Magic Mike2012

SCHEDA FILM

Magic Mike

Anno: 2012 Durata: 110 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Steven Soderbergh

Specifiche tecniche:RED EPIC, REDCODE RAW (5K), HAWK SCOPE, 35 MM/D-CINEMA/DCP (1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:NICK WECHSLER, REID CAROLIN, GREGORY JACOBS, CHANNING TATUM PER IRON HORSE ENTERTAINMENT, EXTENSION 765, NICK WECHSLER PRODUCTIONS

Distribuzione:KEY FILMS - DVD E BLU-RAY: LUCKY RED HOME VIDEO (2013)

ATTORI

Channing Tatum nel ruolo di Magic Mike
Alex Pettyfer nel ruolo di Adam
Matthew McConaughey nel ruolo di Dallas
Joe Manganiello nel ruolo di Richie
Cody Horn nel ruolo di Brooke
Olivia Munn nel ruolo di Joanna
Matt Bomer nel ruolo di Ken
Riley Keough nel ruolo di Nora
Kevin Nash nel ruolo di Tarzan
Adam Rodriguez nel ruolo di Tito
Gabriel Iglesias nel ruolo di Tobias
James Martin Kelly nel ruolo di Sal
Reid Carolin nel ruolo di Paul
George A. Sack nel ruolo di George
Micaela Johnson nel ruolo di Portia
Denise Vasi nel ruolo di Ruby
Kate Easton nel ruolo di Liz
Melissa LeEllen nel ruolo di Sarah
Caitlin Gerard nel ruolo di Kim
Michael Roark nel ruolo di Ryan
Mircea Monroe nel ruolo di Moglie di Ken
Wendi McLendon-Covey nel ruolo di Tara
 

SCENEGGIATORE

Carolin, Reid
 

MONTAGGIO

Soderbergh, Steven
 

SCENOGRAFIA

Cummings, Howard
 

TRAMA

Mike, celebre stripper che lavora presso il club 'Xquisite', di proprietà dell'ex spogliarellista Dallas, decide di prendere sotto la sua protezione un giovane alle prime armi insegnandogli come sfruttare al meglio la sua arte per entrare nel magico mondo delle feste, delle donne e dei soldi facili. In realtà, Mike sta cercando di costruirsi una vita al di fuori di quell'ambiente, anche con l'aiuto di Paige, la sorella del suo protetto...

