SCHEDA FILM

Lettere dalla Sicilia

Anno: 2005 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:ISABELLA COCUZZA E ARTURO PAGLIA PER PACO CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:PACO CINEMATOGRAFICA (2007)

TRAMA

Nel 1843 un gruppo di aristocratici inglesi che sta compiendo il classico Gran Tour sbarca in Sicilia per conoscere le meravigliose vestigia lasciate a Segesta dalla civiltà greca. Sir e Lady Warwick, viaggiano insieme alle due figlie Victoria e Penelope e a Morgan, il fidanzato della maggiore delle due. Voctoria non ha dubbi sulla sua superiorità intellettuale rispetto al resto della famiglia e al fidanzato. Le esperienze fatte durante il viaggio metteranno in evidenza i conflitti che sono alla base dei loro rapporti, finora celati dal conformismo, e costringeranno tutti una dolorosa presa di coscienza.

CRITICA

"'Lettere dalla Sicilia', opera prima del siracusano Manuel Giliberti, racconta di genitori ottusi e certi della propria dimensione sociale, ma anche dell'opposizione (a volte vana) ai conformismi e della ricerca di normalizzazione. Ma soprattutto della difficoltà di vivere nella società di oggi. Il regista usa l'allontanamento temporale e l'ambientazione storica per meglio mostrare la violenza: quella che nasce dal confronto fra due modi di essere. Un film di impianto teatrale (e con un certo senso lirico), nel quale vere protagoniste sono le suggestioni di quei luoghi antichi. Un lavoro non riuscito del tutto (il ritmo cala nella seconda parte), ma che ci mette in attesa del secondo lungometraggio di un autore che sembra avere qualcosa da dire." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 2 marzo 2007) "Quando la Settima Arte incontra la fiction televisiva, nascono ibridi deteriori come 'Lettere dalla Sicilia'. Per il suo primo lungometraggio, Manuel Giliberti (autore anche di sceneggiatura e scenografia) si è basato su diari inglesi di viaggio dell'Ottocento. (...) Mentre lavorava alla docu-fiction 'Giovanni Falcone - I giorni della speranza', Giliberti ha percepito la violenza come stratificazione storica, e l'incontro con la cultura antica come foriero di una sopraffazione ascendente rispetto a quella mafiosa. Da qui, l'interessante intuizione del film. Tra illustrazioni dell'isola da ente turistico, ci tocca però sorbire l'interpretazione da reality della coppia protagonista, le discettazioni su un paio di argomenti (da una parte il buon costume, dall'altra lui che tenta di spiegare a lei che si è reincarnato), e i due promessi sposi che si fissano immobili o pronunciano frasi tipo «ti amo troppo» e 'i secoli ci hanno diviso, ma non per sempre'. A perderci sono di conseguenza gli attori di caratura: Piera Degli Esposti - alla cui presenza il regista teneva moltissimo - nel ruolo di snob insofferente, e Andrea Giordana, che dopo Sandokan era tornato al cinema solo in un'altra occasione." (Federico Raposi, 'Liberazione', 9 marzo 2007)

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