Anno: 2009 Durata: 87 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Alessandro Di Robilant
Specifiche tecniche:35 MM
Tratto da:romanzo per ragazzi "Stupido" di Andrea Cotti (ed. Rizzoli)
Produzione:MARCO DONATI PER OVERLOOK PRODUCTION E RAI CINEMA, CON LA PARTECIPAZIONE DI APULIA FILM COMMISSION, PROVINCIA DI TARANTO, COMUNE DI TARANTO, TARANTO FILM COMMISSION MIBAC
Distribuzione:BOLERO FILM
Giulio Beranek | nel ruolo di | Tiziano |
Anna Ferruzzo | nel ruolo di | Maria, madre di Tiziano |
Selenia Orzella | nel ruolo di | Stella |
Michele Riondino | nel ruolo di | Tonio, il boss locale |
Nicola Rignanese | nel ruolo di | Franco |
Roberto Bovenga | nel ruolo di | Trascene |
Maria Pia Autorino | nel ruolo di | Luisa |
Giorgio Colangeli | nel ruolo di | De Nicola, la guardia carceraria |
Valentina Carnelutti | nel ruolo di | Prof.ssa Costa |
Taranto, quartiere Paolo VI, zona sud della città. E' qui che vive il 17enne Tiziano, tra strade dissestate e case prefabbricate, dove è inutile cercare librerie, farmacie o centri commerciali. Non c'è niente a parte pochi bar, alimentari e officine meccaniche, tutto gestito abusivamente o illegalmente. Tiziano va poco a scuola e la sua famiglia è piena di problemi. Sognando di potersene andare via, Tiziano fa dei lavoretti per Tanio, un boss locale, ma per lui il futuro sembra segnato, soprattutto quando finisce nel carcere minorile. Ma Tiziano non si arrende e con lui, disposti a dargli un'altra possibilità, ci sono anche una guardia carceraria, la sua ragazza, la sua sorellina, sua madre, suo padre e la professoressa di italiano della sua scuola.
"La Puglia al cinema è stata raccontata secondo alcuni codificati tipici che vanno dal realismo grottesco dei fratelli Piva ('La Capagira') al realismo magico di Edoardo Winspeare ('Il Miracolo'). La via percorsa dal regista Alessandro Di Robilanti è alla ricerca di un'alterità ancor più realistica, e per questo quasi irreale. 'Marpiccolo' è un mondo nel mondo, come il quartiere Paolo VI è ambientato a Taranto, 'marpiccolo' è come viene chiamato il mare del golfo." (Dario Zonta, 'L'Unità', 13 novembre 2009) "Non un capolavoro, ma uno di quei film che ti saldano il cuore, mai trattandotelo il giusto, che ci mostrano rabbie e dolori di un mondo e di una generazione, non rinchiudendosi nel nichilismo. Non scomodate il capolavoro di Garrone, però, questo è un ottimo Di Robilant." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 13 novembre 2009) "L'adolescenza borderline di un ragazzo di Taranto con mille doti e nessuna speranza in un film schietto, appassionato, pieno di ingenuità e di sottolineature, film coinvolgente ed emozionante come capita di rado nel nostro cinema perbenista e predicatorio." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 13 novembre 2009) "A volte troppo didascalico, il film è tuttavia felice nel disegnare Tiziano e i suoi rapporti con la trepida madre, la ragazza amata, la sorellina e il padre giocatore e perdente. E l'inedito interprete il giostraio Giulio Beranek, è una bella scoperta." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 13 novembre 2009) "Nella Taranto dall'anima greca, Di Robillant, l'autore del 'Giudice ragazzino', racconta ancora un ragazzino che vuole fuggire dall'umiliante vita che la società gli ha prenotato a nome suo, respirando veleni inquinanti dell'llva e della criminalità organizzata. Tra Conrad, sogni, un boss gay, il nostro è salvato dalla madre forte, dalla fiducia dei suoi, dalla speranza, ma è lotta dura. Figlio di 'Gomorra', il film è incisivo nel descrivere una vita obbligatoria violenta, e trova un vero jolly in Giulio Beranek, giostraio prodigio." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 6 novembre 2009)
Incasso in euro