CRITICA

"La scelta ottimistica appare (...) incongrua per il finale di 'Magic Mike' di Steven Soderbergh. I personaggi sono spogliarellisti di un locale di Tampa e fanno uno spettacolo da baraccone (un po' 'stile' Village People ma per donne sole) dove esibiscono i loro muscoli come puri oggetti fallici. All'inizio vien fuori bene lo spettacolo della mercificazione del corpo, l'equivalenza corpo-merce immediatamente tradotta nei dollari infilati nelle mutande dei performer. Poi, verso la metà, il film vira alla commedia sentimentale tra lo spogliarellista pentito Mike (Channing Tatum) e la sorella del suo pupillo; e gli impliciti polemici finiscono in archivio." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 4 agosto 2012) "Piacerebbe che tutte le parole spese per celebrare il burlesque fossero girate ai numeri di spogliarello maschile messi in scena da Mister 'Sesso bugie e videotape'. Sempre pronto a girare film con breve preavviso e sempre curioso di storie strane. Fabbriche di bambole in 'Bubble', qui, camerini e vite da spogliarellista: fa da guida e da coproduttore il beefcake Channing Tatum, che cominciò cosi la sua carriera nello spettacolo. Belle coreografie, ottima carne in vista, biglietti verdi da infilare nella mutanda floscia del novellino buttato sul palco senza preavviso. Su tutti, spicca il boss Matthew McConaughey. Dopo 'Killer Joe' diretto da William Friedkin, possiamo contare su di lui per ruoli da gentiluomo perverso del sud. Senza controfigura, fa i suoi numeri di strip-tease con spaccata."(Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio', 8 agosto 2012) "Dopo l'inutile action 'Knockout', Steven Soderbergh torna a osservare il ventre molle dell'America d'oggi appropriandosi di una storia esemplare filtrata dal mondo dello striptease. Un universo anch'esso tanto emblematico dell'ormai falsificato American Dream quanto poco amato dal regista più camaleontico di Hollywood. Dramedy intelligente girato, montato e fotografato in maniera impeccabile che potrà piacere anche agli uomini. Perché per signore e signorine è un vero 'must'." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 20 settembre 2012) "Spogliarellisti sotto la tenda del circo, molto perplessi. (...) Molto ambivalente come spesso Soderbergh, capace di intrattenere con 'Ocean's Eleven', far pensare con 'Erin Brockovich' e protestare col 'Che', il film è una divertente ma limitata glossa all'american dream fatto di sesso, bugie e anche videotape oltre che di dollari, potere maschile e realtà virtuale. Le parti musical-coreografiche sono ottime e abbondanti, forse perfino troppo sfarzose e inventive rispetto all'originale, e Channing Tatum, che fu davvero stripper adolescente col nome di Chan Crawford e poi modello, oggi attore di giustificato esibizionismo, racconta prodezze non ignote neppure in Italia dove c'è stata la moda di strip maschili. Da una bella idea che fa il paio con 'Showgirls' più che con 'Flashdance' o 'Full Monty', l'autore al suo 27mo titolo non riesce ad evidenziare il costume (non lo slip), il ritratto d'una certa America in miseria morale, birra e camerini puzzolenti: non è uno schizzo cinico di Cheever o Carter ma un musical pseudo sociale che sfuma e annacqua nel mélo della promessa e mantenuta love story, mentre gli altri ragazzi continuano a infilarsi poco igienicamente dollari nelle parti intime. (...) Menzione al pessimo doppiaggio, tenendo conto che se non esistesse quella parolina che somiglia a pazzo, mazzo, lazzo e razzo, il film sarebbe praticamente muto." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 21 settembre 2012) "Un terzo di musical, un terzo di parabola stile caduta-e-redenzione, un terzo di novità. Perché a dimenare corpi scultorei non sono i boys and girls di tanti musical, ma un plotone di robusti spogliarellisti che eccitano le fantasie di ragazze in libera uscita in un locale di Tampa, Florida. E lo fanno senza andare troppo per il sottile, strusciandosi addosso alle spettatrici entusiaste che gli infilano nei boxer banconote fruscianti. A sancire la più inequivocabile «parità» fra i sessi, almeno sul piano della mercificazione reciproca. Diretto dal regista più eclettico dei nostri tempi, il 'Magic Mike' di Soderbergh è un film multipiano. (...) In tanta opulenza di forme, colori e sogni a buon mercato, Soderbergh sguazza come un cineasta che ha trovato la metafora perfetta per raccontare l'America di questi anni. Con palese divertimento - ma anche con molte ambizioni in meno di quelle cui ci aveva abituato." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 settembre 2012) "Uscito negli Stati Uniti in estate il film di Steven Soderbergh che arriva adesso in Italia, 'Magic Mike', ha subito fatto il botto al box office, migliorando il risultato personale (anche in proporzione al non elevato costo di questo film) ottenuto dal regista con la sua popolare e divertente Ocean Saga. (...) Una docufiction? Un mélo edificante e moraleggiante? Un musical (perché contano e hanno molto spazio i tanti 'numeri' musical-coreografici)? Un pornosoft? Non si capisce bene. Di certo l'anima narrativa è delle più ovvie. Ma soprattutto quello che meno si capisce è l'appeal dell'intrattenimento stuzzicante-erotico, che a giudicare dai risultati il film parrebbe possedere. E però vedremo se il semplicismo americano troverà riscontro nelle platee nostrane. Anche se c'è da ricordare che il trend è favorevole (quello della femmina sottomessa), visto lo sfracello del fenomeno editoriale della trilogia britannica delle 'sfumature', che tutti giudicanodi qualità infima ma le cui vendite vanno a rotta di collo. Soderbergh, che era partito promettendo originalità con 'Sesso bugie e videotape', che aveva poi realizzato film interessanti come 'Traffic' e ambiziosi come 'Solaris' o di sottile attenzione alla diversità come nel doppio film dedicato a Guevara, è approdato alla confezione di pura e semplice banalità." