Melbourne2014

SCHEDA FILM

Melbourne

Anno: 2014 Durata: 91 Origine: IRAN Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Nima Javidi

Specifiche tecniche:DCP

Tratto da:-

Produzione:JAVAD NOROUZBEIGI PER IRANIAN INDEPENDENTS

Distribuzione:MICROCINEMA

ATTORI

Payman Maadi nel ruolo di Amir
Peyman Moadi nel ruolo di Amir
Negar Javaherian nel ruolo di Sara
Mani Haghighi nel ruolo di Signor Mosayebi
Shirin Yazdanbakhsh nel ruolo di Madre di Amir
Elham Korda nel ruolo di Tata
Roshanak Gerami nel ruolo di Nazi
Mehrnoosh Shahhosseini nel ruolo di Shifa
Alireza Ostadi nel ruolo di Commerciante
 

SCENEGGIATORE

Javidi, Nima
 

MUSICHE

Sabet, Hamed
 
 

SCENOGRAFIA

Moghadam, Keyvan
 

COSTUMISTA

Moghadam, Keyvan

TRAMA

Amir e Sara, una coppia, decidono di trasferirsi a Melbourne per completare gli studi. Un tragico evento però scuoterà le loro vite, proprio poche ore prima della partenza per l'Australia.

CRITICA

"Il caso. L'imprevisto. Il destino. E quindi il cinema e il piacere di raccontare la morale come un thriller di sentimenti a porte chiuse anche se citofono e campanello squillano di continuo e i cellulari impazzano. Straordinario film iraniano che piacerebbe molto sia a Kafka sia a Polanski, e potrebbe «doppiare» il caso Oscar «Una separazione» con un tour trionfale di festival. Il regista Nima Javidi parla del senso di colpa e di responsabilità di una giovane coppia in partenza-studio da Teheran all'Australia. (...) rovistando nell'inconscio con la pila di Dostoevskij e con una capacità di scrittura strepitosa. Il neorealismo delle parole lascia però spazio, in quest'opera prima di eccezionale suspense etica, a una ombra più ingombrante che proietta le silhouette di Amir e Sara sul palcoscenico di un mondo in vena di autodistruzione. La commedia si tinge di nero, fa leva sulla nostra angoscia sotterranea. La tenuta del thriller è un perfetto mosaico di attori (Negar Javaherian e il bravissimo Peyman Moaadi del film di Farhadi) al servizio della menzognera verità della storia (necessario un ossimoro), dove un crudele gioco del destino sotterra a valanga anni d'amore, proponendo infine di non credere più a nulla se non al valore del caos e alla magia della menzogna." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 27 novembre 2014) "Dopo i film di Ashgar Farhadi (Oscar per 'Una separazione'), il cinema iraniano continua l'indagine generazionale sulla borghesia del Paese. Lo fa raccontando una vicenda racchiusa tra le pareti di un appartamento di Teheran ma capace di aprirsi a interrogativi universali. (...) il clima festoso vira in tragedia costringendo lo spettatore, inizialmente a proprio agio, a specchiarsi nei protagonisti mentre cuociono al fuoco lento della paura, della rabbia, delle bugie. Siamo nell'ambito del 'Kammerspielfilm', il dramma da camera caro all'espressionismo: unità di tempo e luogo e impostazione teatrale. Però il giovane regista e sceneggiatore Nima Javidi ha fiato abbastanza per impedire che, nel chiuso di un appartamento concepito come uno spazio mentale, si respiri mai aria viziata." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica, 27 novembre 2014) "Inquadrato tra l'arrivo e la partenza i un taxi, Melbourne di Nima Javidi è un film d'esordio presentato dalla Settimana della Critica alla Mostra di Venezia 2014. Le generazioni di cinema iraniano si susseguono, con la caratteristica di un livello sempre alto di realizzazione e questo non fa eccezione, anzi ci porta una visione nuova della realtà iraniana soprattutto perché il racconto si fa geometrico, astratto in maniera più evidente del solito. Un calcolo di sceneggiatura abbastanza vicino allo stile del protagonista (...). Lo interpreta Payam Maadi un attore ormai famoso anche internazionalmente per aver ricevuto il premio Oscar a 'Una separazione', nato