MANGIARE BERE UOMO DONNA1994

SCHEDA FILM

MANGIARE BERE UOMO DONNA

Anno: 1994 Durata: 124 Origine: TAIWAN Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:-

Produzione:LI-KONG HSU

Distribuzione:COLUMBIA TRISTAR FILM ITALIA 1994 - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO, BIM CLASSIC VIDEO (EFFETTO CINEMA)

TRAMA

Talpei, il più celebre cuoco di Formosa, Maestro Chu, ha tre figlie. La maggiore, Jia-Jen, che insegna chimica, nonostante siano passati nove anni, è ancora innamorata dell'ex fidanzato Li Kai, anche se un collega, insegnante di ginnastica, Ming-Dao, comincia ad interessarla. Cristiana battista, è turbata da anonime lettere d'amore. La seconda, Jia-Chien, una donna in carriera in una compagnia aerea, ha la sorpresa di vedere giungere dall'Europa, come nuovo superiore, proprio Li-Kai, ma non ne fa cenno alla sorella, con la quale i rapporti non sono idillici, come del resto con il padre, che l'ha allontanata dagli amati fornelli. Ha saltuari ma appassionati incontri con l'ex fidanzato Raymond, ed ha anche investito i risparmi in un appartamento con l'ex fidanzato che si rivelerà una truffa. La minore, Jia-Ning, che studia e lavora in un fast-food, finisce per soppiantare l'amica Rachel nel cuore del fidanzato che costei trascura, Guo Lun. Chu vive per la cucina, sia nei raffinati pranzi domenicali con le figlie, che nel ristorante gestito dall'amico Wen. Prepara gustose merendine scolastiche per la piccola Shan-Shan, figlia di Jin-Rong. La madre di quest'ultima, signora Liang, di ritorno dagli Stati Uniti, non disdegnerebbe un legame col celebre cuoco, che stordisce con le sue chiacchiere. Improvvisamente Wen ha un malore e viene ricoverato in ospedale, dove Jia-Chen sorprende il padre nel reparto cardiologia e si preoccupa a sproposito. Viene a sapere da Li-Kaj che Jia-Jen si è inventata la storia d'amore con lui. Jia-Ning, che aspetta un figlio da Guo-Lun, va a vivere con lui. Jia-Jen, chiaritasi con Jia-Chien, sposa Ming-Dao e anche lei lascia la casa paterna, dove resta la seconda, che ha, dopo aver sfiorato l'amore con Lin-Kai ed essersi resa conto dell'egoismo di Raymond, rinunciando ad un incarico ad Amsterdam per restare vicino al padre che ha sposato Jin-Rong ed aspetta un erede.

CRITICA

"Naturalmente la nota dominante è il cibo, secondo le possibilità infinite della cucina cinese, portate al loro diapason dall'abilità di quel cuoco al centro che quasi sublima una minestra di fiori di loto o dei germogli di piselli in salsa d'anatra, ma attorno, si avvicenda un piccolo mondo in cui i sentimenti tendono a trovarsi degli spazi, tra speranze e delusioni. Con una morale, alla fine, che restituisce cose e persone ai loro equilibri più esatti, anche se, come in 'Banchetto di nozze', sarà sempre la malinconia a dominare. Gli interpreti si propongono tutti con le facce giuste, semplici e dimessi. Il padre, non a caso è Sihung Lung, che era già il padre in 'Banchetto di nozze': un personaggio feticcio cui Lee continua ad affidare i suoi messaggi più intensi." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 23 dicembre 1994) "Per prima cosa vorremmo tranquillizzare coloro che non avendo amato il cinefiliaco 'Vive l'amour' si sentono poco propensi ad affrontare la visione di un ulteriore film taiwanese. Pur parlando del male di vivere e della solitudine sentimentale nella Taipei di oggi, 'Mangiare bere uomo donna' ha l'andamento, familiare allo spettatore occidentale, della commedia di costume fra dolce e amaro; del resto la firma è quella di Ang Lee, regista del fortunato 'Banchetto di nozze', Orso d'Oro a Berlino. (??) Terza parte di una trilogia idealmente dedicata ai padri, 'Mangiare bere uomo donna' affronta il rapporto fra antico e nuovo in una società stravolta dal neoconsumismo sul piano di un privato fatto di piccoli eventi divertenti e drammatici, registrando i quali rischia di sfilacciarsi nell'aneddoto: ma lo stile c'è ed è aggraziato, limpido e sicuro." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 18 dicembre 1995) "Il regista taiwanese alterna in modo sarcastico e divertito malintesi ed amarezze della vita in comune, in cui ognuno resta alieno a se stesso conservando estraneità verso i dolori altrui; non solo quindi, la moderna e lacerante battaglia tra pollo alle mandorle ed hamburger, ma l'analisi delle nevrosi di un paese intimamente tentato dall'opulenza apparente del sogno americano e preoccupato di conservare esteriormente, in modo ipocrita, rumori e simboli di una civiltà ereditata e subita." ('Vivilcinema')

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