L'oro di Roma1961

SCHEDA FILM

L'oro di Roma

Anno: 1961 Durata: 115 Origine: FRANCIA Colore: B/N

Genere:DRAMMATICO

Regia:Carlo Lizzani

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:GIULIANI G. DE NEGRI, ENRICO CHROSCICKI PER AGER FILM, SANCRO FILM, C.I.R.A.C. (ROMA), CONTACT ORGANISATION (PARIGI)

Distribuzione:LUX - AZZURRA HOME VIDEO

ATTORI

Gérard Blain nel ruolo di Davide
Anna Maria Ferrero nel ruolo di Giulia Ortona
Jean Sorel nel ruolo di Massimo
Filippo Scelzo nel ruolo di Presidente della Comunità Ebraica
Paola Borboni nel ruolo di Rosa
Umberto Raho nel ruolo di Beniamino, secondo rabbino
Ugo D'Alessio nel ruolo di Piperno, l'orefice
Raniero De Cenzo nel ruolo di Rabbino Capo
Andrea Checchi nel ruolo di Ortona
Tino Bianchi nel ruolo di Sua Eccellenza
Enzo Petito nel ruolo di Usuraio
Luigi Scavran nel ruolo di Amalfi
Luigi Casellato nel ruolo di Segretario-consigliere della comunità
Ignazio Leone nel ruolo di Partigiano
Miranda Campa nel ruolo di Signora De Santis
Nando Tamberlani nel ruolo di Signor De Santis
Irag Anvar nel ruolo di Kappler
Calisto Calisti nel ruolo di Vincenzo
Dina De Santis
 

MUSICHE

Fusco, Giovanni
 

MONTAGGIO

Fraticelli, Franco
 

SCENOGRAFIA

Mogherini, Flavio
 

COSTUMISTA

Marinucci, Luciana

TRAMA

Durante l'occupazione nazista di Roma, il maggiore Kappler ordina agli ebrei della città di consegnare, nel giro di poche ore, cinquanta chilogrammi d'oro, pena la consegna di duecento ostaggi. La comunità immediatamente organizza la raccolta del prezioso metallo. David, un giovane calzolaio, propone di rispondere alla richiesta con le armi. Giulia, la figlia di un professore, si innamora di uno studente cattolico e, sposandolo potrebbe sottrarsi alla persecuzione nazista. Dopo la consegna dell'oro, i tedeschi, tradendo ogni promessa, circondano il ghetto ed arrestano tutti gli ebrei. Giulia sceglie la via della deportazione e rifiuta volontariamente una salvezza ancora possibile per seguire la sorte del padre e della sua comunità. David invece sale sulle montagne e si unisce ai partigiani, imbracciando le armi contro l'invasore nazista.

CRITICA

"Non sempre persuasivo (...) risulta l'innesto sulla materia storica e corale del 'romanzo privato' (...) e il rischio della retorica (insidia) proprio il finale dove il 'romanzo privato' dovrebbe tornare a rovesciarsi nel motivo corale." (G.M. Guglielmino, "Gazzetta del popolo", 10 dicembre 1961)

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