Morte a Venezia1971

SCHEDA FILM

Morte a Venezia

Anno: 1971 Durata: 135 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Luchino Visconti

Specifiche tecniche:PANAVISION TECHNICOLOR

Tratto da:RACCONTO DI THOMAS MANN

Produzione:MARIO GALLLO PER LA ALFA CINEMATOGRAFICA, ROMA, ALFA CINEMATOGRAFICA (ROMA) PRODUCTIONS EDITIONS CINEMATOGRAPHIQUE FRANCAISES (PARIS)

Distribuzione:DEAR INTERNATIONAL - WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI)

ATTORI

Dirk Bogarde nel ruolo di Ustav Von Aschenbach
Silvana Mangano nel ruolo di Madre Di Tadzio
Bjorn Andersen nel ruolo di Tadzio
Romolo Valli nel ruolo di Direttore Dell'Hotel
Mark Burns nel ruolo di Alfred
Nora Ricci nel ruolo di Governante
Marisa Berenson nel ruolo di Moglie Di Aschenbach
Carole André nel ruolo di Esmeralda
Franco Fabrizi nel ruolo di Il Barbiere
Leslie French nel ruolo di Imp. Agenzia Cook
Antonio Apicella nel ruolo di Il Girovago
Sergio Carfagnoli nel ruolo di Polacco
 

SOGGETTO

Mann, Thomas
 

MUSICHE

Mahler, Gustav
 
 
 

COSTUMISTA

Tosi, Piero

TRAMA

Nel 1910 Gustav von Aschenbach, un musicista cinquantenne fisicamente logorato e spiritualmente inquieto, giunge da Monaco a Venezia per un periodo di riposo. Nell'albergo di lusso nel quale alloggia, l'artista incontra un giovanetto polacco dai lineamenti efebici, Tadzio, che ai suoi occhi sembra incarnare quell'ideale di bellezza eterea cui ha tentato faticosamente di dare espressione nelle sue creazioni artistiche. Pur senza conoscerlo nè rivolgergli mai la parola, von Aschenbach sente nascere sempre piu' nel suo cuore sentimenti che vorrebbe reprimere. Nel frattempo un'epidemia di colera invade la città lagunare; von Aschenbach decide di ripartire immediatamente alla volta di Monaco, ma un banale disguido relativo alla spedizione del suo bagaglio lo induce a rinviare momentaneamente la partenza. Sulla spiaggia del Lido incontra ancora una volta Tadzio. Mentre è assorto nella contemplazione del giovane, il maturo artista, stroncato dal suo male, muore.

CRITICA

" Il film, una specie di sinfonia tragica, intessuta di temi sommessi e struggenti, solo raramente intervallati da grotteschi richiami folkloristici, risulta un'opera di una compattezza, aderenza ed eleganza stilistica eccezionali. (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 70, 1971) "Dal capolavoro di Thomas Mann, Luchino Visconti ha tratto un film cupo e ambiguo con pagine di grande suggestione figurativa(che meraviglia toilette e interni) e di una noia epica. Eccellenti gli interpreti, a cominciare dal malinconico cronico Dirk Bogarde, che si muovono pigramente sulle note scandite dalle sinfonie di Mahler". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 16 dicembre 2000)

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