Mondovino2004

SCHEDA FILM

Mondovino

Anno: 2004 Durata: 132 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DOCUMENTARIO

Regia:Jonathan Nossiter

Specifiche tecniche:35 MM (1:85)

Tratto da:-

Produzione:GOATWORKS FILMS - EMMANUEL GIRAUD PER LES FILMS DE LA CROISADE

Distribuzione:BIM (2005)

ATTORI

Yvonne Hegoburu nel ruolo di Se Stessa
Lina Columbu nel ruolo di Se Stessa
Battista Columbu nel ruolo di Se Stesso
Michel Rolland nel ruolo di Se Stesso
Aime' Guibert nel ruolo di Se Stesso
Mondavi nel ruolo di Se Stessi
De Montille nel ruolo di Se Stessi
Robert Parker nel ruolo di Se Stesso
Aubert De Villaine nel ruolo di Se Stesso
Bill Harlan nel ruolo di Se Stesso
Patrick Leon nel ruolo di Se Stesso
Neal Rosenthal nel ruolo di Se Stesso
Michael Broadbent nel ruolo di Se Stesso
Jean-Lu Thunevin nel ruolo di Se Stesso
Jean-Charles Boisset nel ruolo di Se Stesso
Bernard Magrez nel ruolo di Se Stesso
Frescobaldi nel ruolo di Se Stessi
Antinori nel ruolo di Se Stessi
Salvatore Ferragamo nel ruolo di Se Stesso
Etchart nel ruolo di Se Stessi
James Suckling nel ruolo di Se Stesso
 
 

SCENEGGIATORE

Nossiter, Jonathan
 

MONTAGGIO

Nossiter, Jonathan

TRAMA

Dalla California all'Argentina, il Brasile, i Pirenei, dalla Borgogna alla Francia, si intrecciano le storie, le fatiche, le lotte per preservare pochi acri di terra, le rivalità fra famiglie, i conflitti generazionali, sostenuti da personaggi accomunati dall'amore per la produzione del vino, che in precedenza non aveva mai messo in gioco tanto denaro, tante scommesse, tanta gloria. Il regista, che si è diplomato 'sommelllier' a New York, rende conto anche dell'influenza determinante di Michel Rolland, l'enologo che viene considerato il maggior esperto di vino al mondo, e del critico Robert Parker. Si tratta di un omaggio alla bevanda che, secondo Nossiter, è "depositaria unica della cultura occidentale".

CRITICA

"Guerra per guerra, era cento volte più onesto, sorprendente e divertente 'Mondovino', fluviale ma trascinante documentario di Jonathan Nossiter. Una specie di giro del mondo alcolico girato in digitale da un americano cresciuto in Europa, dunque poliglotta ed esperto sommelier. (...) Sono straordinarie anche l'intelligenza e l'ironia con cui la telecamera mobilissima di Nossiter inchioda i protagonisti. Una foto al muro, un gesto rivelatore, una parola di troppo, e quella Toscana ricreata in California, quei vigneti perfetti a metà fra il museo e lo studio hollywoodiano, con solerti addetti alla p.r. e visite guidate, diventano l'emblema di un presente mai così trasparente. Come dicevano gli antichi? In vino veritas." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 maggio 2004) "Entrato in concorso all'ultimo momento, il lungo documentario 'Mondovino' dell'americano Jonathan Nossiter lancia un grido d'allarme sulla globalizzazione dell'industria vinicola. Sommessamente e obiettivamente, lasciando parlare tutti, il regista ci fa toccare con mano il rischio mortale che corre in ogni parte del Globo, inclusa l'Italia, la produzione del vino genuino. Nossiter fa meno chiasso del polemista Michael Moore, ma quello che rivela è importante e andrebbe meditato per salvare il salvabile dall' imperialismo dei vigneti." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 15 maggio 2004) "Cosa manca a 'Mondovino' per essere a pieno titolo il bel film accolto con calore dalla critica all'ultimo festival di Cannes? Manca Mario Soldati; o, in assenza, un suo degno omologo. Chi si godette a suo tempo 'Viaggio nella valle del Po' (1957), riproposto recentemente in tv a ore piccole, non può aver dimenticato l'esuberanza, la sensibilità e la geniale comunicativa con cui il grande scrittore partì alla ricerca dei cibi genuini. (...) La sarabanda di 'Mondovino' offre continui motivi di interesse anche se non è chiaro in quale forma il film risulterà più apprezzabile: la copia in circolazione (130 minuti circa) è di mezz'ora più corta di quella presentata a Cannes, ma esiste anche una serializzazione di dieci puntate che appariranno in tv. Verrà voglia di vedersele tutte, sempre però col rammarico di non avere una guida all' altezza della situazione perché Nossiter in veste di intervistatore si mantiene defilato. Come non sentire la mancanza delle esplosioni di gioia o rabbia del carissimo Soldati? Il quale conosceva l' arte di mantenere l' inchiesta su un doppio binario, ben sapendo che il vino genuino, pur amatissimo, resta sempre la metafora di qualcosa di più importante." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 9 aprile 2005)

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