Le nevi del Kilimangiaro2011

SCHEDA FILM

Le nevi del Kilimangiaro

Anno: 2011 Durata: 90 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Robert Guédiguian

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:AGAT FILMS & CIE, EX NIHILO, FRANCE 3 CINÉMA, LES FILMS DE LA BELLE DE MAI

Distribuzione:SACHER DISTRIBUZIONE

ATTORI

Ariane Ascaride nel ruolo di Marie-Claire
Jean-Pierre Darroussin nel ruolo di Michel
Gérard Meylan nel ruolo di Raoul
Marilyne Canto nel ruolo di Denise
Grégoire Leprince-Ringuet nel ruolo di Christophe
Anaïs Demoustier nel ruolo di Flo
Simon Frenay
Adrien Jolivet nel ruolo di Gilles
Robinson Stévenin nel ruolo di Commissario
Karole Rocher nel ruolo di Madre di Christophe
Julie-Marie Parmentier nel ruolo di Agnès
Pierre Niney nel ruolo di Cameriere
Yann Loubatière nel ruolo di Jules
Jean-Baptiste Fonck nel ruolo di Martin
Emilie Piponnier nel ruolo di Maryse
Raphaël Hidrot nel ruolo di Jeannot
Anthony Decadi nel ruolo di Gabriel
Frédérique Bonnal nel ruolo di Martine
Miguel Ferreira nel ruolo di Serge Kasparian
 

MONTAGGIO

Sasia, Bernard
 

SCENOGRAFIA

Vandestien, Michel
 

COSTUMISTA

Chanaud, Juliette

TRAMA

Nonostante sia stato appena licenziato, Michel è felice accanto alla sua Marie-Claire - con cui è sposato da trent'anni - e ai loro figli, nipoti e amici più cari. Un giorno due uomini armati e mascherati fanno irruzione nella loro casa e, dopo averli picchiati e legati, li derubano. Quando Michel e sua moglie scopriranno l'identità dell'aggressore, la loro vita cambierà...

CRITICA

"La classe operaia va in purgatorio. Ma lo scopre quando è troppo tardi. Quando ormai ha passato la mezz'età e si è abituata ai suoi minuscoli privilegi da welfare, conquistati a duro prezzo. Senza accorgersi che all'inferno ormai ci stanno gli altri. I giovani, i precari, i sottoccupati cronici. Gente che la vecchia coscienza di classe non sa neanche cosa sia, ed è disposta a tutto. Anche a impugnare una pistola e rapinare i compagni. (...) Dignità, integrità, rispetto, solidarietà. Resi urgenti e addirittura palpabili dalle facce, i gesti, gli sguardi dei suoi personaggi. Non solo Michel, così allergico ai privilegi che quando deve tirare a sorte venti compagni da licenziare per una ristrutturazione mette anche il suo nome nel bussolotto. Ma gli altri, i reietti, i 'miserabili', per dirla con Victor Hugo, a un cui poema ('Les pauvres gens') è ispirato questo film struggente come pochi. Il giovane ladro che picchia e rapina perché ha due fratellini da accudire. La madre degenere che vomita in faccia le sue «cattive» ragioni all'attonita Marie-Claire. O quell'amico di tutta una vita, che non ha nessuna pietà di quel ladro disperato, anzi gli augura quindici anni di lavori forzati, non di cella con bagno e tv. Finché nel commovente epilogo tutto torna a posto grazie a un gesto di enorme coraggio individuale, perché non c'è coscienza collettiva se prima non si fanno i conti con la propria. Dice Malraux, citato da Guédiguian: «Un film popolare è quello che rivela alla gente la grandezza che ha dentro». È esattamente quanto succede qui. E succede assai di rado." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 2 dicembre 2011) "Se il titolo è lo stesso di un vecchio film con Gregory Peck, adattato da un racconto di Hemingway, il nuovo film di Guédiguian s'ispira a tutt'altro: alla poesia 'I poveri' di Victor Hugo e a una canzone anni 60. (...) Dopo il Kaurismäki di 'Miracolo a Le Havre', anche il regista marsigliese ci racconta una fiaba sociale che ricorda il cinema del 'realismo poetico' e del Front Populaire. Però ci mette dentro, oltre al rimpianto per le battaglie sociali perdute dalla classe operaia, anche una dose d'indignazione tutta contemporanea. Con qualche sovrappiù (veniale) di dialoghi didascalici, Guédiguian realizza uno tra i suoi film migliori degli ultimi anni. Lo circondano i formidabili attori-complici di sempre." (Roberto Nepoti, 'Repubblica', 2 dicembre 2011) "Tranquilli, niente a che vedere col drammone omonimo del '52, dove Gregory Peck singhiozzava per due ore nell'Africa nera. Qui siamo nella Marsiglia dei poveri, sede fissa dei film di Guédiguian. (...) Una commedia toccante e tenera, ma anche molto spiritosa, con attori sublimi, che inneggia alla solidarietà tra i diseredati. In fondo è quasi Natale." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 2 dicembre 2011) "E due! Dopo iI 'Miracolo a Le Havre' di Aki Kaurismäki, anche il francese engagé Robert Guédiguian riaffila le armi della rivoluzione, passando dalla 'immaginazione al potere' al potere della favola. Titolo preso da una canzone di Pascal Danel, Victor Hugo ('Les pauvres gens') e Jean Jaurès per padri ispiratori, 'Le nevi del Kilimangiaro' condivide con Le Havre l'attore Pierre Darroussin e, soprattutto, la volontà di superare la débacle del proletariato nell'apologo degli ultimi, con la musica sacra a officiarne l'unione ritrovata. Pia illusione, perché invero è un nostalgico scoramento a segnare la storia di Michel (Darroussin), un sindacalista duro e puro che insieme alla moglie (Ariane Ascaride) viene rapinato da un collega fresco di licenziamento: corre a denunciarlo, ma se ne pentirà. Non si pente, viceversa, il buon Guédiguian, eppure non riesce a fare di necessità - crisi della coscienza di classe - virtù: 16 mm e messa in scena d'antan, i rimpianti sono tanti, ma il mondo va. E la neve si scioglie al sole della nostra (brutta) realtà." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 1 dicembre 2011)

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