L'et? d'oro2016

SCHEDA FILM

L'età d'oro

Anno: 2016 Durata: 94 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Emanuela Piovano

Specifiche tecniche:-

Tratto da:liberamente tratto dal libro "L'età dell'oro - Il caso Vèronique" di Francesca Romana Massaro e Silvana Silvestri (Emmebi Edizioni)

Produzione:KITCHENFILM IN COPRODUZIONE CON TESTUKINE, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione:BOLERO FILM

ATTORI

Laura Morante nel ruolo di Arabella
Dil Gabriele Dell'Aiera nel ruolo di Sid
Gigio Alberti nel ruolo di Jean
Eugenia Costantini nel ruolo di Vera
Pietro De Silva nel ruolo di Don Sandro
Stefano Fresi nel ruolo di Alberto
Giulio Scarpati nel ruolo di Bruno
Giselda Volodi nel ruolo di Rosaria
Elena Cotta nel ruolo di Signora Furchì
Adriano Aprà
 
 
 

SCENOGRAFIA

Cosulich, Sergio
 

TRAMA

Dopo decenni d'incomprensioni e liti con la madre Arabella, dovuti a un modo di vedere e affrontare la vita che da bambino non poteva accettare, Sid è chiamato a tornare alle sue radici. Dalla Torino savoiarda sarà costretto a spostarsi nell'allegra e naïf comunità pugliese in cui si trova Arabella. Ma il vero viaggio all'interno della vita e dei ricordi della madre e degli amici che hanno colorato le giornate della sua infanzia, faranno capire a Sid che l'amore di una mamma può avere mille sfumature e che la stessa Arabella è stata una, dieci, cento donne differenti. Tutte generose, tutte valorose. È stata la regista, la femme fatale, l'amica, la fondatrice dell'arena cinematografica e dei suoi festival, l'anima del paesino nel quale vive da anni. Sid, però, ha conosciuto e capito la vera natura di quell'ammaliante e brillante figura troppo tardi. Eppure Arabella neppure in questo caso si comporterà in maniera banale. Anzi, sarà proprio lei a stuzzicare, rimbrottare e guidare suo figlio alla scoperta di quella figura tanto combattuta e poliedrica.

CRITICA

"Sullo schermo si chiama Arabella ma nella vita si chiamava Annabella. Annabella Miscuglio, un nome che è quasi un destino per una vita tumultuosa che riassume tutte le utopie e le gioiose follie degli anni 70. Femminista storica, regista underground, fondatrice del glorioso Filmstudio, premiata autrice tv, protagonista della vitalissima scena off romana dell'epoca, se n'è andata nel 2003 a soli 63 anni lasciandosi dietro una scia di fermenti che hanno continuato a germogliare nel tempo. Fino a produrre 'L'età d'oro' (...), con Laura Morante nei panni di Arabella, metà donna e metà fantasma. Un fantasma pieno di vita e di ironia, nel lungo dialogo col figlio ormai adulto ma ancora in guerra con quella madre troppo libera che incornicia un lavoro a cavallo tra finzione (molta) e rievocazione (poca)." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 aprile 2016) "Arabella è una donna, una persona, di quelle da cui è difficile (vedi impossibile) non rimanere incantati. (...) 'L'età d'oro' si ispira alla figura di Annabella Miscuglio, cineasta, femminista, tra i fondatori dello storico cineclub romano Filmstudio, che spalancò gli occhi di molte generazioni cinefile su quanto avveniva nel mondo e nell'immaginario tra underground, nuove onde, cinema politico, sperimentazione. Ma anche regista Rai (...), studiosa e teorica della donna nel cinema (...)... Tutto questo c'è nel film di Emanuela Piovano (...). Il gioco dei rimandi, pure se tutto «interno» potrebbe continuare - in un cameo appare uno stralunato Adriano Aprà anche lui anima del Filmstudio. (...) Non è (...) soltanto un film sul cinema questo, anche perché di cinefili ce ne sono moltissimi persino troppi pure oggi (...)... Quello che però illumina la regista nella sua storia è l'intreccio tra vita e cinema, i suoi personaggi non sono quei cinefili nerd che snocciolano a memoria cast e credits e quant'altro. Il cinema per loro è un'arma rivoluzionaria, l'invenzione di un modo di vivere, di una resistenza, della lotta contro pregiudizi e sopraffazioni. Di piaceri in quel momento messi sotto accusa sempre (anche dai figli...). Sognare davanti allo schermo era un modo di aprire gli occhi e farli guardare lontano, molto oltre ogni film." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 7 aprile 2016) "L'età d'oro del titolo non fa riferimento solo al film di Buñuel, ma a un tempo nel quale fare cinema era, soprattutto, passione e militanza. Prova a raccontare il tutto Emanuela Piovano, attraverso la figura di Arabella (...). Film didascalico, con eccessive pretese autoriali che finiscono per appesantirlo. E non lo aiutano i dialoghi. Peccato. (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 7 aprile 2016)

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