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 21 settembre 2012) "Film d'autore o d'intrattenimento? Cominciamo dal protagonista Channing Tatum, ex modello ormai lanciatissimo nel cinema. (...) Pur non possedendo come attore la gamma di espressioni di un Laurence Olivier, Channing non è uno sprovveduto: è un tipo sagace che, avendo da poco fondato una casa di produzione, intuisce di aver trovato il regista giusto per un certo progetto ispirato a una sua esperienza giovanile, quando a diciotto anni lavorò in un locale di spogliarello maschile. (...) Una storiella edificante, semplice semplice, che acquista una certa dignità per via dello stile di regia (sotto pseudonimo, Soderbergh è al solito anche direttore di fotografia e montatore). Morale: costo dell'operazione sette milioni di dollari, incasso Usa miliardario. Film d'autore o d'intrattenimento? Scegliete voi." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 21 settembre 2012) "Steven Soderbergh oltre ad essere molto prolifico come regista (29 film dall'89), e anche un regista vario, lanciandosi in storie molto diverse le une dall'altre e tutte prese da un centro focale forte, un tema, un personaggio, un luogo, un aneddoto. (...) Questa varietà fa di lui certo un uomo intelligente e curioso, ma non necessariamente talentuoso. A volte, poi, la fascinazione per una storia e un personaggio lo portano a buttarsi a capofitto su di un progetto che non è neanche all'altezza del suo eclettismo. Succede in qualche modo con 'Magic Mike' sul mondo degli strip-club per donne. (...) Il film è deludente, quasi piatto e poco ispirato. Un Soderbergh bulimico e veloce, che tutto vuole fare e a volte anche male. In più l'edizione italiana è affaticata da un doppiaggio poco felice che appiattisce ancor di più il film. Ogni tanto durante la proiezione chiudevamo gli occhi e il solo audio lasciava pensare a un film porno, pur non essendolo." (Dario Zonta, 'L'Unità', 21 settembre 2012) "Non convince poi 'Magic Mike' di Steven Soderbergh (tra l'altro pessimamente doppiato) su un gruppo di giovani e muscolose star dello spogliarello maschile. Sesso e soldi facili, alcol e droga fanno parte della vita quotidiana di questi ballerini osservati sul palco e dietro le quinte dove si mescolano commedia e melodramma, ma appassionarsi alle loro vicende, spesso noiose e ripetitive, riesce piuttosto arduo." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 21 settembre 2012) "È una commedia romantica della Depressione, con un tocco di musical, l'ultimo film di Steven Soderbergh, 'Magic Mike'. Un capovolgimento al maschile di 'Showgirls' ambientato in Florida invece che a Las Vegas e ispirato dalla biografia di una delle sue star, l'idolo teenager Channing Tatum. (...) Coreografati da Alison Faulk, e ripresi con giocosa, fantasia da Soderbergh (...) i numeri di strip sono divertentissimi - una versione a luci rosse (o quasi, il film è morigerato) di un concerto dei Village People. Solo per etero. (...) La parte lineare del film, quella con la conclusione in cui alla fine uno poi mette la testa a posto è quelle meno convincente. La fascinazione (cinetica ed emozionale) di Soderbergh sta in quello che succede tra le mura dell'Xquisite. 'Magic Mike' non è 'Go Go Tales' di Abel Ferrara, ma tra i blockbuster di fine estate fa l'effetto delizioso di una pinacolada. E, a sorpresa, questo nuovo capitolo della riflessione sul corpo che caratterizza gli ultimi film di Soderbergh ('Contagion', 'Haywire', 'The Girlfriend's Experience'...) si è rivelato una pinacolada miliardaria. Costato 7 milioni di dollari, il film ne ha per ora incassati circa 155 - in Usa anche grazie a un marketing apposito ideato per la comunità gay." (Guilia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 21 settembre 2012) "Alcune volte, certe scelte di produzione non sono comprensibili. Prendete, come esempio, questo film di Soderbergh ambientato nel mondo dello spogliarello maschile e provate a pensare a cosa sarebbe stato se l'avessero girato in 3D. E' molto probabile che molte signore non avrebbero disdegnato di pagare un paio di euro in più per vedere, più da vicino, i corpi culturisti di alcuni belli del cinema americano come Alex Pettyfer o il protagonista Channing Tatum (...). Insomma, un po' di parcondicio dopo anni di invasione di bei corpi femminili. Anche perché, a ben vedere, sono rari i film dedicati allo strip maschile. Tolto il quasi recente 'Full Monty' ed un paio di Tv movie, siamo dalle parti del vuoto pneumatico. Per questo, 'Magic Mike', per la sua «novità» potrebbe avere anche in Italia lo stesso successo registrato oltreoceano, tanto da spingere i produttori a progettarne un possibile sequel ed un musical per Broadway. (...) Linguaggio volgare (la traduzione popolare dell'organo maschile è citata una novantina di volte) e qualche volto monoespressivo di troppo per un film che promette molto ma mantiene poco. Come uno spogliarellista che esce dal palco senza togliersi l'ultimo pezzo." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 21 settembre 2012) "Spiacerà a chi s'attendeva una commedia spumeggiante sul mondo degli «stripponi». Oppure a una soda indagine di costume. Ma Soderbergh spumeggiante non è mai stato. La sua regia è solo esibizionistica e i personaggi rimangono nel complesso sgradevoli (meglio molto meglio gli spogliarellisti racchi di 'Full Monty')." (Giorgio Carbone, 'Libero', 21 settembre 2012)

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