L'innocente1976

SCHEDA FILM

L'innocente

Anno: 1976 Durata: 135 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, PSICOLOGICO

Regia:Luchino Visconti

Specifiche tecniche:CINEMASCOPE EASTMANCOLOR

Tratto da:romanzo omonimo di Gabriele D'Annunzio

Produzione:GIOVANNI BERTOLUCCI PER RIZZOLI FILM (ROMA), LES FILMS JACQUES LEITIENNE, FRANCORIZ (PARIGI), IMP. EX. CI. (NIZZA)

Distribuzione:CINERIZ - DOMOVIDEO, MONDADORI VIDEO, MULTIGRAM

ATTORI

Giancarlo Giannini nel ruolo di Tullio Hermil
Laura Antonelli nel ruolo di Giuliana, moglie di Tullio
Jennifer O'Neill nel ruolo di Teresa Ruffo
Rina Morelli nel ruolo di Madre di Tullio
Massimo Girotti nel ruolo di Conte Stefano Egano
Marc Porel nel ruolo di Filippo D'Arborio
Didier Haudepin nel ruolo di Federico, fratello di Tullio
Marie Debois nel ruolo di Principessa
Roberta Paladini nel ruolo di Elviretta
Elvira Cortese nel ruolo di La cameriera anziana
Alessandra Vazzoler nel ruolo di La balia
Vittorio Zarfati nel ruolo di Medico di famiglia degli Hermil
 
 

MUSICHE

Mannino, Franco
 
 

SCENOGRAFIA

Garbuglia, Mario
 

COSTUMISTA

Tosi, Piero

TRAMA

Tullio Hermil, ricchissimo, ateo e gaudente, non riesce a tener nascosta la relazione con l'amante di turno (la vedova contessa Teresa Raffo), alla moglie Giuliana, con la quale non ha rapporti da anni, a causa della fragile salute di lei che le ha causato l'interruzione di una gravidanza. Gluliana, attratta dal giovane scrittore Filippo d'Arborio, gli cede e ne rimane incinta. Piu' che l'amore, la gelosia riconduce Tullio fra le braccia della moglie. Informato dalla madre che Giuliana è incinta di tre mesi, egli tenta di imporre l'aborto, che la moglie rifiuta fermamente ("non posso, sarebbe un delitto"), confortata in cio' anche dal confessore e dal medico. A Tullio non resta che sopprimere "l'innocente", cosa che gli riesce la notte di Natale, quando tutti sono in chiesa, esponendo il neonato davanti alla finestra spalancata. Il bimbo muore, apparentemente per cause naturali. Giuliana capisce, e grida in faccia al marito la sua disperata verità: "ho amato e amero' sempre il padre di quel bambino" (Filippo, che poco prima era morto, reduce dall'Africa, per febbri tropicali). Tullio, al coperto dalle sanzioni della giustizia umana, confessa tutto a Teresa, la quale dichiara chiusa la relazione rinfacciandogli di essere "un mostro". Tullio si spara al cuore, Teresa fugge nella notte.

CRITICA

"[...] Visconti ha affrontato la materia del romanzo dannunziano con la perfetta conoscenza dei costumi e della temperie spirituale dell'ultimo Ottocento che era propria della sua cultura, tenendo a darne [...] una interpretazione limpida ed essenziale, robustamente accentrata su nuclei drammatici e articolata su punti nodali di sicura presa narrativa. Ne è derivato un racconto semplice, fermo, coerente, ben congegnato nella trama e saldamente governato nel ritmo, penentrante nell'indagine psicologica e assai attendibile nella ricostruzione dell'ambiente (un'arte nella quale il regista scomparso aveva pochi rivali)". (Dario Zanelli, 15 settembre 1976). "Ne risulta un sottile ritratto dela Roma umbertina e del clima culturale fin-de-siècle. Pur con lo sguardo rivolto al passato, il regista ha toccato tematiche paradossalmente attuali come la condizione femminile e l'aborto. Le sue opinioni in proposito contano meno del tono con cui vi si è accostato: un tono lugubre che fa de 'L'innocente' il suo estremo, raffinatissimo requiem sulla dissoluzione dell'immagine familiare [...]" (Fernaldo Di Giammatteo, "Nuovo Dizionario Universale del cinema, I Film", Roma, 1994) "Dal brutto romanzo di D'Annunzio, un Visconti già molto malato (era immobilizzato sulla sedia a rotelle e morì durante il doppiaggio) privilegia le toilette d'alta sartoria e gli arredamenti principeschi a scapito della psicologia dei personaggi. La formosa Laura Antonelli soffre in silenzio: che ci faccio qui tutta vestita? E poi la foresta Jennifer O'Neill è cento volte più sexy". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 2 aprile 2003)

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