LUCKY BREAK2001

SCHEDA FILM

LUCKY BREAK

Anno: 2001 Durata: 112 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:TRATTO DA "HORATIO AD EMMA - NELSON IL MUSICAL" DI ANNE DUDLEY E STEPHEN FRY

Produzione:FRAGILE FILMS - LUCKY BREAK, SENATOR FILM, PARAMOUNT PICTURES E MIRAMAX FILM

Distribuzione:01 DISTRIBUTION - DVD ELLEU MULTIMEDIA (2002)

TRAMA

TRAMA CORTA Dopo un fallimentare tentativo di rapina ai danni di una banca di Londra, Jimmy Hands viene condannato a dodici anni di detenzione nella prigione di Long Rudgord. Di fronte alla prospettiva di passare tanto tempo dietro le sbarre, Jimmy vede un'opportunità di fuga in uno spettacolo organizzato dai detenuti, il musical 'Nelson', che verrà rappresentato nella Vecchia Cappella, la parte meno sicura della prigione. Ma qualcosa si inceppa nel piano. Jimmy, nei panni dell'ammiraglio Nelson, si innamora della co-protagonista Lady Hamilton ovvero Annabel, responsabile dell'unità di sostengo e riabilitazione della prigione. TRAMA LUNGA Jimmy Hands, piccolo delinquente sfortunato, viene arrestato durante un goffo tentativo di rapinare una banca. In prigione entra a far parte dell'unità di Terapia Drammaturgica, diretta dall'avvenente Annabel Sweep. Facendo leva sulle velleità artistiche del direttore del carcere Graham Mortimer, Jimmy propone di mettere in scena con i galeotti l'orribile musical che Mortimer stesso ha nel cassetto, ispirato alla storia dell'ammiraglio Orazio Nelson. In realtà lo scopo è quello di usare la rappresentazione teatrale come copertura per la propria fuga. Mano a mano però si aggiungono al piano altri 'attori'. Tra storie di amicizia fra sventurati compagni di cella, poliziotti cattivi che si vendicano sui più deboli, travestimenti e prove per lo spettacolo, c'è chi ci prende gusto e si scopre talentoso ma anche chi si suicida alla notizia che la moglie ha trovato un altro uomo. Alla fine a fuggire sono altri, mentre Jimmy decide di rimanere a scontare fino in fondo la sua pena: a dargli ottimismo c'è l'amore, corrisposto, per Annabel e la previsione di un futuro con lei.

CRITICA

"E' un eufemismo dire che 'Lucky Break' non vale 'Full Monty'. E poiché il regista è lo stesso, è facile concludere che a fare la differenza era il produttore Uberto Pasolini, responsabile di altri prodotti di pregio come 'Palookaville' e l'imminente 'I vestiti nuovi dell'Imperatore'. Non sono gli spunti difatti che mancano a 'Lucky Break'. Manca la capacità di svilupparli con convinzione, e l'insieme finisce per avere un retrogusto decisamente dejà vu". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 settembre 2001) "Il racconto è spesso irresistibile per la furberia della confezione e l'ottima sceneggiatura di Bennett, che offre battute inglesi da portarsi a casa. E per il modo brillante e spiritoso con cui Cattaneo modella la sua storia su due generi classici, senza mai tradirli: il film di evasione carceraria e il musical, dato che anche qui prepara uno show, non dietro le quinte ma tra le celle". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 settembre 2001) "'The Full Monty' in galera? Magari il cinema sarà la più ecologica delle arti, per l'impegno con cui pratica il riciclaggio, però un film come 'Lucky Break' sembra di averlo già visto. A quattro anni dall'ottima commedia sui disoccupati che fanno lo spogliarello, Peter Cattaneo cerca di ripeterne il successo rinunciando a qualsiasi tentativo di evasione dalla formula: stessi ingredienti di base con l'aggiunta di piccole varianti. Convinto com'è che la faccenda funzioni per forza d'inerzia, non si preoccupa affatto della regia, che è piatta e di puro 'servizio'. Malgrado più di una scena sia divertente la pigrizia della confezione produce un effetto di seconda scelta, destinato a lasciare un po' delusi i fan di 'The Full Monty'". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 23 dicembre 2001) "Dopo il gran successo internazionale del suo 'Full Monty', il regista inglese Peter Cattaneo, 37 anni, dirige una commedia meno originale e meno legata all'attualità sociale, ma divertente, un poco Anni '50, bene strutturata, buffa". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 21 dicembre 2001)

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