Marguerite2015

SCHEDA FILM

Marguerite

Anno: 2015 Durata: 127 Origine: BELGIO Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Xavier Giannoli

Specifiche tecniche:SCOPE

Tratto da:-

Produzione:FIDÉLITÉ FILMS, IN COPRODUZIONE CON GABRIEL INC., FRANCE 3 CINÉMA, SIRENA FILMS, SCOPE PICTURES, JOUROR CINÉMA, CN5 PRODUCTIONS, IN ASSOCIAZIONE CON MEMENTO FILMS DISTRIBUTION

Distribuzione:MOVIES INSPIRED

ATTORI

Catherine Frot nel ruolo di Marguerite
André Marcon nel ruolo di Georges Dumont
Michel Fau nel ruolo di Atos Pezzini/Divo
Christa Théret nel ruolo di Hazel
Denis Mpunga nel ruolo di Madelbos
Sylvain Dieuaide nel ruolo di Lucien Beaumont
Aubert Fenoy nel ruolo di Kyril Von Priest
Sophia Leboutte nel ruolo di Félicité La Barbue
Théo Cholbi nel ruolo di Diego
 
 

MUSICHE

Maillard, Ronan
 

MONTAGGIO

Nakache, Cyril
 

SCENOGRAFIA

Kurel, Martin
 

TRAMA

1921, inizio dell'epoca d'oro degli anni Venti, non lontano da Parigi. E' un giorno di festa al castello di Marguerite Dumont. Come ogni anno, diversi amanti della musica si riuniscono in casa della proprietaria per una grande causa. Nessuno sa molto su questa donna eccetto che è ricca e che ha dedicato tutta la vita alla sua passione: la musica. Marguerite canta con tutto il cuore, ma in modo terribilmente stonato. Alla stessa stregua di Castafiore. Marguerite ha vissuto la sua passione in una bolla, e il pubblico ipocrita, che arriva per prendersi gioco di lei, si comporta facendole credere che la diva sia lei. Quando un giovane giornalista in modo provocatorio decide di scrivere un articolo sulla sua ultima performance, Marguerite comincia a credere ancora di più nel suo talento. Prende così il coraggio di cui ha bisogno per seguire il suo sogno. Nonostante la riluttanza di suo marito e con l'aiuto di un cantante che era stato un divo nel passato, decide di esercitarsi per esibirsi nel suo primo recital di fronte ad un pubblico di sconosciuti.

CRITICA

"L'impervia coloratura della prima aria della Regina della Notte del 'Flauto magico mozartiano' per lei, Marguerite, ai suoi orecchi, è una meravigliosa, superba sfida vocale, che crede di aver vinto per l'applauso degli amici. Ma per chi l'ascolta veramente, invece, quella è soltanto una raffica impietosa di note stonate, ululati che mortificano il genio di Salisburgo e le ragioni dell'arte musicale. In questo contrasto insanabile risiede tutta la forza drammatica di 'Marguerite' di Xavier Giannoli (...). Assai liberamente ispirandosi alla cantante americana Florence Foster Jenkins (...), il regista francese non ne ricostruisce la biografia (...), ma coglie di quel personaggio delicati e dolorosi risvolti umani." (Luca Pellegrini, 'Avvenire', 17 settembre 2015) "Un' eroina tragica la cui vicenda diviene nelle mani del regista un pretesto per riflettere sull'arte e sul mondo tra le due guerre che esploderà di lì a poco. Giannoli si avventura nei movimenti artistici della Parigi del tempo, dadaismo e surrealismo, per renderli in modo caricaturale se non imbarazzante. E dalla caricatura infine non si esce. Cosa critica in fondo il film? Dispiegando temi «alti» sembra piuttosto a prendere in giro tutto quanto circonda la sua eroina, gli sfruttatori che ridono alle sue spalle, chi la asseconda e ci guadagna senza però la lucidità di avventurarsi in una «vera» cattiveria, e soprattutto senza toccare le molte corde di verità /illusione che potrebbe far vibrare. Giannoli preferisce la scrittura scontata, le iniezioni di buoni sentimenti, e il suo film a dispetto delle ambizioni non tocca mai la nota giusta. Proprio come la sua protagonista." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 17 settembre 2015) "Credersi soprano, scoprirsi trombone. Povera Marguerite, in cui riecheggia l'ereditiera Florence Foster Jenkins (...): ipocrisia, crudeltà, meschinità, quanto ci turlupiniamo e ci facciamo turlupinare dagli altri? (...) Colpevolmente snobbato a Venezia 72, il francese Xavier Giannoli canta la grandeur e stecca volontariamente, riservando allo sciovinismo patrio un trattamento peggiore dei Mozart, i Verdi e i Puccini storpiati da Marguerite. Si ride, ci si commuove, perché gli inganni, e gli auto-inganni, della nostra casta diva non inficiano un'attualissima 'comédie humaine'. Commedia in costume e di costume, canterina e volubile, amara ed emozionante: come la vita." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 17 settembre 2015) "Piacerà a chi imparò a conoscere Catherine Frot in 'La voltapagine' e magari s'è rammaricato in seguito di averla rivista poco o nulla. In realtà la Frot è una delle primedonne di Francia e ne ha dato prova qui alle prese con un personaggio tremendo, un intrigo inestricabile di paranoia e di femminile coraggio." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 settembre 2015)

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