aula rimane deserta, le statue scendono dai piedistalli e cominciano a chiacchierare tra loro. Napoleone inizia il racconto della sua vita e le sue gesta appaiono sotto una nuova luce. Il giovane allievo Napoleone, animato da scarso spirito militare, deve i galloni alle mistificazioni d'un saltimbanco. Destinato alla guarnigione di Parigi, s'innamora di Maria Luisa, fervente rivoluzionaria per poi sposare Giuseppina. Il giovane marito, scomodo alla moglie e il suo amante, viene spedito in Italia, dove la fortuna lo assiste e col suo piccolo esercito riesce a passare di vittoria in vittoria. Sono alcune sua frasi impazienti come "Che manovra d'Egitto!" o "Sssst! Mosca!", a provocare le campagne più famose. Ma quando per amore, Napoleone decide di vincere veramente una battaglia, eccolo andare incontro alla disfatta a Waterloo...
"Lo spunto di questo film era sufficientemente originale perché se ne potesse trarre un'opera chiusa entro limiti ben precisi, ma in fondo accettabile. Se ci si fosse tenuti sul piano di una satira di costumi i risultati avrebbero potuto essere non solo soddisfacenti, ma di un valore non ingannevole (...). Si è voluto invece tentare semplicemente una parodia (...). Il difetto fondamentale del film sta appunto in ciò (...). Scivoliamo sul piano della farsa, intesa nella accezione peggiore del termine, perché di essa la pellicola conserva soltanto i caratteri deteriori, quelli cioè meccanici ed esterni." (Franco Valobra, 'Rassegna del Film', 1, febbraio 1952)
Incasso in euro