Monteriano - Dove gli angeli non osano metter piede1991

SCHEDA FILM

Monteriano - Dove gli angeli non osano metter piede

Anno: 1991 Durata: 103 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:romanzo di E.M. Forster

Produzione:DEREK GRANGER; COMPACT FILMS; LONDON WEEKEND TELEVISION; SOVEREIGN PICTURES

Distribuzione:TITANUS DISTRIBUZIONE (1993) - NUMBER ONE VIDEO

TRAMA

Rimasta vedova con una bambina di nove anni, la bella trentatreenne Lilia Herriton decide di partire per concedersi una vacanza in Toscana accompagnata dall'amica Caroline Abbott. Una suocera autoritaria, una cognata zitella e brusca e suo fratello Philip tentano invano di ostacolarla: Con grande scandalo degli Herriton, la ricca congiunta sposa a Monteriano un italiano, più giovane di lei e di modesta estrazione, Gino Carella. Questi ha sulla moglie idee antiquate e severe: la vorrebbe sempre in casa e non accetta l'idea di una sia pur minima vita di relazione, però l'ama sinceramente e più ancora ama il bambino, che Lilia gli lascia morendo di parto. Caroline Abbott vede arrivare sul posto Philip, questa volta insieme alla dura sorella, inviati dalla madre. Il bimbo diventa oggetto di contrattazioni anche se la Abbott sarebbe dispostissima ad occuparsene come se fosse suo. Philip, che fra tutti è il meno brusco si trova al centro di un urto di fondo: il vero scontro è fra due mentalità, due diversi stili di vita. Ma il tempo stringe. Harriet decide di rapirlo e di ripartire per l'Inghilterra: durante un temporale, la carrozza con fratello, sorella e neonato diretti alla stazione di Monteriano ribalta e il bimbo muore. Dopo la tragedia e nel lasciarsi, resta soltanto tra Philip e Caroline una profonda, reciproca stima.

CRITICA

"Charles Sturridge è un devoto esecutore delle intenzioni del romanzo. Alle prese con un testo meno calibrato nei chiaroscuri emotivi, il regista non possiede, però, l'abilità nel riprodurre le ambiguità, le aguzze capziosità e i sordidi stordimenti del collega James Ivory, quando egli si adopra con l'elegante prosa di Forster. Bei paesaggi, minuziosa ricostruzione d'epoca, dialoghi esemplari, recitazione compita contribuiscono a confezionare un prodotto più che dignitoso ma vagamente inerte, sfumato, già visto." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 5 Luglio 1993) "Forster lo chiamava 'Il romanzo di Gino' perché la narrazione ruota intorno all'enigmatica figura dell'italiano, celebrando in forma melodrammatica (allusiva la citazione di Lucia di Lammermoor, che rappresenta un incontro fra l'inglese Walter Scott e Donizetti) l'irrisolvibile confronto fra due chiavi per affrontare la vita: quella mediterranea dell'istinto quella inglese della forma. Non era facile sottolineare i palpiti, le passioni, le repulsioni e i sottintesi dei personaggi messi a confronto: il cinema, e questo dovrà dirlo meglio lo studioso che affronterà il problema in termini generali, è tanto più grossolano della letteratura, ma ha la vocazione di riportare i libri alla realtà vera. C'è da scommettere che Forster avrebbe riconosciuto i suoi eroi rappresentati da magnifici- attori come Helena Bonham Carter, Rupert Graves, Helen Mirren, Judy Davis, senza dimenticare il ruspante Giovanni Guidelli; e nel contempo avrebbe ravvisato i luoghi ameni dei suoi vagabondaggi giovanili, perfino con quell'antica patina di fosco che si conviene a una vicenda ormai remota." ('Il Corriere della Sera', 13 Luglio 1993) "Concertato e diretto dal sapiente regista Charles Sturridge che si ricorda per la miniserie tv 'Ritorno a Brideshead' e per il film 'Il matrimonio di Lady Brenda' entrambi tratti da opere di Evelyn Waugh, 'Monteriano' schiera un cast in stato di grazia: da Helena Bonham Carter che è Caroline al tormentato Rupert Graves (Philip), dall'isterica Harriet di Judy Davis alla Lilia risoluta e vulnerabile di Helen Mirren. Senza dimenticare Gino, cioè Giovanni Guidelli che si inserisce con naturalezza in un contesto toscano forse più luttuoso e meridionale del necessario, però privo di stonature ed enigmaticamente sospeso fra incanto e repulsione." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 10 Luglio 1993)

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