Anno: 1976 Durata: 125 Origine: FRANCIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO, PSICOLOGICO
Regia:Roman Polanski
Specifiche tecniche:35 MM, EASTMANCOLOR
Tratto da:romanzo omonimo di Roland Topor
Produzione:MARIANNE PRODUCTIONS S.A.
Distribuzione:CIC
Roman Polanski | nel ruolo di | Trelkovsky |
Isabelle Adjani | nel ruolo di | Stella |
Melvyn Douglas | nel ruolo di | Monsieur Zy |
Jo Van Fleet | nel ruolo di | Madame Dioz |
Bernard Fresson | nel ruolo di | Scope |
Lila Kedrova | nel ruolo di | Madame Gaderian |
Claude Dauphin | nel ruolo di | Marito nell'incidente |
Claude Piéplu | nel ruolo di | Un vicino |
Rufus | nel ruolo di | Georges Badar |
Romain Bouteille | nel ruolo di | Simon |
Jacques Monod | nel ruolo di | Proprietario del caffè |
Patrice Alexsandre | nel ruolo di | Robert |
Jean-Pierre Bagot | nel ruolo di | Poliziotto |
Josiane Balasko | nel ruolo di | Impiegata |
Michel Blanc | nel ruolo di | Vicino di Scope |
Florence Blot | nel ruolo di | Madame Zy |
Jacky Cohen | nel ruolo di | Amica di Stella |
Louba Guertchikoff | nel ruolo di | Moglie nell'incidente Louba Chazel |
Bernard-Pierre Donnadieu | nel ruolo di | Barista Bernard Donnadieu |
Héléna Manson | nel ruolo di | L'infermiera |
Shelley Winters | nel ruolo di | La custode |
Trelkovsky, modesto impiegato polacco da poco naturalizzato francese, si reca a visitare un appartamento che vorrebbe affittare. Guidato con diffidenza dalla portiera, trova adatto l'ambiente e contratta l'affitto con il signor Zy che gli fa una serie di raccomandazioni per la tranquillità degli inquilini e l'onorabilità dello stabile. L'affare, tuttavia, non si può ancora concludere poiché l'inquilina precedente, una certa Simone Choule, che si è gettata dalla finestra, è all'ospedale in fin di vita. Recatosi all'ospedale per informarsi, Trelkovsky fa amicizia con Stella, giovane amica della suicida. Quando Simone muore, Trelkovsky prende possesso dell'appartamento e diviene centro di una serie di ingiuste e incomprensibili persecuzioni. Un poco alla volta cade in uno stato di prostrazione sino a che, mascheratosi da Simone, si suicida a sua volta, buttandosi per ben due volte dalla medesima finestra.
"Che si tratti di un film di Polanski è dimostrato non tanto dalla triplice presenza quale regista-cosceneggiatore-protagonista, quanto dall'evidenza dei ritmi ricorrenti nelle sue opere più classiche ('Repulsione', 'Cul de sac' 'Rosemary's Baby': solitudine, mania di persecuzione, disagio sociale, inadattamento psichico e sessuale, turbe mentali, incubi e angosce, claustrofobia, eccetera. Efficace interprete, l'autore ha raccolti attorno a sé nomi sin troppo vistosi per le parti di contorno a loro affidate; si è garantito il bergmaniano Nykvist per la raffinata fotografia; ha creato scenografie e climi di indubbia forza emotiva. Ciò nonostante, la pellicola dà l'impressione di fredda esercitazione, o peggio, di spettacolo ambiguamente giostrato per turbare la psiche degli spettatori. Infatti, al di là di una troppo scontata polemica contro la xenofobia francese o di qualsiasi altro gruppo etnico, le fin troppo numerose citazioni letterarie e cinematografiche si legano ai climi kafkiani solo esteriormente e senza chiarire contro quali oppressori si scagli la fobia di Polanski. Anche il ripetuto accenno a elementi esoterici, anziché rinforzare la chiave di lettura psicanalitica, si aggancia al demoniaco, la superstizioso, conferendo al film un senso di protesta irrazionale." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 81, 1976)
Incasso in euro