L'ultima missione2008

SCHEDA FILM

L'ultima missione

Anno: 2008 Durata: 121 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:POLIZIESCO

Regia:Olivier Marchal

Specifiche tecniche:HAWK SCOPE, 35 MM (1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:LGM PRODUCTIONS, GAUMONT PRODUCTION, MEDUSA PRODUZIONE, STUDIO CANAL

Distribuzione:MEDUSA

ATTORI

Daniel Auteuil nel ruolo di Schneider
Olivia Bonamy nel ruolo di Justine
Catherine Marchal nel ruolo di Marie Angéli
Francis Renaud nel ruolo di Kovalski
Gérald Laroche nel ruolo di Matéo
Guy Lecluyse nel ruolo di Jumbo
Philippe Nahon nel ruolo di Subra
Moussa Maaskri nel ruolo di Ringwald
Swan Demarsan nel ruolo di Mathias Becker
Christian Mazucchini nel ruolo di Collega di Kovalski
Louise Monot nel ruolo di Sorella di Justine
Tony Gaultier nel ruolo di Sorvegliante
Virginia Anderson nel ruolo di La psicologa
 

SCENEGGIATORE

Marchal, Olivier
 

MONTAGGIO

Urtin, Raphaëlle
 

COSTUMISTA

Lasson, Marie-Laure
 

TRAMA

Marsiglia. Louis Schneider è un poliziotto francese senza più stimoli, dedito all'alcool e perseguitato dai fantasmi del suo passato. Tuttavia, un nuovo incarico potrebbe risollevare le sue sorti. Gli viene affidata infatti la protezione di Justine, una ragazza di 25 anni i cui genitori sono stati uccisi anni prima da Charles Subra, un feroce assassino che Schneider ha arrestato all'epoca dei fatti e che ora sta per essere rilasciato.

CRITICA

"Quello che non convince è l'eccesso di simbolismo e in qualche modo di compiacimento che Marchal mette nel descrivere sia la caduta del protagonista sia la corruzione e le meschinità della polizia. Troppe bottiglie di whisky tracannate, troppe pareti scrostate e sporche, troppo sangue che lascia ovunque il suo segno, troppe notti piovose e buie: troppa retorica troppo scontati che finisce per sovraccaricare di simboli una storia che avrebbe potuto essere molto più secca. E che finisce per trasformare il protagonista in una specie di 'vendicatore solitario' compiaciuto e ridondante, ricacciando in secondo piano sia il tema della fragilità umana di fronte al dolore sia quello dell'inadeguatezza morale della polizia, che quella 'morale' dovrebbe cercare di far rispettare." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 18 aprile 2008) "Rifare un film noir alla maniera di Melville, non è cosa da tutti; lo attesta il recente 'Le deuxième souffle' di Alain Courneau. Anche là Daniel Auteuil portava i baffi, ma finiva per somigliare a Peppino De Filippo: qui, invece, dà vita ai tormenti di un uomo scorticato vivo con l'autorevolezza - commovente - del grande attore." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 18 aprile 2008) "Grandguignolesco e semplificante, il film è interessante, e così ricalcato sui classici polizieschi francesi d'un tempo da diventare commovente." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 18 aprile 2008) "Oliver Marchal torna a dirigere Daniel Auteuil, dopo averlo incensato nel gran bel film '36 Quai dei Orfèvres'. Questa volta Daniel è un vecchio poliziotto un po' dimesso che aiuta una ragazza ossessionata dall'assassino, tornato, in libertà, dei suoi genitori. Emozioni forti."(Dario Zonta, 'L'Unità', 18 aprile 2008) "Stavolta l'intenso Marchal delude. Le sue tematiche ci sono tutte: i poliziotti sono pazzi esaltati, vermi corrotti o idealisti perdenti, la politica fa schifo e il male spesso trionfa sul bene. Ma rispetto ai due mezzi capolavori precedenti, le immagini si fanno estetizzanti, i dialoghi fiacchi e gli attori poco emozionanti. Specie un Auteuil forzatamente maledetto con stonati occhiali da sole arancioni. Massimo rispetto per una trilogia comunque pazzesca. Quando la malinconia di Melville incontra la potenza di Ellroy viene fuori Oliver Marchal. La prossima missione andrà meglio."(Francesco Alò, 'Il Messaggero', 18 aprile 2008)

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