a New York da famiglia iraniana ed effettivamente laureato in ingegneria. Regala con sapienza (e in totale controtendenza a uno stile yankee) alla figura di Amir quelle sfumature di apparente solidità, incertezza, pavidità, gentile irresolutezza e scoramento controllato che abbiamo già notato nei personaggi maschili di alcuni film della nuova generazione. (...) Come fosse un controcampo dei film iraniani ambientati per le strade (e in particolare pensiamo al film che a Venezia era in concorso, 'Tales' della veterana Rakhshan Banietemad che espone numerosi spaccati di vita in esterni), qui tutto avviene tra le mura dell'appartamento che si trasforma un po' alla volta e sempre più convulsamente in una cittadella assediata, colpita come da proiettili dagli squilli dei cellulari, del telefono fisso, del videocitofono, dello schermo del computer, tutte «armi di distrazione» moderne che qui giocano un ruolo chiave. Come dicono gli sceneggiatori, in un film deve esserci il «deragliamento del treno» (...) . (...) in scena il thriller dotato di una interessante connotazione che unisce due tipici elementi cari al cinema iraniano: il senso di panico che deve crescere nello spettatore e la catalogazione, lo sguardo attento sulla società. Poiché i protagonisti sono chiusi in trappola nell'appartamento non riuscendo a prendere una decisione su come risolvere il drammatico evento, è la società intera ad affacciarsi via via alla porta, sotto forma di vicini, rigattieri e ragazzi di bottega, padroni di casa, madri, sorelle, nipotini curiosi che stanno per svelare il mistero. E quando non si presentano sono ugualmente presenti sotto forma di squilli ossessivi di cellulari che incrociano e moltiplicano le visite. (...) Certo non sveleremo l'intreccio, possiamo solo dire che si tratta di un fantastico congegno, un esordio eccellente, divertente nel suo sottile sadismo nei confronti dello spettatore." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 27 novembre 2014) "Hitchcock si è reincarnato in un iraniano? Improbabile, ma nel caso abbiamo un nome: Nima Javidi, regista e sceneggiatore che ha conquistato pubblico e critica con l'opera prima 'Melbourne' (...). Le atmosfere non vi risulteranno sconosciute: siamo dalle parti di Asghar Farhadi, l'autore di 'About Elly' e dell'ultrapremiato 'Una separazione', da cui viene il protagonista Payman Maadi. (...) Solo il particolare può aprire all'universale: se convenite, 'Melbourne' è il vostro film, perché Teheran è Teheran e insieme ogni altra città, così come i due protagonisti sono due di noi. Sappiamo che sotto il tavolo c'è una bomba, ma quando, come (e se) esploderà? La suspense non ci molla, gli affondi psicologici vanno a segno, l'ineluttabile versa lacrime amare: l'Iran 'post Kiarostami' è anche meglio, 'Melbourne' è da applausi." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 27 novembre 2014) "Notevole esordio per Javidi sulla scia del Farhadi di 'Una separazione' (il Lui della coppia è Payman Maadi, già star di quel bellissimo film). Finale tesissimo e ben orchestrato." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 27 novembre 2014) "(...) un noiosissimo e inverosimile mélo iraniano. Che apre comunque la pista ai titolisti in panne. Basta mettere in scena una zia diretta a Cantù o a Toledo e il gioco è fatto." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 27 novembre 2014) "Nonostante il finale lasci qualche dubbio sulla verosimiglianza, si sta sempre al passo dei due straordinari interpreti (lui il Moaadi dell' Oscar 'Una separazione' di Farhadi). Thriller etico con la perturbante tensione del cinema iraniano para neorealista. Esordio accurato e promettente." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 28 novembre 2014)

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