Madadayo il compleanno1993

SCHEDA FILM

Madadayo il compleanno

Anno: 1993 Durata: 134 Origine: GIAPPONE Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:opere letterarie di Hyakken Uchida

Produzione:DAIEI CO., DENTSU INC. KUROSAWA PRODUCTIONS INC.

Distribuzione:ZENITH CINEMA - MULTIVISION, VIDEOPIUI' ENTERTAINMENT

TRAMA

Nel 1943 il Professor Hyakken Uchida abbandona l'insegnamento per dedicarsi alla carriera di scrittore. Le sorti della guerra sono mutate a sfavore del Giappone. Guardando il cielo accendersi di rosso a causa di una incursione aerea, il Professor Uchida, sulla riva di un fiume, decide di rimanere a Tokyo. "Tanto vale vedere Tokyo rasa al suolo", dice. Tutto viene bruciato. L'unica cosa che gli rimane è un uccellino bianco nella sua gabbietta e il suo libro preferito. Da quel momento una capanna diventa la casa del Prof. Uchida e della moglie. Come un eremita, il Professore vive serenamente, nonostante gli stenti. Alcuni dei suoi vecchi allievi decidono di costruirgli una casa. Non appena terminata la costruzione, il Prof. Uchida vi si trasferisce con la moglie. Le carpe cominciano a popolare lo stagno dalla strana forma di ciambella. Sulla porta di casa il Prof. Uchida appende un cartello recante la scritta "Kinkakuji" (sebbene foneticamente identico al nome del famoso tempio di Kyoto, i caratteri significano "non sono graditi gli ospiti"). "E' bello avere ospiti, ma non intendo te" spiega con la sua proverbiale franchezza. Tutti gli anni per il suo compleanno, gli ex allievi organizzano una festa per il Professore, chiamandola "Madadayo" (letteralmente: "no, non ancora"). L'espressione deriva dalla frase "Sei pronto (ad andare all'altro mondo)?" "No, non ancora". Questa ricorrenza ha inizio a partire dal suo sessantunesimo compleanno e vi partecipano i suoi numerosi allievi. Solo in questa occasione il Professore si lascia prendere dalla commozione per la grande felicità. Un giorno, il gatto randagio che vive nella casa del Prof. Uchida scompare. Affranto, il Prof. Uchida piange, non riuscendo più a mangiare. I suoi ex allievi cercano ovunque il gatto senza trovarlo; distribuiscono volantini e fanno leggere un comunicato alla radio. Deve essere stata proprio una strana scena vedere degli adulti correre disperatamente alla ricerca di un gatto randagio. Raramente era capitato a questi uomini di darsi così da fare per qualcosa. Dopo più di dieci anni di celebrazioni di "Madadayo", gli ex allievi cominciano a parteciparvi con figli e nipoti. Sì, tutti invecchiano. Il Prof. Uchida ama ripetere ai bambini: "Trovate ciò che davvero vi piace". E durante una di queste feste, improvvisamente Il Professor Uchida si sente male. Tutti gli ospiti si spaventano, ma egli lascia la festa dicendo: "No, non ancora". Il Prof. Uchida sta sognando. La voce dei bambini echeggia nel tramonto. "Sei pronto?" "No, non ancora".

CRITICA

"Curioso e faticoso poemetto senile, in cui la nostalgia si nasconde nel comico e il tragico sfuma in un senso panteistico del creato". ("Il Mattino", Valerio Caprara 30.05.93) "Il film descrive la profonda, calorosa amicizia tre il professore Hhyakken Uchida e i suoi ex-allievi. C'é qualcosa di molto prezioso, che è stato tutto fuorchè dimenticato. Il mondo invidiabile dei cuori caldi. cpero che tutte le persone che vedranno questo film lasceranno il cinema rasserenati e con un evidente sorriso sulle loro labbra." Così Akira Kurosawa, mentore di un'epoca in cui la vita era più semplice e meglio si comprendeva la delicata relazione insegnante-allievo, scrive in testa al nuovo film. Ecco alcune dichiarazioni rilasciate in un'intervista in Giappone. - Ha avuto buoni insegnanti? "Ho avuto molti buoni professori, ma, ciò che mi ha reso quel che sono, sono stati incontri successivi. Con Yamamoto, Ozu, Mizoguchi, registi straordinari, ma soprattutto profondamente umani. E' il motivo per cui ho sempre voluto raccontare nei miei film quant'è importante un buon maestro nella vita". - Perchè il protagonista è uno scrittore poco noto come Uchida? "Ho sempre amato l'opera di Hyakken e la rileggo spesso. E' vero che il professor Hyakken faceva tutto di testa sua ma trovo che aveva fascino. Ad esempio, ha scritto un libro per una semplice ragione: la scomparsa del suo gatto". ("Corriere della Sera", Giuseppina Manin 07/05/93)

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